The Chemical Brothers: le 10 canzoni più belle [ASCOLTA]

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The Chemical Brothers. Credits: Alterna2
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Alla riscoperta dei due più grandi geni dell’elettronica inglese: i Chemical Brothers

Ed Simons e Tom Rowlands: i Chemical Brothers. Due nomi da conoscere a memoria, specialmente per la loro generazione, quella X, che ha assistito alla nascita della loro musica, dai rave ai club fino ad MTV e alle classifiche internazionali; e per quella Y, i millennial, che con i loro video sono cresciuti e con le loro canzoni nei locali hanno ballato.

I due geniali produttori inglesi sono stati al centro della rivoluzione dell’elettronica che ha avuto luogo negli anni ’90 e che ha visto la Gran Bretagna al centro della scena con lo stile cosiddetto big beat (che ha visto coinvolti su “note” molto simili anche i Prodigy). Un misto di house, techno e un miscuglio di stili, dalla psichedelia al rock, di grande appeal e di pronta rottura.

Fin dalla pubblicazione di Exit Planet Dust (1995) i Chemical Brothers hanno saputo conquistare un ampio pubblico con perfette hit elettroniche pronte per essere ballate ma dalle trovate compositive e d’arrangiamento di certo non trascurabili. Complici poi i loro sapienti featuring, da Noel Gallagher a Q-Tip e oltre, e il successo è stato assicurato per due decadi e mezza.

Ecco quindi i loro dieci brani più significativi, qui disposti in ordine di preferenza (i dieci, cioè, secondo noi migliori) che ogni fan del duo che si rispetti dovrebbe conoscere a memoria. Cercheremo di concentrarci sulle canzoni più importanti tralasciando, magari, il periodo più recente di attività dei Chemical Brothers. Ma non preoccupatevi: c’è tutto quello che dovrebbe esserci.

10. Setting Sun (1997)

Non è troppo un caso che questa canzone, che vede la presenza di Noel Gallagher, rifletta molto il tipo di musica che gli Oasis si appresteranno a produre di lì a poco, in Standing on the Shoulder of Giants. Un UK garage dal ritmo serrato e spasmodico, particolarmente crudo e senza pretese che con snellezza fa emrgere dei Chemical Brothers al massimo della forma. Naturalmente, è solo l’inizio.

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9. Elektrobank (1997)

Un’elettronica concitata e per certi versi ossessionante quella che sentiamo in questa Elektrobank, famosa anche per la ripetizione della famosa frase: “Who is dis doin’ this synthetic type of alpha beta psychedelic funkin?” La risposta la sappiamo. Qui possiamo assaggiare i Chemical Borthers sull loro versante più techno, irrefrenabile e privo di compromessi. La versione originale del brano, infatti, dura più di otto minuti.

8. The Boxer (2005)

Un brano bellissimo e anche atipico, basata sulla ripetizione ossessiva di un campionamento molto plastico e l’intrecciarsi di ritmi diversi ma sempre complessi. Straordinari gli arrangiamenti elettronici, con le derive sonore che svolgono il ruolo di assolo. In questo brano i due superano ampiamente la dimensione dance, con una canzone da apprezzare più per la sua capacità di coinvolgere che di far ballare. Completa il quadro il featuring di Tim Burgess, leader dei Charlatans.

7. Let Forever Be (1996)

Echi di anni ’60 in questa canzone che lascia spazio ancora una volta all’invadente voce di Noel Gallagher, all’apice del successo con i suoi Oasis. Forse uno dei brani più “cantautoriali” del duo, nonché uno di quelli più vicini al rock inglese dell’epoca, del quale il loro stile è in fondo specchio e riflesso.

6. Out of Control (1999)

Un electro soul tanto sensuale quanto a tratti disturbante, che deve la sua riuscita alla collaborazione di Bernard Sumner, qui voce e chitarra, mitico componente di Joy Division e New Order. Anche grazie alla sua partecipazione, ne viene fuori forse uno dei brani anche più psichedelici dei Chemical Brothers.

5. Believe (2005)

Probabilmente uno dei pezzi techno mainstream migliori mai scritti, nonché uno dei brani più inquietanti (e tanti ne hanno fatti…) dei Chemical Brothers. Complice la voce a tratti eterea, a tratti disperata di Kele Okereke dei Bloc Party, all’era appena emersi sulla scena inglese, e abbiamo una composizione spietata, dai tratti industrial e che lascia i brividi addosso.

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4. Block Rockin’ Beats (1997)

Una canzone dalle ritmiche straordinariamente serrate, nella quale il titolo descrive praticamente quello che poi viene effettivamente tradotto in musica. Sentiamo una house claustrofobica, attenta più all’accuratezza di composizione che alle atmosfere da discoteca. Si tratta anche di uno dei primi, timidi successi del duo. Qui le super-hit elettroniche da classifica sono ancora di là da venire.

3. Do It Again (2007)

Un ritmo trascinante e che sa davvero d’oriente, questo del brano probabilmente più sensuale e insinuante nella discografia del duo. Basta un semplice pattern, una produzione in questo caso pulita e dall’afflato mistico, ed ecco che i Chemical Brothers rivelano di saper maneggiare tranquillamente i più diversi linguaggi elettronici.

2. Galvanize (2005)

Brano subito riconoscibile, si tratta di un foray eclatante (ma non inedito) del duo nella sfera rap, con il campionamento di una vecchia canzone marocchina e il flow crudo e diretto di Q-Tip degli A Tribe Called Quest. Un pezzo da party, ma anche un grande inno alla riscoperta di sé verso l’esigenza di un’esplosione positiva di personalità. Una canzone per darsi la carica, in definitiva (appunto, galvanizzarsi).

1. Hey Boy, Hey Girl (1999)

Il super-classico, il super-successo. La canzone dei due fratelli che tutti conoscono, magari persino senza sapere che è un loro brano. Tutti l’hanno ballata in discoteca, tutti sono rimasti incantati dagli scheletri nello sconvolgente videoclip, e tutti ancora non riescono a resistere al travolgente ritmo techno, ossessivo ed incessante, con un climax memorabile. Chemical Brothers all’ennesima potenza.

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