Che i Between the Buried and Me meritassero di risiedere nell’olimpo del progressive contemporaneo era risaputo già ormai da diversi anni. E nonostante una lunghissima e proficua carriera alle spalle il quintetto statunitense, a quanto pare, ha ancora la forza di stupire e produrre musica di assoluto livello.
Ne è limpida conferma Colors II. Seguito naturale di quel Colors pietra miliare della loro discografia e punto di svolta della loro carriera; album in grado, quattordici anni fa, di proporre al pubblico un modo totalmente nuovo (e folle) di interpretare la musica metallica.
Con Colors IIi Between the Buried and Me proseguono su quell’onda prog death che, dai tempi del mirabolante Coma Ecliptic, ha segnato la definitiva maturità della band presentando così un album follemente bilanciato e virtuosamente equilibrato.
Una costante danza sul filo della follia dove il virtuosismo avanguardistico e la natura “estremofila” di una band destinata a cuori (ed orecchie) estremamente forti si manifesta con i loro classici ed improvvisi cambi umorali, miscellanei sonori, curati arrangiamenti ed imprevedibili “swap” stilistici.
Con Colors II i Between the Buried and Me riescono a regalare al mondo del progressive e del metal in generale un’altra pietra miliare; che, se non del tutto priva di sbavature, non potrà essere altro se non pura gioia per gli amanti dell’estremo.
Un album che si mostra coraggioso già nella sua durata. Un’ora di riproduzione per dodici pezzi densi, intrisi di idee e di sviluppi. Una prolissità che anche nel mondo del prog a livello discografico era volutamente venuta a mancare, con album sempre più ridotti e concentrati sulla “forma canzone”.
I BTBAM non sono però definibili una band timida e, di fatto, non lesinano nel loro solito modo “logorroico” di interpretare le loro idee. Logorroico, ovviamente, in senso del tutto positivo. Di fatto in Colors II sono ben poche le parole “buttate al vento”, sprecate o fuori posto.
Che si tratti del (quasi) vellutato intro Monochrome o delle massicce e ricche Never Seen/FuTeture Shock e Revolution in Limbo, passando per la majestic closure di Human is Hell e le più “brevi” ma speditissime The Double Helix of Extintion e Fix The Herror (senza dimenticare la breve follia di Prehistory), i BTBAM riescono perfettamente a trattare con equilibrio e dinamismo ogni composizione, senza mai esagerare o banalizzare i loro intenti.
Difficile, in un album simile, riuscire ad analizzare ogni traccia o anche solo isolarne uno sparuto gruppo. Ogni pezzo nel generale equilibrio della tracklist riesce a convincere ed occupare il giusto spot, risolvendosi in una natura di utilità al contesto ove l’isolamento da quest’ultimo porterebbe solo ad un’esperienza parziale.
I numerosi cambi umorali e le durezze estreme vengono perfettamente stemperati tanto dall’inserto di epiche ed emotivamente coinvolgenti aperture e melodie. Questo senza considerare i raffinatissimi passaggi e arrangiamenti che consentono l’alternarsi di così differenti “stagioni” in brevissimo tempo senza turbare, disturbare o suonare forzati o innaturali.
La follia dei BTBAM è una follia matura, studiata, calibrata e ben soppesata. E’ la realizzazione di idee visionarie curate non soltanto con l’estro del creativo folle ma anche con il labor limae di chi la musica la mastica, la sente e soprattutto l’ha fatta sua.
Così, ancora una volta, sotto il quintetto del quintetto americano trovano rifugio il progressive, il matchore, il death; ma anche ambientazioni spaziali, epicità quasi orchestrali, intermezzi dal sapore classic rock, jazz o folkloristico. Il tutto miscelato con attenzione e maestria, senza mai stonare o perdere lucidità.
Senza dimenticarsi dell’entità di cui stiamo parlando, ovvero una band assolutamente non orecchiabile e destinata solo agli amanti del genere (quindi abituati a tali follie), i Between The Buried and Me con Colors II riescono a proporre un prog equilibrato e fresco; che, già dopo pochi ascolti, riesce a smorzare le resistenze dell’ascoltatore e scorrere con stupefacente naturalezza.
Quella di Colors II non è, senza ombra di dubbio, un’esperienza per chiunque. Gli amanti della follia, delle sonorità visionarie e, soprattutto, dell’equilibrio e dei contrasti non potranno, però, far altro che godere di un ascolto così vivace, colorato e sicuramente folle.