Una seconda prova mediocre per la cantautrice Jade Bird
Emersa nel corso del 2018, Jade Bird prometteva, fino a qualche tempo fa, di distinguersi tra le migliori cantautrici femminili della nuova generazione. Tra le migliori voci, sicuramente, c’era e c’è ancora. Tra le migliori artiste… se ne può discutere, specie dopo aver ascoltato il suo secondo album, Different Kinds of Light.
Con i suoi primi singoli e il suo primo lavoro omonimo (2019), la cantante esprimeva tutta l’energia e l’abbondanza di idee di una esordiente entusiasta e con tutto da dimostrare. Qui, con un secondo album solo vagamente interessante e, a livello compositivo, per nulla all’altezza del precedente, sembra aver compiuto un passo indietro.
Le influenze country, folk e americana, filtrate attraverso il lavoro del celebrato produttore Dave Cobb (famoso per i lavori con Chris Stapleton e Jason Isbell) sono sicuramente apprezzabili e per certi versi raffinate; ma allontanano Jade Bird da una pletora di possibiità musicali relegandola invece nel limitato panorama tradizionalista americano.
Insomma, un’occasione decisamente sprecata, ed è un peccato per una artista così giovane (classe 1997) che prometteva così tanto. La speranza, prima di sentirla dedicarsi alle cover di Emmylou Harris e di Dolly Parton, è per una sua svolta futura verso il rock, l’indie o anche, come Taylor Swift, verso il pop. Tutto, pur di non sentire sprecata questa voce.