La recensione di Death’s Door, il sorprendente action adventure sviluppato da Acid Nerve e disponibile dal 20 luglio su Xbox e Pc.
Il videogiocatore, quando arriva l’estate, approccia il suo medium preferito in modi differenti. Può decidere di recuperare titoli importanti che gli sono sfuggiti nel corso dell’anno. Può staccare la spina, dedicarsi ai suoi amici sorseggiando una buona birra in spiaggia e per i videogiochi se ne riparla a settembre. Infine, può lasciarsi incuriosire da opere che passano un po’ in secondo piano, appena uscite e che lo attraggono particolarmente. E’ stato proprio questo il caso di Death’s Door, disponibile dal 20 luglio su Xbox e Pc, che ho completato in pochissimo tempo, tanto mi sono divertito e di cui mi trovo a scriverne la recensione.
Un simpatico Corvo, fantastici personaggi secondari e un comparto artistico unico, rendono il titolo sviluppato da Acid Nerve, una perla da non lasciarsi sfuggire.
E’ ora di mietere anime, mio caro amico piumato
Anche questamattina mi sveglio, prendo l’autobus e mi reco a lavoro. Spero sarà una giornata rilassante e poco impegnativa. Mieterò le anime che mi hanno assegnato e tornerò a casa, consapevole di aver fatto anche oggi il mio dovere. Cosa mai potrebbe andare storto?
Sono questi i pensieri che rimbombano nella mente del piccolo Corvo, protagonista di Death’s Door. Mietere l’ennesima anima a lui affidata e tornare a casa. Sarà proprio dopo aver ucciso il primo “boss”, che una figura ci colpirà alle spalle, ruberà il nostro bottino e scapperà, dando così inizio alla storia. Una narrazione ottimamente sviluppata, affascinante e che ci metterà subito di fronte al mistero legato a questo Portale della Morte.
“Vorrei poter far sapere loro che la morte non è spaventosa, è semplicemente il ciclo della vita”
Da qui in poi, non vogliamo più spoilerare nulla, proprio perché la trama è scritta con grande cura e nei minimi dettagli, toccando temi molto maturi. Affronta la morte con estrema serietà ma lascia comunque spazio all’ironia e alla risata, grazie anche ad indimenticabili NPC che incontreremo nel corso della nostra avventura.
Due grandi punti di forza di Death’s Door sono la sua componente artistica e musicale, fiori all’occhiello della produzione. Grazie anche alla visuale dall’alto del titolo, il diorama con cui viene rappresentato il mondo di gioco, è quanto di più meraviglioso si possa ammirare. Tante ambientazioni che si intersecano tra di loro. Ognuna di esse è caratterizzata alla perfezione e sembra di osservare tanti ambienti pieno di vita, temibili creature e panorami strepitosi. Castelli, grotte, montagne, case stregate e chi più ne ha più ne metta. Il tutto, è accompagnato da diverse melodie, uniche per ciascun setting e che non dimenticherete facilmente.
L’esplorazione diventa quindi fulcro dell’esperienza del titolo. Le mappe, in puro stile Souls, si scoprono con lo scorrere delle ore e risulteranno estremamente elaborate e ricche di scorciatoie. Starà a noi aprire i diversi passaggi segreti per diminuire la strada da percorrere ogni qual volta periremo in battaglia. Se Hidetaka Miyazaki fosse un professore universitario, darebbe un bel 30 e Lode ai ragazzi di Acid Nerve. Peccato l’assenza di una mappa, che avrebbe reso sicuramente più chiara la navigazione.
A dare ancora più vita a questo diorama, ci sono questi personaggi secondari unici e pieni di ilarità. Ciascuno di essi vi farà sorridere ed emozionare, grazie anche alla loro storia personale che è un piccolo ma fondamentale tassello della lore di gioco.
Come dimenticare ad esempio Pothead, che durante un momento di intimità con il nostro Corvo, ci offrirà un po’ di zuppa, direttamente dalla sua testa.
Non solo esplorazione, ma anche azione
Il gameplay di Death’s Door è frutto di due componenti fondamentali: l’esplorazione, appena citata, e quella action. Per farsi strada in questo diorama delle meraviglie, Corvo utilizzerà una rosea e affilata spada, un arco e due poteri che sbloccheremo proseguendo nella storia.
Il combat system non è assolutamente tecnico. Potremo infatti contare su spadate veloci o su una spadata singola ma caricata. La schivata per evitare gli attacchi e infine i power up che sbloccheremo in game. Questi, oltre a danneggiare i nemici da lontano, serviranno anche ad accedere a zone altrimenti inaccessibili. Emerge così una terza componente metroidvania che va ad arricchire un gameplay ricco e variegato.
Il combattimento non è proibitivo. Nelle boss fights, estremamente evocative e ben realizzate, i pattern da memorizzare sono pochi e difficilmente non riuscirete a risolvere gli scontri dopo tre o quattro tentativi. Contro i mob invece, vi saranno situazioni più faticose. L’ingente numero di nemici e i soli quattro punti vita di cui disponiamo, potrebbero farci perire più e più volte.
Non manca ovviamente la componente RPG. Ogni volta che torneremo all’hub principale, potremo spendere le anime che otteniamo con le uccisioni. I parametri da incrementare sono quattro e incidono sulla forza d’attacco, l’agilità nella schivata e il danno della magia o dell’arco.
Conclusioni
Death’s Door è un action sorprendente, meraviglioso e che non si può non consigliare a tutti gli amanti dei videogiochi. Un gioco di quelli che definiamo speciali, un po’ come lo è stato Narita Boy e che fanno della loro componente artistica, un unicum nel panorama videoludico. Un’avventura da giocare e soprattutto vivere, grazie ad ambientazioni e personaggi straordinari e ad un combat system semplice, forse troppo, ma al tempo stesso efficace. Una gradita sorpresa ed una ventata di freschezza in questi caldi giorni estivi.