Tanto, tanto tempo fa, esistevano delle cose chiamate cabinati. In questi cassoni, i cui relitti sono ancora funzionanti in qualche vecchia sala giochi, si trovavano i famosi giochi arcade. Videogiochi primordiali, che si potevano fruire con i gettoni della sala, con un numero limitato di tentativi e record impossibili da battere.
La cultura videoludica, prima ancora dell’home gaming, nasce da qui. Ragazzini desiderosi di passare un sabato sera diverso, bibite frizzanti e junk food, e giochini con luci colorate e suoni fantascientifici. Giochi che oggi fanno sorridere per la loro ingenuità e semplicità, ma anche sono stati i progenitori di quelli di oggi. Ecco quali per noi erano e rimangono i migliori tra gli arcade “classici”.
10. Frogger
Poteva mancare in questa lista Frogger? Uno dei cabinati più storici di casa Konami? Ovviamente no. Sviluppato nel 1981, il gioco consiste guidare una rana verso la sua tana attraverso un’autostrada e un fiume nelle quali pare hce lo scopo di tutti sia quello di metterci sotto.
La visuale dall’alto con il quale il gioco fu pensato, unita al sistema di movimento a quattro direzioni e non continuo, fatto in modo tale da riuscire a ricreare i balzi della rana ad ogni tocco sul joystick, hanno reso questo cabinato uno dei più giocati dai ragazzi di mezzo mondo negli anni ’80.
A riprova di quanto fosse pensato in maniera assolutamente perfetta, basti pensare al fatto che col tempo furono creati altri giochi di Frogger magari in 3D e basati sugli stessi principi. Ma mai nessuno convinse perdendo miseramente in confronto al primo storico titolo Konami. Un autentico pezzo di storia del gaming che non poteva che trovare un posto nella nostra classifica.
A cura di Matteo Furina
9. Space Invaders
Gli invasori arrivano dallo spazio, e c’è una sola cosa da fare: respingerli. Per farlo, le difese planetarie (qui un singolo cannoncino) mettono in atto una sorta di contraerea in verticale, distruggendo le astronavi nemiche una alla volta.
Il gioco accelera sempre più, diventando via via più difficile man mano che le astronavi avversarie si avvicinano al terreno. Se lo toccano, è game over. Il giocatore ha anche a disposizione degli scudi, distrutti poco a poco dagli alieni, sui quali può strategicamente fare fuoco a sua volta per aprire nuove feritoie di tiro.
8. Donkey Kong
Sviluppato nel lontano 1981 da Nintendo, Donkey Kong ebbe il merito di lanciare sul mercato mondiale non solo il personaggio del celeberrimo gorilla ma anche Mario (qui chiamato Jumpman) che dovrà riuscire a salvare, salendo i vari piani attraverso le iconiche scale, la fidanzata Pauline dal temibile scimmione che si difenderà tirandogli addosso vari oggetti.
L’ovvio riferimento della trama è alla fuga del finale di King Kong sull’Empire State Building, cosa che non ha fatto altro che aumentare la viralità di questo titolo. Un gameplay semplice ma comunque non assolutamente banale e che anzi, ha portato decine di persone a contendersi il record del mondo per tantissimi anni. Autentica pietra miliare del platform moderno.
A curadi Matteo Furina
7. Pong
Tennis. Basta una parola per descrivere l’essenzialità di questo gioco, tra i primissimi della storia (e fino a poco tempo fa citato spesso come il primo in assoluto). Due lineette (i giocatori), e una pallina che rimbalza tra di esse. Tutto qui, davvero.
Il gioco viene lanciato nel lontano 1972, si può giocare anche in coppia (e ci mancherebbe) e termina quando uno dei due giocatori raggiunge undici punti (ottenuti, ovviamente, eludendo la difesa dell’avversario). Oggi sembra quasi nulla, ma all’epoca era rivoluzione.
6. Q*Bert
Q*Bert, autentica icona dell’età dell’oro dei giochi arcade fu sviluppato nel 1982 da Gottlieb e fu uno dei primi a portare titolo di livello utilizzando una proiezione isometrica. Il campo da gioco è infatti una struttura piramidale di cubi dalle facce di tre colori nel quale lo scopo è rendere ciascuna faccia di uno specifico colore.
Decisamente più facile a diri che a farsi, in quanto il nostro personaggio, una palla di pelo arancione con due occhi, due piedi e un prominente naso tubolare, dovrà fare in conti con diversi nemici che cercheranno di fermare la sua missione. Abbiamo infatti il serpente viola Coily e i Gremlin Ugg e Wrongwa.
Q*Bert dovrà inoltre vedersela con dischi rotanti ai lati della piramide e le palle verdi che rimbalzano sui quadrati. Insomma una pletora di difficoltà di alto livello che hanno dato vito ad un gioco tra i più riconoscibili di sempre.
Menzione d’onore per il cabinato che conteneva al suo interno un solenoide in grado di produrre un suono meccanico ogni volta che il personaggio precipita dalla piramide, simulando così il suono di una vera e propria caduta di un oggetto sul fondo del cabinato stesso. Inimitabile.
A cura di Matteo Furina
5. Galaga
Galaga, lanciato nel 1981, è il sequel di Galaxian (1979) e la risposta di Namco a Space Invaders. Ben più elaborato rispetto a quest’ultimo, Galaga vede il giocatore non a difesa della Terra, ma lanciato contro le forze aliene con la sua astronave nello spazio.
La sua posizione è sempre fissa in fondo allo schermo, mentre le navi nemiche non si limitano a “scendere” verso di lui, ma compiono ogni tipo di acrobazia e piroetta per non farsi colpire. Lo scopo è, banalmente e con un limitato numero di vite, non farsi distruggere a propria volta.
4. Arkanoid
Arkanoid è una sorta di tennis ma molto più malefico, perché il giocatore non affronta un avversario ma “un muro”. Più precisamente, una varietà di muri, costruiti da mattoni colorati, che deve abbattere progressivamente facendovi rimbalzare contro una pallina, come a squash.
Ovviamente, non è tutto qui. I mattoni sono, a seconda dei colori, più difficili da distruggere, mentre nel corso dei livelli compaiono power-up ma anche ostacoli più fitti. Il game over? Se la pallina sfugge al rimbalzo. Sembra facile, ma provateci.
3. Bubble Bobble
Nel 1994 la Taito lanciò sul mercato Puzzle Bobble. La degna evoluzione di Bubble Bobble, del quale parliamo partendo da qui. Da lì in poi i pomeriggi nelle sale giochi di migliaia e migliaia di bambini non sarebbero mai più stati gli stessi. Due draghetti simpatici (visti già in Bubble Bubble) che devono fare sequenze di palline dello stesso colore affinchè si stacchino da un soffitto che continua a scendere.
Un concept simile a quanto visto già in Tetris però inverso. Siamo noi a dover lanciare le palline al contrario dei mattoncini che arrivano dall’alto e non è il castello di mattoncini che sale ma è il soffitto che scende. Un’idea semplice ma vincente. Dei colori bellissimi, un sonoro leggendario ed un gameplay che mano a mano che avanzano i livelli diventa sempre più difficile a causa del tempo ridotto col quale il soffitto cade e dalla stuttura iniziale delle palline.
Il calcolo delle traiettorie, inizialmente aiutato da linee tratteggiate e poi totalmente autonomo, è forse l’elemento che più di ogni altro ha reso questo gioco immortale e indimenticabile oltre ad aver portato alla creazione di migliaia di cloni nell’arco di quasi 30 anni di vita. Un titolo marchiato a fuoco nel cuore di almeno 2 generazioni di gamer.
A cura di Matteo Furina
2. Tetris
Mattoncini colorati di varie dimensioni che cadono dal soffitto e che, una volta incastrati, andranno a formare una linea completa. Forse il gioco più leggendario di sempre. Non esiste nessuna persona al mondo che non sappia cosa Tetris sia. Creato da Aleksej Leonidovič Pažitnov nel 1984, mentre lavorava per l’Accademia delle Scienze dell’URSS di Mosca, questo gioco è l’icona assoluta del gaming.
Negli anni, sebbene il mercato videoludico sia cresciuto a dismisura, il fascino del Tetris non ha mai accennato a spegnersi tanto da continuare a rappresentare terreno di sfida per campionati mondiali agguerritissimi. La gioia di riuscire a abbattere insieme 4 o 5 linee, l’ansia nel vedere la montagna di mattoncini addossarsi pericolosamente vicino al soffitto. Tutto questo e anche molto di più è Tetris. Imperituro.
A cura di Matteo Furina
1. Pac-Man
Pac-Man non ha certo bisogno di presentazioni. Tutti conoscono bene la pallina gialla e le sue avventure negli intricati labirinti insediati dai famosi fantasmi colorati, suoi antagonisti. Lo scopo del gioco è semplice: raccogliere (mangiare) tutti i pallini gialli nel labirinto, senza farsi toccare.
Per ottenere punti bonus Pac-Man può mangiare anche degli item a forma di frutta. Inoltre, si può prendere la sua riscossa contro i fantasmini, con gli appositi power-up generalmente siti agli angoli delle schermate di gioco. I nemici diventano tutti blu, e Pac-Man può mangiare anche loro.