Sì, i Dari: quelli di Wale (Tanto Wale). Dove sono oggi?
Non fingete di non ricordarli: i Dari, complesso adolescenziale (e adolescente) vertice della minuscola scena emo italiana, hanno impattato con gli anni ’00 come poche altre band. “Colpevoli” di interpretare uno stile musicale fuori moda, espressamente trash e volutamente “ambiguo”, hanno colpito più o meno tutti.
Gli ambienti musicali fieramente schierati verso il “Paese Reale” cantato dagli Afterhours, quello della musica underground e indipendente, li hanno visti come una vera minaccia. Uno sberleffo, con tinte di rosa fluo, a musicisti che da anni faticavano ai margini della scena.
E non è un caso che questa percepita ingiustizia scaldi tanto gli animi, perché i Dari (scritto dARI) sono uno dei primi veri fenomeni di YouTube in Italia. La piattaforma esiste dal 2006 ma bisogna attendere la fine del decennio perché i primi contenuti viral attecchiscano.
A lanciare i Dari nel 2008, oltre al sound caramelloso della loro hit Wale (Tanto Wale), è proprio la dimensione visiva studiata per essere tanto invadente da far male agli occhi. Il loro glam, quasi alla Lauro ante litteram, sposa l’estetica emo in voga all’epoca e alcuni vaghi echi synthwave anni ’80, più il visual kei giapponese.
Comunque, nel desolante panorama italiano di fine anni ’00, è abbastanza. Di indie ancora non si parla; il cantautorato “serio” è affidato ai gruppi rock intoccabili come Zen Circus o a figure-limite come Dente; The Giornalisti e Calcutta devono ancora esordire; nessuno si sogna neanche lontanamente il termine itpop.
Eppure, i Dari in qualche modo riescono ad anticipare, con accento volutamente “teen”, molte delle tendenze disimpegnate della musica italiana anni ’10. “Il cellulare ce l’ho già spento / Perché per me, sei troppo sbattimento”. Scialla, zio: il pop disimpegnato alla conquista della penisola.
A molti sembra un cataclisma, ma il fenomeno si esaurisce quasi subito. Nel 2008 esce l’album Sottovuoto Generazionale, che fa felici i fan della band ma manca di minacciare la “serietà” ricercata della musica italiana. Dal grande pubblico e dal mainstream, i Dari vengono presto dimenticati.
E poi? Dove sono ora? In realtà sono ancora attivi, anche se chiaramente hanno dismesso da tempo gli abiti chiassosi della loro (post-) adolescenza. Hanno pubblicato altri due album, virando poi verso il pop punk e rilasciando singoli fino al 2019, dedicandosi inoltre a diversi progetti da solisti.
Oggi non sono particolarmente presenti, complice anche la pandemia: ma la prova che si può sopravvivere alla nomea da tormentone nella loro storia c’è. I tre, guidati da Dario Pirovano, non hanno mai abbandonato la musica, approfittando del successo occasionale per proseguire una carriera reale, e concreta.