Secondo Paul McCartney il compianto John Lennon avrebbe adorato “giocare con la voce”
L’auto-tune è una delle tecnologie in utilizzo nella musica di oggi tra le più discusse. Eppure Paul McCartney, un gigante del campo, sostiene che il defunto collega John Lennon l’avrebbe adorato. Chiaramente, non dobbiamo immaginarci un John Lennon versione trap. Ecco che cosa dice Paul conversando con Mark Ronson sull’argomento.
“Credo che se John Lennon ne avesse avuto l’opportunità ci si sarebbe fissato [he would have been all over it]. Non tanto il fatto di aggiustare la tua voce, quanto di giocarci“. E, in effetti, va ricordato che Lennon non mancava di “giocare” con la propria voce con effetti di distorsione ed echi, già di per loro modifiche artificiali e “innaturali”.
Basta risentire Tomorrow Never Knows, del 1966, canzone dei Beatles nella quale Lennon chiese a George Martin di far suonare la sua voce come quella di “mille Dalai Lama”. Inoltre, spessissimo Lennon doppiava le sue parti vocali, per farle suonare più consistenti. Davvero l’auto-tune è qualcosa di tanto distante?
Non dobbiamo farci ingannare dal fatto che si tratti di un espediente stilistico, diciamo così, oggi prevalentemente legato alla scena trap. L’auto-tune esiste da ben più tempo e del resto, se dovessimo perseguire l’idea di una musica “pura”, scevra di interventi tecnologici, almeno metà della discogrfia degli stessi Beatles sarebbe da scartare.