Con un anno di ritardo, anche la saga più veloce del mondo riesce ad arrivare nei cinema. Stiamo ovviamente parlando di Fast & Furious 9, decimo capitolo (includendo lo spin-off Hobbs & Shaw) dedicato alle avventure della famiglia Toretto con annessi e connessi.
Vent’anni dopo l’uscita del primo film, tra addii e ritorni, possiamo dunque tirare qualche somma su quanto visto fino ad oggi. Un ricalco continuo che coincide con un’equazione precisa capace di soddisfare i fan più accaniti, riuscendo nel paradossale compito di rinnovarsi pur restando uguale.
Fast & Furious 9, la trama
Quattro anni dopo gli eventi dell’ottavo film, che ha introdotto Cipher e Mr. Nessuno (rispettivamente Charlize Theron e Kurt Russell), una nuova minaccia incombe su Vin Diesel e compagnia. Una minaccia che arriva direttamente dal passato, quando la Famiglia non era tutta rosa e fiori.
Fast & Furious 9, la recensione
Come un sipario, Fast & Furious 9 si apre sul 1989, anno in cui un improvviso e straziante lutto sconvolse un giovanissimo Dom Torretto (interpretato dal vero figlio di Vin Diesel). Un incipit che va a introdurre il fulcro di tutto il film, ossia il passato che prima o poi bussa alle porte del presente per dettare le linee del futuro. Insomma, qualcosa che già abbiamo visto in tutte le salse ma qui con l’aggiunta delle sempre amabili macchine modificate.
Chiaramente, come accade ormai da vent’anni a questa parte, l’intera saga Fast & Furious guarda al cinema action con un certo occhio specifico che non sempre tiene alto il livello qualitativo dei vari film. In altre parole, appare palese come le trame siano quasi un pretesto per mettere in scena donne e motori, corse e inseguimenti.
Non si esime da questa scelta neanche Fast & Furious 9, che vede dietro la macchina da presa Justin Lin, già regista di ben quattro film dedicati alla Toretto’s Family. Dopo l’incursione di James Wan, che diede una certa linfa vitale alla saga, almeno sul piano registico, rimanere su quei livelli non è certo cosa facile. Anzi, possiamo dire quasi impossibile.
Insomma, ci si interroga su cosa si è fatto fino ad oggi, su tutti quei momenti che hanno lasciato con gli occhi aperti alcuni e perplessi altri. Come la pista d’aeroporto lunga quanto un’autostrada o giù di lì, o ancora momenti in cui le leggi della fisica cessano di esistere. Non è questo il posto per la razionalità e la precisione.
Ecco quindi che con il giusto piglio, Fast & Furious 9 diventa un film profondamente divertente nonostante qualche scivolone psicologico utile solo a dilungare una già prolissa trama. Privato di queste parti più riflessive, costruite di frasi fatte, si potrebbe parlare di un film assolutamente ottimo in tutto e per tutto.
Vero è che nonostante tutto, l’equazione di cui sopra scritta durante questi anni, funziona ancora. E se possibile si spinge anche oltre, con scelte narrative che, di nuovo, fanno oscillare lo spettatore tra incredulità e stupore. Il che lo rende un film inevitabilmente non per tutti i palati.
Chi si aspetta un film riflessivo, resterà deluso. Altrettanto vero che chi cerca un film sul senso della vita e si fa staccare un biglietto per Fast & Furious 9, qualcosa ha sbagliato sin dal principio.
Andando a vedere Fast & Furious 9 ci troviamo di fronte a quello che possiamo ampiamente definire come un carsploitation ad alto budget, un cinema che riesce sempre ad andare oltre ogni umana cognizione.Raggiungendo anche lo spazio, pur di salvare la situazione.
Visti anche i tempi di crisi nel mondo del cinema, non possiamo che ben accogliere qualsiasi prodotto capace di catalizzare l’attenzione del pubblico, anche se non fa parte di un cinema impegnato e più “artistico” (etichette che andrebbero ampiamente abolite nel 2021).