I 10 chitarristi più sottovalutati della storia del rock [LISTA]
Se siete convinti di conoscere ed apprezzare appieno tutti i migliori chitarristi della storia del rock, forse questa lista vi farà ricredere. Ecco quali sono per noi alcuni tra i più sottovalutati di sempre
10 nomi tra i chitarristi assolutamente da riscoprire
I chitarristi sono, da sempre, le figure centrali della musica rock. Chi si avvicina a questo genere quasi sempre lo fa passando per le sei corde, in quanto lo strumento chitarra rappresenta alla perfezione l’indole energica e rumorosa di questo stile. Perciò è normale che nel corso degli anni chitarristi come Jimi Hendrix, Eddie Van Halen o Steve Vai siano diventati delle vere e proprie leggende.
Ma che dire di quelle figure più discrete, meno note ma magari soprendentemente valide, ingiustamente ignorate dalla storia dello strumento magari solo perché poco “tecniche” o scarsamente carismatiche? Qui ve ne proponiamo dieci, da rivalutare e da riconsiderare in virtù di qualità stilistiche individuali sulle quali spesso purtroppo si soprassiede. Iniziamo.
10. Peter Green
Peter Green, fondatore dei mitici Fleetwood Mac e figura centrale della storia del blues inglese, è venuto a mancare circa un anno fa. La sua eredità, dalla composizione di classici come questa Black Magic Woman (no, non è di Carlos Santana) alla re-invenzione di un intero genere, va ancora misurata appieno. Unico il suo stile fortemente intenso, perso tra tradizione e essenzialità d’espressione.
9. Hillel Slovak
Il vero iniziatore dello stile unico dei Red Hot chili Peppers, Hillel Slovak è tra i pochi a fondere sapientemente punk, alt rock e funk in un miscuglio unico, interessante e, per gli anni ’80, estremamente innovativo. Riff e assolo dello scomparso chitarrista, del resto, sono la scuola alla quale si forma il suo successore, nientemeno che John Frusciante.
8. Steve Hackett
Di Steve Hackett di solito la cosa che si ricorda è la sua “invenzione”, con anni di anticipo su Eddie Van Halen, della tecnica del tapping. In realtà, questo è il meno della sua rivoluzionaria attività con i Genesis, all’avanguardia della scena prog e con in mente una concezione della chitarra differente e distante dalla norma, a dir poco. Assolo, arpeggi e invenzioni di Hackett sarebbero oggi da riscoprire tutti daccapo.
7. Kim Tahyl
Se pure è vero che Chris Cornell è sempre stato la colonna portante del progetto Soundgarden, è anche vero che senza l’eclettico e inarrestabile Kim Tahyil le cose non sarebbero di certo state le stesse. Perfetta controparte per i riff storditi e paranoici di Cornell, Tahyil mostra una delle migliori tecniche della scena grunge e, nel contempo, esprime una personalità chitarristica negli anni ’90 da pochi eguagliata.