Quentin Tarantino ha parlato al podcast Joe Rogan di quello che a tutti gli effetti era come un padre per lui, il produttore Harvey Weinstein condannato a 23 anni di carcere per stupro e violenza sessuale (qui i dettagli). Il regista di Pulp Fiction si è detto triste per il suo vecchio mentore, che aveva considerato una sorta di “fottuta figura paterna”.
Vorrei aver fatto di più – ha detto Tarantino – aver parlato con lui. Vorrei averlo fatto sedere e aver avuto una conversazione scomoda. Non sapevo di stupri o cose del genere… ma sapevo che era tipo, sai… Pensavo che fosse il classico capo che insegue la segretaria intorno alla scrivania… sai, del tipo che fa avances indesiderate. L’ho visto così.
Vorrei avergli parlato. Vorrei averlo fatto sedere dicendogli: “Harvey, non puoi farlo, rovinerai tutto” . Non credo che nessuno ne abbia parlato con lui. E il fatto è che tutti quelli che erano nella sua orbita lo sapevano. Probabilmente non sapevano nulla degli stupri. Ma avevano sentito delle cose.
Andando avanti con l’intervista, il regista ha parlato anche con Rogan di un’intervista fatta nel 2017 con ilNew York Times, quando ha detto che sapeva abbastanza per fare di più e ha espresso rammarico per non essersi preso le sue responsabilità dopo che più attrici gli hanno parlato delle accuse. Il cineasta di Knoxville ha infatti affrontato Weinstein solo dopo aver appreso delle accuse di abusi sessuali dalla sua ex fidanzata, l’attrice Mira Sorvino, e dalla star di Kill BillUma Thurman.
Tarantino è stato strettamente associato a Weinstein per la maggior parte della sua carriera, a cominciare dal debutto del regista nel 1992 , Le Iene, che è stato distribuito dall’ex compagnia del produttore, la Miramax. Da lì in poi quasi tutti i film del regista hanno visto figurare Weinstein tra i produttori.