L’amore camuffato che in fin dei conti amore non è. Sono molti i titoli che raccontano storie romantiche, dove tutto è idilliaco, dove la coppia si completa. Ma non sempre una relazione è rosa e fiori.
Nella realtà così come nella finzione, sono molteplici le relazioni tossiche che molti registi raccontano a modo loro, ora più palese, ora più velato, lasciando margini di discussione.
Storie d’amore consumato, dove il sentimento viene sostituito da sopraffazione, da un bisogno ossessivo di attaccamento. Fino a far svanire la luce negli occhi di ogni amante, rubata dagli occhi altrui, per parafrasare Intimisto dei CSI.
Assassini nati – Natural Born Killers, Oliver Stone, 1994
Mickey (Woody Harrelson) e Mallory Knox (Juliette Lewis), una coppia folle per un film altrettanto folle. Diretto da Oliver Stone e scritto da Quentin Tarantino, Natural Born Killers racconta la storia di due fuggiaschi uniti da un passato traumatico fatto di violenza.
In altre parole, quando l’amore nasce da un trauma che unifica finché morte non li separerà. Nonché un film che fece fortemente litigare Tarantino e Stone, reo quest’ultimo di aver modificato fin troppo la perfetta sceneggiatura del regista di Knoxville. Insomma, un film dove i rapporti sono malsani anche dietro le quinte.
Discussioni social a dir poco accese per stabilire di chi fosse la colpa della rottura. Ma in cuor nostro, lo sappiamo già di chi è la colpa.
Joseph Gordon-Lewitt e Zoey Deschanel si conoscono grazie ai Joy Divison. Escono insieme ma l’amore scatta solo da una parte. Quella stessa parte che si attacca morbosamente ad una Zoey Deschanel che aveva già messo le cose in chiaro.
Tuttavia, quel romanticismo camuffato da parte di Joseph Gordon-Lewitt in (500) Giorni Insieme nasconde ben altro, una vera e propria (e malsana) ossessione. Chissà se il sequel cambierà le carte in tavola?
Le onde del destino, Lars von Trier, 1996
Quando tutto può andar storto, nel senso stretto del termine. Una fenomenale Emily Watson in Le onde del destino si barcamena tra i suoi sentimenti e un paesino moralista all’inverosimile.
Quello che però sembra essere amore, si rivela poco a poco una forma di dipendenza totale verso uno sfortunato Stellan Skarsgard, il cui epilogo non è assolutamente fortunato. Un film struggente, forse il migliore appartenente alla famosa trilogia del cuore d’oro firmata Lars von Trier.
Capolavoro di Matteo Garrone che riprende un fatto di cronaca. In Primo amore Sonia e Vittorio si conoscono, si prendono subito, finché Vittorio non si rivela per ciò che è. Un abile manipolatore che porterà all’anoressia Sonia per un suo fetish personale.
Un film drammatico e intenso fino al tragico ma inevitabile finale. Forse l’emblema delle relazioni tossiche, di rapporti logoranti dove alla fine si dovrà scegliere se salvare l’altro o se stessi.