L’inossidabile indie rock dei Modest Mouse non arretra di un passo
Ormai toccati i venticinque anni di carriera, i Modest Mouse si confermano con il loro ultimo album una di quelle sicurezze sulle quali la scena indie rock può sempre contare. La formazione guidata da Isaac Brock sforna ancora una volta un lavoro solido, sicuro e con i piedi ben piantati a terra. Difficile esserne delusi.
The Golden Casket, questo il titolo del settimo album della band, è una collezione di canzoni scritte secondo uno stile indie tradizionale, fatto per i nostalgici del genere. Chi ci è cresciuto negli anni ’00, con band come Arcade Fire o Broken Social Scene, troverà qui quello che cerca.
I Modest Mouse sono tra i grandi reduci della musica degli ultimi decenni e sono ancora in piedi. E tanti dei brani nel disco lo dimostrano tranquillamente. We’re Lucky, Wooden Soldiers, The Sun Hasn’t Left (la migliore forse della tracklist) e Japanese Trees sono tutte canzoni che non lasciano rimpiangere alcun suono lasciato da parte.
Una domanda: The Golden Casket è un album tanto buono da compensare i sei anni di attesa dall’uscita del precedente? No, non lo è. Ma i Modest Mouse sono in una posizione tale da potersi permettere di non considerare i capricci di una scena musicale in perpetuo movimento.
La loro storia l’hanno fatta e sarebbe anche tempo che gli artisti contemporanei iniziassero a guardare indietro all’enorme valore della loro produzione, da The Moon & Anctartica (2000) fino a questo ultimo disco. Se ancora non succede, poco male. I Modest Mouse continuano a fare quello che sanno fare bene e The Golden Casket non sfigurerà affatto nella loro ricca discografia.