Loki: Recensione del terzo episodio della serie Marvel
Su Disney+ è arrivato il terzo episodio di Loki, la serie dedicata al Dio dell'inganno. Ecco la nostra recensione di questa nuova eclettica puntata con Tom Hiddleston e Sophia Di Martino.
Mercoledì 23 Giugno la piattaforma Disney+ ha rilasciato in tutto il mondo il terzo episodio di Loki, la nuova serie prodotta da Marvel Studios, dedicata al Dio dell’inganno. E nonostante si tratti di un episodio più breve rispetto ai due precedenti, con l’ingresso in scena di una nuova Variante l’azione sembra decisamente entrare nel vivo.
Nei primi due episodi (qui la nostra recensione) avevamo ritrovato l’affascinante mutaforme interpretato da Tom Hiddleston in un punto particolare della sua esistenza. O meglio, delle sue esistenze, già che un Loki era già morto con lo schiocco delle dita di Thanos in Avengers: Infinity War.
Quel Loki si era effettivamente redento, battendosi al fianco del prode fratellastro attraverso la linea temporale descritta negli spin-off Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. In Avengers: Edgame, invece, un altro Loki era riuscito a impossessarsi del Tesseract, il cubo cosmico, e così teletrasportarsi nello spazio e nel tempo.
È proprio questo Loki che ritroviamo nella terza serie proposta da Marvel, segnando ufficialmente l’ingresso nella quarta fase del Marvel Cinematic Universe, dopo il successo di WandaVision e le perplessità che ci aveva invece lasciato The falcon and the winter soldier, un serial di assetto decisamente più tradizionale.
Dopo questi primi tre episoditutti gli interrogativi restano ancora aperti, e la nuova avventura di Loki potrebbe ancora procedere verso le più svariate direzioni. Ma di certo abbiamo capito almeno tre cose fondamentali.
Anzitutto, a livello formale, la serie dedicata al Dio degli inganni, mutaforme per essenza, è destinata a cambiare continuamente di fronte ai nostri occhi, attraversando impunemente il confine tra i generi cinematografici più disparati.
Secondo, sarebbe sbagliato identificare il nuovo Loki esclusivamente come un villain. “Nessun buono è totalmente buono e nessun cattivo è totalmente cattivo“. Queste le sue parole nel secondo episodio. E in questo semplice concetto si nasconde in realtà un’imprevedibilità rivoluzionaria rispetto all’universo codificato dei cinecomic.
Infine, con il terzo episodio Loki ha confermato esplicitamente la propria bisessualità . Già nel fumetto il Dio dell’inganno era una figura gender fluid. Ma la notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo. Nell’ambito dell’MCU (e in generale dei cinecomic) si tratta infatti di una dichiarazione senza precedenti.
Un nuovo punto di rottura segnato dal nostro Loki, che promette di continuare a stupirci episodio dopo episodio, procedendo sempre in direzione ostinata e contraria.
Alla fine dell’episodio due avevamo lasciato Loki (Tom Hiddleston) nella sede della TVA, la Time Variance Autorithy. Dopo aver scelto inizialmente di collaborare con i Custodi della Linea Temporale, e in particolare con l’agente Mobius M. Mobius (Owen Wilson) Loki sceglie invece di seguire la misteriosa Variante.
La donna si rifiuta di essere definita semplicemente come un Loki tecnoerudito. Pretende invece di essere chiamata con il suo nome, Sylvie (Sophia Di Martino). Il loro incontro non ha esattamente le migliori premesse. Ma quando Loki usa il Tempad i due si ritrovano per errore su Lamentis-1 nel 2077.
Ovvero, su un pianeta che sta per essere disintegrato nella peggiore delle Apocalissi. Ai due non resta che sancire una nuova alleanza, mentre cercano un modo per ricaricare il Tempad, teletrasportarsi altrove e sfuggire a morte certa. Sarà l’inizio di una strana, imprevedibile amicizia?
Il terzo episodio della serie Loki si rivela, al momento, il più interessante in termini audiovisivi. Se nel primo episodio avevamo rivisto attraverso gli occhi dello stesso Dio dell’inganno un grande recap delle sue avventure nell’MCU, il secondo episodio ci aveva stupito, segnando una brusca incursione nel genere poliziesco.
Il lungo dialogo, che segna un forte avvicinamento tra Loki e l’agente Mobius M. Mobius, sembrava introdurre un vero e proprio procedural drama (un particolare approccio narrativo al poliziesco, che segue passo passo gli sviluppi di un’indagine o una missione).
Ma quando Loki si trova di fronte al vero volto della Variante, la serie cambia ancora passo, introducendo un episodio particolarmente eclettico. In questa puntata, infatti, abbandoneremo la sede della TVA per ritrovarci su un pianeta alieno, Lamentis-1, in piena apocalisse.
Assisteremo a una serie serrata di scontri fisici, che vedono prima Loki e Sylvie l’uno contro l’altro, poi uniti in un fronte comune. A livello di CGI, una volta giunti sul pianeta Lamentis-1, la serie raggiunge visivamente il suo meglio. Ma poi il registro cambia ancora, virando verso i toni del “boy meets girl”.
Il primo vero confronto fra Loki e Sylvie assume presto i contorni di una schermaglia romantica. I due parlano del passato, dell’infanzia, arrivano perfino a discutere della natura dell’Amore. E nel frattempo si provocano continuamente, lasciando presumere il possibile inizio di una grande passione, e forse perfino di una relazione.
In molti hanno discusso della bisessualità di Loki, che nel corso di questo dialogo viene esplicitamente confermata, come peraltro quella della stessa Sylvie. Ma è importante sottolineare come nella stessa frase Loki affermi anche di non aver mai trovato il vero amore.
Sarà proprio questa Variante tecnoerudita, così simile e così diversa da lui, a fargli scoprire le emozioni di una vera, profonda, travolgente storia d’amore? Al momento non è dato sapere. Ma certo, sarebbe una novità clamorosa assistere al Dio dell’inganno che mette a nudo il proprio cuore.
Per scoprire qualcosa in più sulla misteriosa Sylvie, le possibili evoluzioni del suo rapporto con Loki e scoprire anche la prossima mutazione della serie, che promette di attraversare ancora il confine tra i generi, non ci resta che aspettare il prossimo episodio, in arrivo il 30 Giugno. Continuate a seguirci!