Ambientato negli anni Dieci del Novecento, Reds racconta di una relazione amorosa profondamente segnata dalla politica e dalla guerra. La prima collaborazione con Warren Beatty portò Vittorio Storaro a vincere il suo secondo Oscar alla migliore fotografia.
I due amanti, ossia Beatty e Diane Keaton, sono raffigurati spesso in un’unica inquadratura. Nei momenti di crisi del loro rapporto aumentano le ombre e i campi e controcampi. Durante i comizi politici di lui, i campi lunghi inquadrano tutti i partecipanti, dividendo i fidanzati. Lei sembra quasi soffocata dalla folla in visibilio, come lo è anche il rapporto amoroso.
I campi lunghi, inoltre, a volte ripresi da una finestra di appartamento, seguono le parate militari, dando una precisa contestualizzazione. La scena più toccante risulta quella di lui che, sceso dal treno, in mezzo al fumo e agli spari, corre incontro a lei.
9) L’ultimo imperatore – Bernardo Bertolucci (1987)
L’ultimo imperatore è il maggior successo di Bernardo Bertolucci, in grado di aggiudicarsi 9 premi Oscar. Tra questi si annovera la terza statuetta assegnata a Storaro per la sua magnifica fotografia. Il film ripercorre la vita dell’imperatore cinese Pu Yi, salito al potere a tre anni (due nella realtà) nel 1908. Nel frattempo, nel Paese avvenivano sconvolgimenti socio-politici, guerre e colpi di stato.
Storaro si diverte con i colori sgargianti dei funzionari del palazzo dell’imperatore, catturati all’interno di campi lunghi. Le parate e le adunate sono fotografate con grande maestria e rispetto per le geometrie degli spazi, creando un forte impatto visivo. I primi piani servono a imprimere nell’immagine i volti riflessivi di alcuni personaggi, spesso raffigurati con uno sbiadito filtro bianco.
Il palazzo è, però, anche una prigione per il piccolo imperatore. Vittorio Storaro, infatti, abbonda con i campi lunghissimi per mostrare sia lo sfarzo che la composizione labirintica del palazzo (e del potere). Icolori tendono a spegnersi quando vengono messi in scena complotti, raffigurati personaggi poco raccomandabili o in ingiuste condizioni.
10) Dick Tracy – Warren Beatty (1990)
La seconda collaborazione con Warren Beatty portò Vittorio Storaro alla quarta nomination all’Oscar per la migliore fotografia. Dick Tracy è ispirato all’omonimo fumetto di Chester Gould e vede l’investigatore protagonista sfidare il criminale Big Boy. Ma una misteriosa figura mascherata rappresenta un’altra ipotetica minaccia.
Il direttore della fotografia ha dato un taglio fumettistico al film, anni prima di film come The Mask e Sin City. Coadiuvato dalla costumista Milena Canonero e dagli scenografi, Vittorio Storaro si impegna nell’abbinamento dei colori. Essi risultano quindi fortemente accesi e innaturalmente vividi. I criminali indossano buffe maschere caricaturali, risultando goffi nella loro cattiveria.
Anche i giochi di luci e ombre contribuiscono alla riuscita visiva del film. Al night club in cui canta Madonna vediamo luci di ogni colore, così come nelle strade cittadine, illuminate anche da improbabili lampioni blu o verdi. Per dare un tocco noir, molte scene ditensione sono avvolte dalla penombra.