Mahmood costruisce la sua personale mitologia musicale e racconta mille storie in una
Ghettolimpo è il secondo album di Mahmood, un viaggio tra suoni fantastici e scenari mitologici che dalla sua esperienza di strada lo conduce attraverso il moderno successo, interpretato come la realizzazione multipla di una fantasia escapista giovanile. In altre parole, Mahmood ha trasformato il proprio ghetto in un suo personale Olimpo, ma fa sempre parte di entrambi.
Il cantante, ormai tra i più seguiti e apprezzati in Italia, fonde e confonde memorie infantili e adolescenziali, riflessi del successo e sfaccettature dell’amore asettico che ne risulta. Da una parte la cruda realtà, quella dalla quale sempre si cerca di fuggire. Dall’altra i sogni e i mondi immaginari che trasformano storie tristi e povere in racconti avvincenti.
Mahmood prende a piene mani dalla mitologia greca ma non solo. Non mancano simbolismi provenienti dal vicino e meno vicino oriente, che si sposano con melodie, ritmi e atmosfere del tutto ispirati ai medesimi territori. Il cantante gioca su metafore, come quella di Kobra, o su figure mitiche, come quella in Icaro è Libero (queste le due canzoni migliori), per dare vita ai suoi personaggi.
Un disco che oscilla tra esperienze terrene e fantasie ultraterrene
Sono personaggi che, come vale un po’ per tutti, cercano di trovare l’essenza di un mondo caotico e sempre più informe. Uno dei temi centrali dell’album, in questo senso, è l’eterna ricerca di un amore sincero che, però, non può mai evitarsi di lasciar trasparire ogni ombra e dubbio che lo potrebbe spegnere.
Un viaggio tra misticismi, realtà astratte e interpretazioni epiche di un vivere quotidiano che, anche dall’alto della sua fama, Mahmood sente di voler trasformare in un proprio sogno fantastico. Una storia, un anime, un videogioco, un film. Forse non raggiunge il suo scopo e forse non è possibile raggiungere uno scopo simile. Ma, nel mezzo, ne esce un album riuscitissimo.
Complice, anzi, mente portante dell’intero progetto, è il sempre infallibile Dardust, che firma una serie di produzioni una più riuscita dell’altra. La voce unica ed eterea di Mahmood, seguendo un cantato che oscilla tra soul, R&B e rap senza sbagliare una nota, vi veleggia sopra in una serie di viaggi musicali ultraterreni che colorano Ghettolimpo di una bellezza rara nella musica italiana.