I Wanna Be Your Slave dei Maneskin è un inno all’amore per tutti
I Wanna Be Your Slave è una traccia tratta dall’ultimo album dei Maneskin, Teatro d’Ira: Vol. 1. La canzone sta iniziando ad avere un grande successo, in Italia come all’estero, forse in virtù del titolo particolarmente evocativo, forse grazie al potente sound rock sempre convincente e ormai caratteristico del gruppo.
Nonostante quanto si potrebbe pensare in prima battuta, I Wanna Be Your Slave non è I Wanna Be Your Dog degli Stooges. Non si parla di un rapporto di sudditanza o di sottomissione, quanto delle varie sfumature di un amore, carnale o anche platonico che sia, che i quattro, con la voce di Damiano, promettono di abbracciare in ogni forma.
Un testo perfettamente attuale nel 2021, in tempi di gender fluidness e non-binarietà sdoganata per tutti. Smentire i preconcetti, smontare le aspettative e mettere nella testa di tutti che ogni tipo di amore, purché consensuale, è legittimo. Questo l’intento dei versi dei Maneskin in I Wanna Be Your Slave. Leggiamoli.
“Voglio essere il tuo schiavo E voglio essere il tuo padrone Voglio farti battere il cuore Come un ottovolante”
“Voglio essere un bravo ragazzo Voglio essere un gangster Perché tu puoi essere la bella E io posso essere la bestia”
“Ti amo da questa mattina Non solo per far finta [Not just for aesthetic] Voglio toccare il tuo corpo Così fottutamente elettrico”
“So che hai paura di me Dici che sono troppo eccentrico Piango tutte le mie lacrime Ed è fottutamente patetico”
“Voglio dipingerti la faccia / Come tu sia la mia Mona Lisa”
“Voglio renderti affamata E poi voglio sfamarti Voglio dipingerti la faccia Come tu sia la mia Mona Lisa”
“Voglio essere un campione Voglio essere un perdente Sarò anche un clown Perché ti voglio divertire”
“Voglio essere il tuo sex toy Voglio essere il tuo insegnante E voglio essere il tuo peccato Voglio essere un predicatore”
“Voglio far sì che tu mi ami E poi voglio lasciarti Perché piccola io sono il tuo Davide E tu sei la mia Golia”
Nel 2021 i quattro scongiurano i ruoli nell’amore, rendendoli intercambiabili, per un affetto completo ed universale
Il testo presenta una serie di dualismi incentrati attorno ad ogni tipo di dinamica di coppia, con tanto di metafore bibliche (Davide e Golia) che espongono ruoli, alternati, di dominio e sottomissione. Ciò che rende i versi intelligenti e apprezzabili è la presentazione di queste dicotomie come sfaccettature irrinunciabili in un rapporto d’amore, ma senza che mai un ruolo prevalga sull’altro.
In altre parole, l’amore descritto dalla graffiante voce di Damiano David e dai Maneskin non prevede “un vincitore” (o una vincitrice, o quel che sia). Sicché, anche in una situazione nella quale uno domina e l’altro è dominato, entrambi “vincono” perché entrambi si adattano fluidamente al proprio ruolo in virtù del piacere comune. Il contrario di come invece molti, ancora oggi, concepiscono una relazione.
Non si parla solo di rapporti sessuali ma anche, tra le righe, di gender roles (‘Cause you can be the beauty / And I could be the monster) e di superamento degli stereotipi. Il cantante, o protagonista, in quanto persona matura può, in una relazione, essere sia “bravo ragazzo” che “gangster”, sia “campione” che “perdente”. Un individuo completo è tutte queste cose e lo è anche un amante cosciente.
“Perché sono il diavolo E cerco redenzione Sono un avvocato E cerco redenzione Sono un assassino E cerco redenzione Sono un fottuto mostro E cerco redenzione”
“Sono un cattivone E cerco redenzione Sono una ragazza bionda E cerco redenzione Sono un pazzo [freak] Che cerca redenzione Sono un fottuto mostro Che cerca redenzione”
“Perché sono il diavolo / E cerco redenzione”
Il ritornello elenca una serie di figure negative o generalmente mal considerate che, in quanto tali, arrogano il diritto di essere amate a loro volta. Il male, come è ben noto, scaturisce dalla mancanza d’amore; allora, tutti questi villain chiedono “redenzione” per riscattarsi dalla loro vita peccaminosa nella più umana delle maniere possibili.
L’utima parte del testo (qui sotto) riprende come nella prima strofa, variando però significativamente negli ultimi versi. Ancora, vengono esplorati accenti relazionali diversi, con connotazioni anche negative ma che lasciano sempre la possibilità ai due amanti, chiunque siano, di scambiarsi i ruoli.
Questo è quanto avviene in una relazione sana: ci si “nutre” continuamente a vicenda, senza permettere mai che nessuno dei due prenda troppo dall’altro. E se bisogna fare a turno, niente di male: nel 2021 non è più detto che qualcuno controlli e che l’altro venga controllato. Una bella utopia, espressa con un rock vivace e dirompente che, nel panorama attuale, si rivela assolutamente necessario.
“Voglio farti stare zitta E voglio renderti nervosa Voglio liberarti Ma sono troppo fottutamente geloso”
“Voglio tirare i tuoi fili Come se fossi la mia Telecaster E voglio che tu mi usi Potrei essere il tuo pupazzo”