La Repubblica Italiana | Il racconto cinematografico di un paese diviso
Il 2 Giugno è la Festa della Repubblica Italiana. Ecco come la sua nascita è stata raccontata dal cinema italiano, dalla fondazione ai primi anni di vita.
Il 2 e il 3 Giugno del 1946, gli italiani furono chiamati per pronunciarsi a favore della monarchia o della repubblica. In quei giorni il paese cambiò volto e nacque la Repubblica Italiana. Ma dal referendum emerse un paese diviso a metà. Il film Una vita difficile racconta questo passaggio della nostra Nazione, con un grandissimo Alberto Sordi come protagonista.
Una vita difficile
Nel 1961 esce il film Una vita difficiledi Dino Risi. La narrazione comincia nell’inverno del 1944. Nei pressi del Lago di Como vediamo Silvio Magnozzi, un partigiano romano, che combatte con la resistenza. Fa la conoscenza di Elena (Lea Massari) che lo salva da un nazista e Silvio trascorre un periodo di tempo insieme alla donna. Fra i due nasce una relazione.
Dopo la Liberazione Silvio diventa un giornalista impegnato che scrive su un quotidiano di sinistra e i due, dopo un ricongiungimento, si spostano insieme a Roma. Il film utilizza il personaggio dell’idealista Silvio – interpretato da Alberto Sordi – per raccontare quegli anni di passaggio: il referendum per la proclamazione della Repubblica Italiana, le prime elezione democratiche del 1948, l’attentato a Palmiro Togliatti.
Quello di Sordi è un personaggio dai forti ideali che, per tutto il film, si trova sull’orlo di tradire la sua spinta purista e cedere al compromesso. Quando nel 1950 esce dal carcere viene a conoscenza del fatto che un suo compagno di lotta, Simonini, anche lui giornalista, ha lasciato il giornale per mettersi dalla parte dei padroni.
Elena, ora sua moglie, inizialmente lo sostiene ma poi, complice la madre di lei, lo esorta a prendersi una laurea, accantonare la scrittura e trasferirsi a Cantù dove avrebbe un posto fisso. Tra i due il rapporto si rompe e si separano. Ma Silvio rimane fermamente innamorato di Elena.
La narrazione fa un balzo e arriviamo al 1961. Silvio ha lasciato il giornalismo e ora lavora come segretario personale dell’affarista Bracci. Ha un posto fisso, uno stipendio sicuro, Silvio ha trovato il suo posto nella Repubblica Italiana del boom economico. Ma ha rinunciato ai suoi ideali.
Nella scena finale, ci troviamo a casa dell’affarista Bracci, durante una sua festa. Bracci ridicolizza Silvio davanti ad altri invitati e anche Elena è presente alla scena. Silvio con uno scatto di reni, trova la forza di reagire rinunciando a quella vita di agi che aveva creato. Recupera così la sua dignità e la sua relazione con Elena.
La proclamazione della Repubblica Italiana
Il giorno del referendum istituzionale, Silvio ed Elena si trovano in strada e cercano di rimediare una cena. Vorrebbero mangiare in un ristorante pagando con una cambiale e ovunque vengono rifiutati. Il caso vuole che Elena incontri un suo vecchio amico, il marchese Daniele Capperoni. L’aristocratico li invita a cena. Inizialmente la coppia rifiuta l’invito perché non indossano l’abito di gala ma il marchese li rassicura dicendo “Voi artisti non avete il dovere di essere eleganti”.
Elena e Silvio sono inizialmente colpiti dalla gentilezza del marchese ma ben presto conoscono il vero motivo dell’invito: l’uomo voleva evitare che fossero in 13 a tavola. La coppia è affamata e decide di restare comunque a cena.
Durante il pasto viene proclamato l’esito del referendum. Monarchia voti 10 709 423, i nobili esultano. Repubblica voti 12 milioni 718 mila 019, i nobili ammutoliscono e lasciano la tavola. Elena e Silvio, rimasti soli, brindano con una coppa di champagne. È nata la Repubblica Italiana.
L’Italia divisa in due
Dal referendum del 2 Giugno 1946 emersero due Italie. I risultati fotografarono una Nazione spaccata a metà. E il cinema italiano ha sempre sottolineato questi due volti del nostro paese. Lo stesso Dino Risi, un anno più tardi, firmerà la regia di Il sorpasso. Protagonisti della pellicola sono Roberto e Bruno, interpretato da Jean-Louis Trintignant e da Vittorio Gassman: due giovani del boom economico italiano.
Il primo è uno studente di legge al quarto anno che il giorno di Ferragosto aveva programmato di passarlo a studiare. Il secondo è uno sbruffone, amante della bella vita che pur di non rimanere da solo a Ferragosto coinvolgerà Roberto nella sua giornata senza pensieri e si renderà accidentalmente colpevole della morte di quest’ultimo.
C’eravamo tanto amatiè del 1974. Il film di Ettore Scola narra le avventure di 3 amici, partendo dalla guerra di liberazione dal nazifascismo per arrivare all’Italia odierna del 1974. Gianni (Vittorio Gassman), Antonio (Nino Manfredi) e Nicola (Stefano Satta Flores) sono ex partigiani e sono tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). I 3 amici sono 3 aspetti di un unico personaggio: quello di un italiano e delle sue contraddizioni interne. Con un film dal sapore amaro, Ettore Scola racconta 30 anni della Repubblica Italiana con uno sguardo disilluso, dove le utopie politiche hanno perso e hanno lasciato un vuoto che non viene colmato.
La meglio gioventù (2003) di Marco Tullio Giordana invece cerca di trovare una sintesi tra le due anime dell’Italia. Il racconto parte dal 1966 e si snoda fino al 2003 utilizzando la storia personale di due fratelli per raccontare la Storia di 40 anni di Repubblica Italiana. Nicola e Matteo sono due fratelli, un medico e un soldato e rappresentano, secondo il regista, il volto migliore di quell’Italia che ha saputo reagire davanti a gravi crisi come l’alluvione fiorentina del 1966 o il terrorismo degli anni ’70.