In queste ore i gamer sui forum online dibattono sull’importante questione della “paffutaggine” di Aloy in Horizon Forbidden West
Aloy è la beneamata protagonista di Horizon Zero Dawn e dell’annunciato, attesissimo sequel: Horizon Forbidden West. Il primo gameplay reveal di questo nuovo titolo si è tenuto pochi giorni fa durante un apposito State of Play e gli entusiasmi suscitati non sono stati pochi. Il secondo gioco della saga Horizon promette infatti innovazioni al punto state-of-the-art, come minimo.
Eppure, c’è stato spazio per delle lamentele. Anche stavolta. Il caso ci porta purtroppo vicino alla sempre popolare mania del body-shaming: quando il “tribunale” dei social interviene in massa a giudicare l’appariscenza di qualcuno (sì, la maggior parte delle volte, donne) dall’alto di non si sa quale superiorità morale o estetica.
Sta accadendo anche ora, dato che molti gamer non hanno potuto fare a meno di notare, nel gampleay di Forbidden West, quella che appare come una sorta di “paffutaggine” di Aloy, che la fa apparire un po’ più, possiamo dirlo, “grassa” rispetto a come la vedevamo in Zero Dawn. La discussione è accesa sui forum online come Reddit, come possiamo vedere qui sotto.
Sulla questione si possono fare due considerazioni: una di carattere tecnico, l’altra di carattere morale. La prima, affrontata anche nella stessa discussione online: la percezione di una “Aloy grassa” o “paffuta” che dir si voglia potrebbe dipendere semplicemente da un problema di zooming o di “inquadrature”, dando una percezione del volto non realistica.
E del resto, stiamo parlando del personaggio di un videogioco: letteralmente non esiste. D’accordo che la grafica nei volti nel gaming ha fatto passi da gigante dai tempi dei poligoni negli anni ’90 e anche dai sottili accenti espressivi di un L. A. Noire, ma sempre di una persona inventata si tratta.
Ed ecco il secondo punto: davvero dovrebbe essere un problema? Anche ammesso che sia diritto di chiunque criticare l’operato altrui in campo videoludico, specie nel caso di Guerrilla Games, che ci ha regalato questi due titoli fantastici. Ma poniamo, per ipotesi, che ok, qualcuno abbia deciso di creare una “Aloy grassa”. E allora?
Is it me or Sony be making their lead female protagonist look masculine as hell..barely no curves or rough non feminine features..Unlike the average woman. Like *cough cough..TLOU2’s Ellie…etc. Just saying #My2cents Pic from the game on the left, fan made on right. Hire fans lol pic.twitter.com/S1tLnmO7l6
In realtà la questione è un po’ sempre quella, antica, della preservazione degli standard di bellezza imposti dalla cultura consumistica (e maschilista, ci permettiamo di dire) del ventesimo secolo e contemporanea. La stessa che, ironicamente, viene a più riprese denunciata nei giochi stessi e che porta il mondo di Zero Dawn, del resto, all’apocalisse.
Il problema, appare, è che molti gamer semplicemente non accettano l’idea di un personaggio femminile “distante” da un’ideale di bellezza standard, come quello delle moderne Lara Croft, per esempio. E cosa c’è dall’altra parte? Non tanto la “paffutaggine”, quanto, come mostra questo tweet virale (qui sopra), una temuta “mascolinizzazione” del personaggio.
Insomma, “pericolo” LGBTQ+, Ellie di The Last of Us 2… un problema opposto eppure complementare a quello della “Aloy grassa”. Non è come la vogliamo “noi”. Ma chi decide? La percezione, nell’era della Snyder Cut e delle petizioni per Days Gone 2, è che a decidere debba essere il pubblico. Ma, ovviamente, in ultima istanza non è così.
Poniamo che Aloy sia effettivamente, nel nuovo gioco, “grassa“. A parte il fatto che ci sembra difficile, visto quanto deve correre in giro di continuo, saltare e combattere; dura mettere su peso, così. Ma sia pure: nel mondo esistono persone grasse e niente impedisce che esistano anche dopo un’apocalisse e una completa ri-generazione della specie.
Poniamo che Aloy sia “mascolina”; o anche, vogliamo dire la parola che a molti fa ancora paura: gay. Niente lo indica e anzi sembra ancora particolarmente leagata a Erend, l’uomo con il quale vive quasi tutta la sua avventura in Zero Dawn. Ma sia pure anche questo: nel mondo esistono donne lesbiche. E donne trans. E persone non-binarie. Perché non in un gioco?
Che poi, neanche sulla questione venisse messo chissà quale accento. Neanche ci si soffermasse ad ogni piè sospinto. Invece, dal primo gameplay Aloy appare impegnata come al solito a falciare macchine e a svelare complotti orditi un millennio prima, la sua ordinaria amministrazione. Che lo faccia con le guance un po’ più sporgenti o con dei tratti mascolini, cambia davvero qualcosa?