Veleno: recensione della nuova docu-serie Prime Video

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Veleno: la trama

Nel 1997 più di sedici bambini furono portati via dalle loro famiglie senza fare mai più ritorno a casa; uno dei casi più inquietanti della cronaca nera italiana degli ultimi 20 anni.

Oltre venti persone furono accusate di far parte di una setta chiamata “I diavoli della Bassa Modenese” che, secondo l’accusa, sarebbe colpevole di pedofilia e violenza nei confronti dei sedici bambini. Dalla denuncia di uno dei bambini seguì una vasta indagine della Polizia italiana che portò all’allontanamento definitivo di tutti i ragazzini dalle proprie famiglie.

Questa è la trama di Veleno (2021): la docuserie italiana di cinque episodi su Prime Video, scritta e diretta da Hugo Berkeley ed ispirata al libro Veleno: Una storia vera di Pablo Trincia.

Veleno, la recensione

La triste e dolora storia di Veleno ci viene introdotta nei primi tre episodi dei cinque totali. Le puntante dedicate alla ricostruzione della vicenda sotto forma di classico docu-crime all’americana. Si inizia da quello che verrà denominato il “bambino 0”, Dario, sette anni, figlio di una famiglia disfunzionale, il quale svela alla madre affidataria che in famiglia succedono cose brutte.

A questo punto intervengono immediatamente i servizi sociali. Dario incomincia ad accusare anche altre famiglie, parla di riti satanici, cimiteri, bambini uccisi. Altri minori, nei vari incontri, aggiungono nuovi dettagli sconvolgenti. Sedici bambini vengono sottratti ai genitori.

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Veleno (2021) Credits: Amazon Prime Video

Quasi vent’anni dopo, quella stessa storia, puntata dopo puntata, ci immerge in testimonianze e documenti, raccolti durante l’inchiesta e spariti dalle pagine della stampa nazionale e locale, raccontandoci un’altra storia su quei bambini, capovolgendo tutti i punti di vista allora conosciuti.

Vedremo come a distanza di anni si scoprirà che non esisteva nessuna rete di pedofili, nessuna setta satanica che praticava nei cimiteri, bambini uccisi o corpi occultati.

Orrori ed errori di mala sanità e amministrazioni corrotte che hanno segnato nel tempo tantissime persone e distrutto intere famiglie. Alcuni morti di crepacuore, altri suicidati, qualcuno è scappato all’estero per non farsi portar via il figlio in grembo, e qualcuno non ha mai più visto il proprio fratello, né i propri bambini.

Il metodo di indagine di Berkeley

Il regista Hugo Berkeley, sulla scia di SanPa, realizza la docu-serie in maniera molto basilare. Registra le reazioni delle presunte vittime e delle persone nel frattempo assolte, ascolta le figure professionali coinvolte dall’ossessivo lavoro del giornalista milanese Pablo Trincia, dando ampio respiro a molteplici punti di vista discordanti tra loro. Passa dai servizi del telegiornale alle trasmissioni televisive; riprese dei racconti dei bambini raccolti durante i processi; interventi degli avvocati della difesa, di uomini politici e degli assistenti sociali dell’epoca, come Valeria Donati, ad oggi criticata per i metodi poco regolari con cui probabilmente indusse le confessioni dei bambini.

Arriveremo così alla nascita della stessa inchiesta di Veleno, storia scoperta dapprima da Pablo Trincia nel 2014, poi trasformata assieme alla sua assistente, Alessia Rafanelli, in un podcast di grande successo, divenuto poi l’omonimo libro.

Nel finale di Veleno, l’inchiesta di Pablo Trincia dimostra le inquietanti similitudini fra la vicenda dei “Diavoli della bassa modenese” e l’ondata di casi di presunta pedofilia esplosa in America qualche anno prima, sulla traccia di un libro screditato del 1980, Michelle remembers.

Michelle remembers, Bibbiano ed i contorni sfumati fra buoni e cattivi

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Veleno (2021) Credits: Amazon Prime Video

Michelle remembers è la storia di una ragazza che, sottoposta a ipnosi controllata, rievoca una lunga serie di abusi subiti all’età di cinque anni da parte di una setta satanica. La ragazza avrebbe subito ed assistito negli anni a orge, sacrifici, torture, stupri. Centinaia di persone all’improvviso tornano a “ricordare” eventi con elementi simili. In un asilo della California un bambino denuncia la maestra, colpevole di congiungersi con animali. La polizia manda una lettera ai genitori, i quali chiedono ai propri figli. In poco tempo si scatena un’ondata di rivelazioni.

Da lì, le incredibili storie raccontate in Veleno, dai bambini di Mirandolina e Massa, ci riconducono allo scandalo di Bibbiano. Scandalo nel quale furono accusate le pratiche psicologiche dagli assistenti sociali nel modenese, che portarono all’arresto di Claudio Foti, l’inventore del cosiddetto “ascolto empatico”.

Mano a mano che si procede con la visione e più sorge il dubbio che, in questa come in tante analoghe vicende, la parte del cattivo sia difficile da stabilire. Tutti sono convinti di aver operato nel giusto. Dagli assistenti sociali, ai genitori affidatari che nel tempo hanno creato un’associazione per rivendicare la propria posizione, fino alle famiglie biologiche che negli anni hanno portato avanti la propria lotta personale per la verità.

Dal podcast alla serie

Veleno è una storia difficile e infausta da qualsiasi punto la si veda o senta. Se nel Podcast di inchiesta del 2014 il pregio era quello di riportare alla luce un caso rimasto sepolto nel tempo, rendendolo disponibile a chiunque fosse disposto ad ascoltare, seppur più efficacemente, ci veniva narrata la storia dal solo punto di vista di Pablo Trincia.

La serie, al contrario, ha il pregio di complementare la storia, dando voce a tutti i protagonisti della vicenda e aggiungendo ulteriori dettagli. Lo scopo è chiaramente quello di far conoscere e riportare alla luce una storia tutt’ora costellata di punti oscuri e questioni irrisolte, raccontando una storia nerissima che sembra impossibile possa essere accaduta nel nostro Paese.

Veleno: il trailer