Moby in versione orchestrale è a malapena interessante quanto quello in versione elettronica
Come sapete, nel 2021 Moby ha deciso di tornare dal suo pubblico con una sorta di greatest hits che re-interpreta alcune sue celebri canzoni in chiave orchestrale. Sulla carta l’esperimento sembra interessante e in effetti ci sono diversi momenti nei quali i risultati si vedono e si sentono. Peccato che questi momenti siano pochi, sparsi e troppo brevi.
Reprise, questo il titolo del nuovo album, suona più come un’auto-celebrazione che come un’intenzione seria di rivisitare e ri-arrangiare tracce storiche e amate. Tanto più che quel che di riuscito c’è nel disco dipende dalla scelta stessa della tracklist e non da collaborazioni e atmosfere. L’impressione è davvero quella di un lavoro ambizioso per metà , costruito in fretta e con poca convinzione.
Emergono solo una versione “tribale”, carina, della sua prima hit, Go; e Lift Me Up, classico del 2005 praticamente già pronto crescendo e climax. Non c’è molto altro da dire: l’idea finale è quella di un disco raffinato e attentamente pensato che, tuttavia, appare non giustificare l’impegno profuso. Avremmo preferito, francamente, un altro lavoro come All Visible Objects, del 2020. Sarà per la prossima.