L’attesa è quasi finita. L’attesissimo Crudelia, origin-story di Cruella De Vil, arriva questo 26 Maggio nei nostri cinema e il 28con accesso Vip sulla piattaforma Disney Plus. Abbiamo incontrato virtualmente le 2 superbe villain del film, Emma Stone ed Emma Thomson, ma anche il regista Craig Gillespie, che ci raccontano questa debordante avventura.
Presenti nella conferenza stampa via Zoom anche altre figure fondamentali del cast tecnico: la costumista 2 volte premio Oscar Jenny Beaver, l’autrice delle lussureggianti scenografie, che comprendevano ben 120 differenti location, FionaCrumble, e infine l’artefice del make-up e quelle incredibili acconciature bicolore, Nadia Stacey.
Premesso che queste 3 signore hanno già prenotato le loro nomination ai prossimi Oscar, le recensioni americane sul film sono praticamente entusiaste, concentrandosi in particolare su alcuni elementi fondamentali. In primis, gli incredibili abiti-scultura creati da Jenny Beaver, capaci di trasformare Emma Stone in un’autentica icona punk-chic.
Ma anche i brani che compongono la colonna sonora, scelti direttamente da Craig Gillespie, da Stone Cold Crazy dei Queen a Simpathy for the devil dei Rolling Stones. Una miscela letteralmente esplosiva, che fa di Crudelia il film più Rock’n’Roll che la Disney abbia mai creato.
E poi ci sono naturalmente le due Emma. Emma Stone, che interpreta contemporaneamente Estella e Crudella, le 2 personalità che si agitano in una giovane londinese, destinata a diventare una delle più celebre Cattiva Disney di sempre. E sul versante opposto La Baronessa, sua nemesi e insieme sua più grande maestra, che saprà scatenare il lato oscuro di Estella.
Ecco come Emma Thomson, Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, e la nostra Emma Stone, premiata con l’Oscar nel 2017 per La La Land, ci hanno raccontato queste irrefrenabili signore; ma soprattutto la gioia di abbandonare per una volta i panni delle “brave ragazze” e delle “eleganti signore”, per diventare 2 villain dal fascino assoluto.
Crudelia: il lato dark di Emma Stone e Emma Thomson
Grae Drake: Emma, ti sei stupita di quanto Cruella ti abbia permesso di dare sfogo al tuo lato più deliziosamente dark?
Emma Stone: Oh, non lo so. Certo è un film davvero dark rispetto agli standard della Disney. Voglio dire, non stiamo parlando di un film vietato ai minori, certo questo no. Ma è sicuramente molto più oscuro di qualunque cosa abbia visto nei film Disney da molto tempo a questa parte.
Emma Thomson: Diventare La Baronessa è stato veramente divertente. Eranno anni che chiedevo di poter interpretare una villain, una vera villain. Ho passato svariati decenni a interpretare quelle che mia madre avrebbe chiamato “Brave signore in abito da sera”. Ora, finalmente ho potuto interpretare una cattiva in abito da sera!
E poi, avete visto che abiti? Praticamente erano loro a indossare me! Quando io e Emma arrivavamo sul set e ci guardavamo camminare sulla scena ed era in pratica come guardare delle opere d’arte viventi.
Ma è stata anche una grande sfida. Per indossare i costumi ogni volta serviva un intero team di persone. Per non parlare dei tacchi, nella vita reale non porto nulla che sia più alto di un paio di infradito.
Emma Stone: Il mio outfit preferito è l’abito che indosso quando esco dal camion della spazzatura. Sotto quella gonna incredibile in realtà c’era un traino da 12 metri attaccato al camion. È stata un’esperienza fenomenale. Io ero in piedi sulla macchina mentre quell’abito folle copriva tutto.Un’esperienza veramente epica.
Emma Thomson: Quello che vedete in quella scena è tutto vero. Non è stato fatto in CGI.
Grae: Tra Estella e Cruella quale personaggio preferisci? E per quanto riguarda La Baronessa, che rapporto ha con Estella?
Emma Stone: La cosa fondamentale è stata prendere Cruella De Vil e portarla a Londra negli anni ’70. In questo senso è la Crudelia de La Carica dei 101, ma è anche qualcos’altro. Abbiamo iniziato a parlare di una origin-story dedicata a Cruella 6 anni fa. Ma da quando Craig Gillespie e Tony McNamara sono saliti a bordo, le cose hanno preso il volo.
Emma Thomson: Sono nata nel 1959. Negli anni ’70 ero una ragazzina e quando mi guardavo intorno sul set pensavo, questo l’ho vissuto! I vestiti, gli autobus rossi a due piani, che oggi sono così diversi. Ho effettivamente indossato quegli abiti. E l’autobus che prende Cruella, il 159, era effettivamente quello che mi portava a Londra dalla mia piccola città .
Emma Stone: Per me è un film che racconta come le nostre più grandi debolezze possano diventare i nostri più grandi punti di forza. Natura versus educazione. Cruella reagisce attraverso la creatività . Accetta la sua natura, libera la sua creatività , reagisce attraverso il suo genio, e alla fine vince.
Craig Gillespie: “Un film progettato sul Rock’n’Roll”
Grae: Craig, parliamo di questa colonna sonora sensazionale, che è uno degli elementi più vibranti del film. Ci sono grandi classici del Rock ma anche piccole gemme nascoste. Quando scrivevi la sceneggiatura avevi già queste canzoni in mente?
Craig Gillespie: Effettivamente ho progettato il film sulla musica. Ho progettato le scene per lasciare spazio alla musica. E molto spesso ho portato la musica sul set. Sapevamo di dover girare una scena, prendevo il mio telefono e facevo suonare la canzone.
Avete presente quando La Baronessa fa il suo ingresso nella boutique Liberty of London e sentiamo Five to one dei Doors? Avevo messo la canzone, con Emma Thomson abbiamo girato la sequenza e poi è rimasta esattamente così.
Grae: Qual’era il tuo principale obiettivo quando hai deciso di fare un film interamente incentrato sulla villain più villain della Storia?
Craig Gillespie: Oh, un personaggio del genere ti permette davvero di superare i limiti. La cosa più importante è che non volevo vedere un film dove è tutto bianco o tutto nero. Volevo vedere sfumature, tutta la scala di grigio, in modo che gli spettatori possano imedesimarsi, provare empatia verso il personaggio, le sue difficoltà e le sue scelte.
Jenny Beaver: “Per Crudelia mi sono trasformata nel mio passato”
Chiudiamo il nostro viaggio dietro le quinte di Crudelia con Jenny Beaver, costumista londinese classe 1950, candidata 8 volte all’Oscar, vinto nel 1987 per Camera con vista di James Ivory e nel 2015 per Mad Max: Fury Road. Due film così distanti che vi danno già l’idea di quanto questa artista sappia essere eclettica e sorprendente. Scommettiamo che nel 2022 vincerà il terzo?
Grae: Jenny, tu sei cresciuta a Londra esattamente negli anni del film. Per te è stato fonte di ispirazione?
Jenny Beaver: Le persone vedono nei costumi molto Punk. Certamente, senza dubbio mi sono ispirata a Vivienne Westwood, Alexander McQueen, John Galliano, ma ho preso ispirazione anche dalla mia esperienza di vita, quelle buffe, adorabili cose che ci piaceva indossare.
Tra le mie ispirazioni ho guardato poi a BodyMap (brand inglese celebre negli anni ‘80 per i suoi look Post-punk e New Romantic N.D.R.) e soprattutto alla mia esperienza da Biba (leggendario fashion store londinese di Abingdon Road a Kensington, attivo tra il ‘64 e il ‘75 N.D.R.).
A me non interessano i vestiti, sono una storyteller. Mi piace raccontare storie attraverso gli abiti, nella vita reale non ho alcun interesse per l’abbigliamento. E questo film era semplicemente brillante, con dei personaggi cosi meravigliosamente scritti che non vedevo l’ora di affondarci i denti.