“I produttori dicevano: ‘Tu devi scrivere un pezzo su questo e quello Fare canzoni che aiutino il pubblico a mettere roba dentro al carrello’ E sono andato a Sanremo Quando rappare a Sanremo Aveva l’effetto di un sacrilegio”
L’eterno spettro dei diktat dei discografici, interessati solo al dio denaro, cozza con la realtà peculiarmente atipica di un rapper a Sanremo quando non era assolutamente normale, come oggi. Un’occasione, però, non adeguatamente sfruttata, come illustrato poi.
“Io che non ero la star di pregio Ma lo sfigato che stava in major E comunque Mai difeso le mie scelte con unghie Preferivo le caverne o un bunker Ma seguii la corrente, prolunghe”
Mikimix a Sanremo non è nemmeno lontanamente il Caparezza scatenato che conosciamo oggi. Questo perché, come spiega lui stesso, non ha la forza per contrastare le imposizioni altrui in un’industria già molto competitiva.
“Mai difeso le mie scelte con unghie / Preferivo le caverne o un bunker”
“I colleghi evolvevano, erano dei mostri, Godzilla Io mangiavo gli ossi con Wilma Famoso in Francia come i rossi in bottiglia Al Moulin Rouge in una grossa conchiglia”
Per qualche ragione Mikimix ottiene un certo successo in Francia, cosa comunque vista da Capa come una magra consolazione. Nel frattempo il rap evolve, cambia, e lui sente sempre più l’inadeguatezza della direzione presa dalla sua carriera.
“Beh, erano mosse maldestre Prendevo botte da wrestler Il mio tracollo, palese Che va da Cornell a Chester”
Un tracollo, sia artistico che persnale, che viene qui paragonato addirittura alle tragiche morti per suicidio di Chris Cornell e Chester Bennington, avvenute entrambe nel 2017.
“Chioma folta e basette / Ma la scena ancora non mi riconosce”
“E dopo il buio, l’Ulisse Arrivai ad Itaca più forte, palestre Chioma folta e basette Ma la scena ancora non mi riconosce, Laerte”
Inizia il viaggio di rinascita che conduce Caparezza di nuovo sulla scena ma ancora “nascosto”, come Ulisse al ritorno ad Itaca. Neanche suo padre (Laerte) sulle prime lo identifica: perché ora ha basette e capelli lunghi, la famosa “capa rezza”, appunto.
“Aggiungi il vecchio me dentro il Club 27 Risorto nel 2000 e mi sembra evidente Che fortuna fu la mia rovina Ascolto roba new, è una robina Il vuoto di una hit continua In confronto Mikimix è Bob Dylan”
Su questa strofa c’è anche stata una breve polemica. Caparezza “perdona” Mikimix, uccidendolo ma consegnandolo anche alla “leggenda”, come i musicisti del Club 27. E lo rivaluta, abbracciando il proprio passato in un confronto positivo con la musica del futuro.
“Sai, a volte il traguardo comincia da un passo falso Fai un percorso diverso da quello che ha fatto un altro Vai dal pollice verso alla grazia cambiando un anno Dal pollice verso alla grazia cambiando un anno”
Morte e rinascita sono le due facce di questa chiosa finale. Caparezza “si perdona”, concedendosi la grazia come gli imperatori romani con i gladiatori morenti nel Colosseo. La storia è quella che abbiamo già apprezzato e che Michele ci ha raccontato molte volte: la fine, per lui, è l’inizio.
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