Marco Giallini ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera nella quale è tornato a parlare di sua moglie Loredana, scomparsa nel 2011 (qui tutta la sua triste storia).
Facevo l’imbianchino, otto ore. E la sera, la scuola di teatro. Poi, otto ore erano troppe. Ho iniziato a portare il camion delle bibite, la mattina. Dopo, tornavo a casa, doccia, prendevo il mio Yamaha, andavo a scuola. Parcheggiavo contro il muro, non avevo manco il cavalletto e entravo, col chiodo, i capelli lunghi. Boom! A volte, mi prendevano per uno spettacolo. Un giorno, per strada, avevo il cappello di carta da muratore, incontro un collega attore. Mi guarda: “Ma che fai?” E io: “Stamo a fa’ un film”.  Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo.
Il dolore non passa mai, al massimo ti dimentichi un po’ la voce. Io ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va, dico ‘Eh, amore mio…’
Andando avanti con l’intervista, Marco Giallini ha anche spiegato di non essersi mai più innamorato di nessuna donna dopo la tragica scomparsa della moglie.