Le migliori canzoni dell’ultimo album di Caparezza secondo noi
Ormai avrete ascoltato tutti l’ultimo album di Caparezza, Exuvia. Un lavoro magistrale nel quale il rapper riparte dalla propria introspezione e dal proprio essere sempre “in bilico”, in lotta con il tempo che passa e l’inadeguatezza che opprime, per re-inventarsi una volta di più. Un percorso di fuga che è anche di riflessione, un tentativo di nascondersi che è anche una voglia di svelarsi al mondo.
L’album è composto di dicannove tracce inedite, delle quali cinque sono “skit”: generalmente con il termine si indicano, nell’hip-hop, “scenette” che sembrano ricostruire audio di film, oppure registrazioni dietro le quinte, in sala di registrazione o durante le prove. In questo caso si tratta invece di brevi collegamenti concettuali tra le varie canzoni del disco.
In Exuvia Caparezza affronta vari temi: dalla rivisitazione della sua carriera pregressa al trascorrere del tempo e all’appropinquarsi della morte. Dall’importanza delle “maschere” che indossa nel proporre la sua arte alla “Scelta” del doppio artista Marco / Ludovico, uno che sceglie l’arte e l’altro che sceglie “l’amore”. Gli argomenti sono tanti.
Le musiche non sono da meno: Capa si muove da un rap elettronico “state-of-the-art”, che nulla ha da invidiare alle produzioni musicali d’oltremanica e d’oltreoceano, ad un rock pieno e molto “nu” inizio millennio. In questo senso la produzione più “challenging” è di sicuro quella di Zeit!, che riflette su passare del tempo anche meta-testualmente, con le variaizoni del tempo stesso della musica.
La Certa è l’unica cosa certa che c’è nella vita: cioè, la morte. Caparezza la rende un personaggio, come spesso avvenuto nella cultura e nell’arte, che però si rivolge al suo interlocutore come la morte di Bergman, con inevitabilità ma gentilezza. L’arrangiamento è forse quello meno intressante del disco, mentre il tema è quello forse più profondo affrontato: le due cose un po’ si annullano a vicenda.
13. El Sendero
Accompagnato dalla cantautrice Mishel Domenssain, Capa riflette in questa canzone sull’idea di un “sentiero”, che può rappresentare il percorso seguito nella vita, volenti o nolenti, semplicemente vivendo. Ossia, non quello tracciato da noi ma quello seguito involontariamente. La canzone è un dolce folk rap con toni latini e un’atmosfera delicata e intensa.
12. Il Mondo Dopo Lewis Carroll
Un’escursione allucinata nella quale il rapper confronta, non è la prima volta, fantasia e realtà . La Alice di Lewis Carroll (ovviamente, quella del Paese delle Meraviglie) sembra assumere qui un ruolo simile a quell del cane Catalessi: la personificazione della capacità di immaginare mondi e situazioni irreali. La base, psichedelica come un arrangiamento dei Cypress Hill, sembra sostenere perfettamente questa idea.
Un bel rap elettronico selvaggio sostiene uno sfogo sulla seduzione della perversione e della trasgressione. Un arrangiamento letteralmente da giungla, che sembra studiato dai Glass Animals, situa Caparezza in abbracci letali con animali pericolosi e non dimentica immagini fatte di violenza, innamoramento fatale e sì, morte.
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