Sbarca su Starzplay, uno dei migliori canali Amazon Prime Video, l’acclamatissima serie The Girlfriend Experience.
Tratta dall’omonimo film diretto da Steven Soderbergh, con Sasha Grey protagonista, la sua versione seriale spicca per l’alto contenuto erotico. Soprattutto nella prima stagione “e mezza“.
Quattro donne accomunate dal loro essere escort di lusso. Quattro vicissitudini che oscillano sempre verso il thriller. Andiamo con ordine.
The Girlfriend Experience, la Trama
Un episodio a settimana per la terza stagione, già disponibili le altre due. Il format è dei più classici, con episodi da poco meno di mezz’ora l’uno. Il filo rosso che lega questa serie antologica a dir poco interessante è appunto il mestiere delle protagoniste.
Nella prima stagione, l’emblema del personaggio machiavellico, Christine, protagonista per tredici episodi. Piccolo cambio strutturale invece nella seconda stagione (quattordici episodi) dove si andranno ad osservare prima le vicende politiche di Erica, poi quelle più pericolose di Anna/Bria, una donna in fuga.
The Girlfriend Experience, stagione 1
La bravissima Riley Keough (The Lodge) è Christine, studentessa di Legge alle prese con il praticantato in un prestigioso studio legale. In parallelo, consigliata da un’amica, intraprende la carriera di escort, offrendo servizi che vanno ben oltre il sesso. Tuttavia, il suo machiavellico arrivismo causerà non pochi problemi al mondo che la circonda.
The Girlfriend Experience, stagione 2
Si inizia narrando la storia di Erica, una escort che usata come strumento per scopi politici che non andremo a svelare. Da qui, inizierà una storia d’amore con Anna, donna nel mondo della politica che farà di tutto per far vincere le elezioni al candidato per cui lavora. Ma le difficoltà verranno subito a galla.
Chiusa la parentesi politica, si entra nel thriller più puro. Anna è una collaboratrice di giustizia che ha fatto incastrare il suo “padrone”. Entrando nel programma testimoni, è costretta a cambiare identità. Cambiare vita non è facile, soprattutto se si è abituati da sempre al lusso sfrenato.
The Girlfriend Experience, stagione 3
Iris è una ragazza laureata in neuroscienze che molla gli Stati Uniti per trasferirsi a Londra a lavorare in una start up sulle IA. Più precisamente su una nuova app di incontri che riesca a creare match pressoché perfetti.
Per capire quali siano i desideri dell’uomo, sdoppia la sua vita facendo la escort e registrando ogni suo incontro. Le due vite però sembrano destinate a collidere tra loro.
The Girlfriend Experience, la Recensione
Era chiaro che questo The Girlfriend Experience fosse un prodotto da seguire sin dal suo annuncio, visto che si tratta dell’adattamento seriale di uno dei film più interessanti e sottovalutati del panorama contemporaneo. Cosa che accade quasi sempre quando c’è un regista come Soderbergh dietro la macchina da presa.
Episodio dopo episodio, stagione dopo stagione, questa serie conferma quindi ogni più rosea aspettativa. Anche perché tutti i discorsi messi in scena dal film vengono anche ampliati, grazie all’uso dei generi in tutte le sue sfumature.
All’inizio, infatti, The Girlfriend Experience raccontava la crisi finanziaria imminente attraverso gli occhi e i filtri di uomini facoltosi che trovavano in Sasha Grey una sorta di confessionale.
La freddezza nel riprendere gli incontri, così come tutto ciò che orbitava intorno alla protagonista, permane anche nella serie, compresa la terza stagione che vede allontanarsi dalla scrittura i due creatori, Lodge Kerrigan e Amy Seimetz, in favore di Anja Marquardt. Un cambio al timone che vede anche accantonare l’uso del thriller per virare su lidi a tratti distopici.
Un fattore molto particolare che balza all’occhio è come però l’erotismo di queste tre stagioni inizi in un crescendo per poi svanire quasi del tutto. Come se si volesse osare sempre di più, spingere l’erotico ai suoi massimi estremi, per poi cessare ogni sua carica e renderla meno palese.
Da semplici nudi integrali, infatti, si passa a momenti molto più hot, come nella storia di Erica, dove si mostrano fellatio e fluidi corporei vari senza tanti indugi.
Si arriva poi ad un’assenza quasi totale anche di vaghe nudità, per Bria e per Iris, nella terza stagione. Una scelta che comunque la si guardi intriga non poco l’occhio dello spettatore, solleticando e frustrando la sua pulsione da voyeur. Ma The Girlfriend Experience non è solo erotismo “arty“, anzi.
Le storie che vengono raccontate portano avanti una sola osservazione, quella del desiderio maschile, ponendo sullo sfondo storie drammatiche che ammiccano al thriller. Soprattutto il più classico dei legal thriller, tra aule di tribunale (nei primi due casi) e tra lande desolate nei deserti rocciosi americani.
Se quindi da un lato la componente erotica è ciò che smuove lo scioglimento di ogni intreccio, dall’altro lato scorre su un binario parallelo l’uso di generi specifici per raccontare storie ben precise, usando di volta in volta sfumature funzionali all’evoluzione delle singole protagoniste.
Dalla machiavellica Christine per poi passare alla fragile Erica, quindi continuando con una spaventata Anna. E infine, Iris, protagonista della terza stagione di The Girlfriend Experience, la più anomala e al contempo interessante tra tutte.
Ad oggi, grazie a prodotti sci-fi come Black Mirror, siamo sempre stati abituati a vedere l’effetto di un determinato strumento tecnologico. Basti pensare all’episodio in cui tutto gira intorno all’app di rating sul gradimento di una persona determinata e delle sue estreme conseguenze distopiche.
Sotto quest’ottica, Iris propone uno sguardo nel suo dietro le quinte, accennando anche velati discorsi metacinematografici. Cosa c’è dietro la creazione di un prodotto per le masse? Puntata dopo puntata, vedremo la lenta evoluzione della protagonista ma soprattutto del suo sguardo verso la società di oggi.
Partendo dall’assunto per cui The Girlfriend Experience guardi al desiderio umano in tutte le sue sfaccettature, questa terza stagione inizia a tirare determinate conclusioni anche sul concetto stesso di desiderio, mostrando la sua essenza più fragile e nascosta.
Emblematica in questo senso la frase della stessa Iris, la quale afferma che il concetto di desiderio semplicemente non esiste. È una fantasia, un qualcosa che nasce e muore in un determinato e specifico momento.
L’intera serie si prende certamente i suoi tempi nel raccontare le vicissitudini delle protagoniste. Eppure, sebbene un ritmo sicuramente non incalzante, i tempi sono gestiti alla perfezione, grazie anche ai cliffhangher sporadici che permettono allo spettatore più bulimico di addentrarsi nel bingewatching.
La spazialità degli interni viene costantemente esaltata da una regia molto elegante, fatta anche di primissimi piani e di una fotografia freddissima. Uno stile che esalta il costante alone di mistero che caratterizza tutti i capitoli e le protagoniste interessate. In fin dei conti, la segretezza della propria identità è fondamentale per le escort.
The Girlfriend Experience resta quindi uno dei prodotti seriali più maturi nel suo sguardo e nella sua ricerca di dare una quadratura precisa ad uno degli elementi pop più in voga di questo momento. Senza scadere mai nella retorica, tantomeno nel moralismo più spiccio, la serie riesce a catturare lo spettatore con una storia dalle molteplici sfaccettature.
Non di meno, anche a proporre risposte che forse non tutti vorrebbero sentire. Ossia che molto probabilmente, l’unico reale desiderio maschile, conscio o inconscio, sia quello della sottomissione femminile. Nessuna armonia nel rapporto, quanto più ruoli ben precisi dove l’uno deve prevaricare sull’altro.