Troppo facile amarti in vacanza è il nuovo romando grafico di Giacomo Keison Bevilacqua, edito da Bao Publishing, che a cinque anni da Il suono del mondo a memoria torna per raccontare una storia (apparentemente) piena di frustrazione e rassegnazione, seguendo il viaggio di una ragazza che vuole scappare da un paese nel quale non si riconosce più e col quale, soprattutto, non vuole avere niente a che fare.
Troppo facile amarti in vacanza, la trama
I platani si sono insinuati sotto le arcate del Colosseo, hanno divorato il profilo di Bracciano e l’Italia sembra un paese fantasma, come se ogni forma di vita fosse in qualche modo scomparsa lasciando la protagonista, Linda, sola a se stessa, unica superstite di un mondo apocalittico.
In realtà l’Italia non è stata rasa al suolo né si sono estinti gli esseri umani. Sono tutti ancora lì, la maggior parte nascosti dietro la loro ignoranza, il loro odio, i pregiudizi che hanno accolto grazie ai monologhi populisti di politici che puntano solo al raggiungimento della propria ambizione.
E questa è un’Italia in cui Linda non si riconosce più e che non riesce più a sopportare: così, insieme al cane Follia, decide di lasciare il suo appartamento e iniziare un vero e proprio pellegrinaggio verso il Nord, verso il confine che la porterà lontana da un paese retrogrado e medievale, dove sembra che non ci sia più alcuna scintilla per la quale vale la pena resistere.
Come un oscuro Don Chichiotte che ha smesso di perdere tempo a combattere contro sciocchi e pericolosi mulini a vento, Linda attraversa città spettrali e cupe, costretta a fronteggiare molto spesso persone che rappresentano proprio il motivo per cui la ragazza se ne sta andando.
Uno sguardo al futuro
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo imparato a guardare fuori dalla finestra e a vedere le nostre grandi città trasformate in set quasi spettrali di film che non avremmo mai pensato potessero somigliare alla realtà.
Nella narrazione della pandemia in cui l’Italia si trova ancora impelagata molto spesso ci si è trovati incastrati nel racconto ottimistico di un’umanità in grado di rialzarsi dal gioco sinistro del destino per poi uscire migliorati dalla sfida di una quarantena e di una pandemia.
In realtà non è difficile allungare il collo oltre l’orizzonte della nostra finestra per notare come l’umanità abbia, al contrario, scelto di correre ancora più velocemente verso il lato oscuro della propria natura.
Troppo facile non amarti in vacanza è una lettura che da i brividi e prende a pugni la coscienza addormentata di chi si è lasciato convincere dalla propaganda del “non c’è più niente da fare”.
Giacomo Keison Bevilacqua racconta di un futuro non troppo lontano, che si palesa attraverso la scelta visiva di ritrarre un’Italia divorata dall’acqua, intontita dal bisogno spasmodico del possesso capitalista e dell’indifferenza più totale.
L’autore dipinge con la delicatezza di un impressionista un paese bellissimo eppure spaventoso, che rimane arroccato nel suo odio, talmente impegnato a puntare il dito o a rassegnarsi da non riuscire a vedere nemmeno le cose positive.
E anche se l’ambientazione è quella di un futuro prossimo venturo, la sensazione è quella di chi sta guardando attraverso uno specchio deformato quello che, in realtà, avviene già spesso.
Di questo aspetto ne abbiamo parlato anche con l’autore stesso, sottolineando come i personaggi che la protagonista affronta siano rappresentanti di quella generazione agée che spesso spinge i giovani ad accogliere la frustrazione e la consapevolezza di doversene andare per avere la speranza di avere un futuro.
“Se ci pensi, i vecchi che incontra Linda sono i giovani di oggi,” ci ha spiegato Giacomo Bevilacqua. “Sono quelli che sono giovani oggi e che accettano di seguire determinati politici e determinati valori abominevoli. La sindaca del paese in cui arriva Linda, che scrive i cartelli con gli errori grammaticali e che si aspetta che una donna venga tumulata con il marito, è stata votata.”
Il lettore si trova dunque davanti una sorta di specchio deformato o, se vogliamo, con il potere magico di far coesistere il futuro ipotizzato con il presente. E quello che toglie il fiato è il pensiero che a volte il presente supera persino le più nefande creazioni di un artista. Basti pensare a quello che è successo a Capitol Hill negli Stati Uniti.
Quando è stato chiesto a Giacomo Keison Bevilacqua come abbia reagito all’attacco al simbolo della democrazia degli Stati Uniti e che cosa abbia pensato in quel momento la sua risposta è stata lapidaria: “Ho pensato: ora smetto”.
In realtà la grandezza di Troppo facile amarti in vacanza è proprio la tensione dell’artista a non smettere, a raccontare una realtà portata all’estremo, ma che paradossalmente fa riflettere anche per il bisogno che si ha di guardare anche il bello, di resistere. Cosa che, ad esempio, si evince già all’inizio, dalla dedica dell’opera che recita:
Per chi rimane in questo posto. Per chi ci ritorna ogni volta che parte. Per chi porta il fuoco e lo tiene acceso. Per la speranza che mio figlio resti. Per la speranza che tutti i figli e tutte le figlie restino.
Un romanzo grafico di impatto, con una protagonista indimenticabile
A voler dare un’etichetta a ogni costo all’opera di Giacomo Keison Bevilacqua si potrebbe forse asserire, senza correre il rischio di esagerare, che Troppo facile amarti in vacanza è un’opera davvero cinematografica, che vedi e che senti sulla tua pelle. Questo grazie anche alla scelta dell’autore di aprire ogni capitolo con il suggerimento di una colonna sonora.
Il consiglio che vi possiamo dare è quello di leggere il volume seguendo le indicazioni musicali di Bevilacqua, come una vera e propria colonna sonora: l’esperienza di lettura ne esce rafforzata e le immagini assumo ancora maggior valore.
Ma è senza dubbio nella protagonista Linda che forse va ricercato il punto di forza di questa operazione narrativa. Come ci ha raccontato lo stesso Bevilacqua:
Le mie protagoniste sono quasi sempre donne. Troppo che sia un punto di vista più interessante da scrivere e anche da capire. Penso che il mondo femminile sia capace di uno spettro emozionale più ampio. Quindi, di base, mi diverto di meno a scrivere i punti di vista di personaggi maschili.
Linda è un personaggio fatto di alti e bassi, di luce e ombre. Il lettore è spinto a empatizzare con lei e a viverla come una specie di giustiziera, di vera e propria eroina in grado di annullare tutto il male dilagante.
Ma l’autore è stato molto bravo a cercare un equilibrio narrativo che mostrasse come anche la protagonista fosse, di base, figlia di un mondo e di un tempo dove il male e l’oscurità si annida ovunque, anche quando non lo vuoi. Forse soprattutto quando non lo vuoi.
Senza minimamente voler correre il rischio di fare spoiler, possiamo dire che il percorso e la crescita di Linda passeranno attraverso atti e prese di consapevolezza che è volta a mostrare non tanto che il male è sempre dall’altra parte della barricata e che bisogna combatterlo, ma che per resistere, a volte, bisogna accettare di venir contaminati da ciò che si vuole distruggere.
Intenso, attuale e con una resa visiva davvero struggente e insieme suggestiva, Troppo facile amarti in vacanza è una storia che non possiamo fare a meno di consigliarvi.