Senza Rimorso, la Recensione del film di Stefano Sollima su Prime Video
Intrighi, complotti e un'insaziabile sete di vendetta. La recensione di Senza Rimorso, film liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Tom Clancy e diretto da Stefano Sollima, alla sua seconda produzione americana.
Un film che conferma la bravura (come se ce ne fosse bisogno) di Stefano Sollima dietro la macchina da presa. Con Senza Rimorso, il regista di ACAB e Romanzo Criminale – La Serie, firma la sua seconda regia d’Oltreoceano dopo aver incantato tutti grazie al suo Soldado. Si rinnova inoltre il sodalizio con il grandissimo sceneggiatore Taylor Sheridan. Insieme, sembrerebbe crearsi un connubio perfetto.
Senza Rimorso, la Trama
Michael B. Jordan è il soldato John Kelly, navy seal in missione in Siria per salvare un agente CIA da presunti rapitori legati al fondamentalismo islamico. Tutto scorre alla perfezione fin a quando non scoprono che dietro ci sono i russi. Tornati a casa, la situazione peggiora. Muoiono i suoi commilitoni e muore anche la moglie. La sete di vendetta di John scoperchierà un vaso di Pandora fatto di intrighi e complotti molto più grandi di lui.
Senza Rimorso, la Recensione
Che esista da sempre (o quasi) una certa tensione tra immagine e scrittura, per ciò che concerne il cinema, almeno, è cosa ormai risaputa. Così come gli adattamenti e le trasposizioni filmiche di storie raccontati da autori letterati. Tensioni che non moriranno mai, tra luoghi comuni e discussioni infinite.
Potrà sembrare paradossale ma ad un primo sguardo sembra che la problematica madre del film sia proprio la banalità dello script. Una storia che potrà apparire banale e scontata, cosa che molto probabilmente è per chi ama l’action movie. La base su cui si fonda Senza Rimorso è infatti carica di stereotipi legati ad una buona percentuale di film d’azione.
Resta però ampiamente vivido un elemento di rottura rispetto ai canoni classici, incarnato proprio dal personaggio abilmente interpretato da Michael B. Jordan. Un personaggio ben lontano dall’estrema ipertrofia dell’eroe classico. Un personaggio che, come gli viene più volte suggerito (e dimostrato) ha sopra la sua testa una spada di Damocle che ha le fattezze della falce del Tristo Mietitore. La morte, in altre parole, lo perseguita.
Ed è qui che subentrano le contaminazioni del classico revenge movie, il film su una vendetta necessaria per portare a compimento il percorso del protagonista. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una banalità solo apparente negli intenti. Neanche a metà film e la vendetta è bella e compiuta, ma senza quel senso di soddisfazione dopo aver fatto quadrare i conti.
Il sentimento di vendetta è l’unica cosa che muove il soldato John. Un uomo che sembra essere sempre prossimo al collasso, alla sconfitta. Che arranca quando deve arrancare, senza aver bisogno di mostrare i muscoli ad ogni costo. È un eroe che accusa ogni singolo colpo ma che va avanti per il solo sentimento della vendetta. L’unica cosa che conta.
La macchina da presa di Sollima, coadiuvata dalla meravigliosa fotografia di Philippe Rousselot, ci trascina in questo vortice di adrenalina senza darci mai tregua. Proprio qui, Senza Rimorso riesce comunque a smussare le possibili banalità che lo spettatore potrebbe superficialmente incontrare durante la visione del film.
Spiccano su tutte due sequenze da far strabuzzare gli occhi. In ordine cronologico, Sollima ci accompagnerà dentro un aereo “con qualche problema burocratico” che i russi risolvono alla loro maniera. E ancora, sempre in territorio russo, dentro un palazzo che sembra essere uscito da un quadro di Escher, tra scale infinite e piani che sembrano essere un vero e proprio labirinto di morte. E sempre esaltando le immagini, rendendole sempre chiare e avvincenti.