Ira di Iosonouncane: musica che viaggia tra lingue, territori e paure

Iosonouncane
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A 6 anni di distanza dal successo di Die, torna Iosonouncane con le riflessioni e la sperimentazione sonora di Ira. Abbiamo avuto il piacere di ascoltarlo in anteprima.

Il 2021 si sta dimostrando un anno musicale ricco di nuove uscite e grandi ritorni. Il cantautore Iosonouncane, nome d’arte di Jacopo Incani, si ripresenta con Ira, un lungo e stimolante album che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima. Ira uscirà il 14 maggio, dura circa un’ora e cinquanta minuti e non è un album felice e spensierato. Per goderne pienamente, ogni traccia va ascoltata con attenzione, lasciandosi trasportare in un viaggio dalle variegate sonorità.

Dal 2015 sono passati 6 anni e non è un’esagerazione affermare che in questo periodo è letteralmente cambiato il mondo. Il ritorno di Iosonouncane era molto atteso dai fan e questo disco non deluderà le attese. Occorre precisare che si tratta di un lavoro lungo e complesso. Ira è un mix di sonorità, una molteplicità di stimoli, una mescolanza di lingue e culture.

Ci sono molti elementi di continuità con il precedente Die, ma le sensazioni che le quasi due ore di ascolto di Ira lasciano sono più intime e contrastanti. Per intenderci, non ritroviamo lo spirito sperimentale ma luminoso di Stormi. La continuità è presente nell’intenzione artistica e nel complesso mix di stili (elettronica, prog, rock), tra i quali spicca una forte influenza jazz. Ira prosegue il percorso iniziato in Die rendendolo più astratto, più alto, più intimo.

Bastano le prime note di Hiver, l’arpeggio di sottofondo, il subentrare graduale degli strumenti, capiamo subito che siamo all’inizio di un viaggio e non di un semplice album. Dopo un’introduzione strumentale, fa la sua comparsa la voce di Iosonouncane, che ci accompagna mescolando lingue ed emozioni. La melodia si integra perfettamente con la base, mantenendo il focus sui suoni e sui sentimenti suscitati, piuttosto che sulle semplici parole.

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L’attitudine multilinguistica e internazionale si mantiene per tutto il disco. Francese, spagnolo, inglese, italiano e arabo prendono una forma ibrida comune. In fondo le lingue non sono altro che suoni e sensazioni ed è proprio dai suoni e dalle sensazioni che ha origine il viaggio profondo di Ira.

Le influenze culturali molteplici e l’eterogeneità dell’album emergono anche dalla scelta dei suoni. C’è molta Africa, molto jazz, ci sono suoni metallici e freddi (per capirlo basta ascoltare il secondo brano intitolato Ashes). Non mancano nemmeno melodie più classiche e orecchiabili, momenti musicali che si avvicinano al cantautorato francese come Nuit. Ci si può poi lasciare travolgere da pezzi dal ritmo coinvolgente come Niran, o che a tratti sembrano quasi ipnotizzare l’ascoltatore, come la spagnoleggiante Ojos.

Ira riparte dalla musica dal vivo. Il disco è interamente pensato per l’esecuzione live, per i musicisti, per il teatro e per il pubblico.

Il disco impegnato nasce anche dalla distanza, dalla solitudine e dai contrastanti sentimenti che hanno caratterizzato gli ultimi tempi. Ma non è un album nato per l’ascolto solitario. Nonostante la sua complessità, Ira è pensato per l’esecuzione dal vivo, per intrattenere e incantare un pubblico in carne ed ossa. I migliori viaggi richiedono la condivisione per essere vissuti a pieno. E Iosonouncane ha intenzione di condividere lo spirito della migrazione racchiuso nelle note e nelle parole di Ira.

Il 2022 sarà (si spera) l’anno della ripartenza della musica live e Iosonouncane, con la formazione di musicisti protagonisti della registrazione di Ira, vuole sorprendere il pubblico nel suo tour teatrale. Qualche anteprima live ci sarà già durante l’estate del 2021, ma si tratterà di versioni riadattate. La magia dell’esecuzione più pura e completa di Ira viene volutamente riservata a chi lo ascolterà a teatro.

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La musica, così come l’arte in generale, non deve sempre essere didascalica e immediata. Ira offre una riflessione interessante.

Se avete fretta di trovare la vostra prossima canzone preferita, l’ascolto di Ira non fa per voi. L’album non è fatto per arrivare subito a conquistare l’attenzione. Le 17 canzoni non cercano uno spazio da occupare immediatamente nella memoria dell’ascoltatore. Ira non è musica per la gratificazione istantanea. Da questo punto di vista la scelta di produrre un lavoro come questo è molto più che una semplice volontà artistica.

Nel 2021, proporre un disco impegnato e differente è un autentico atto di coraggio. Iosonouncane sceglie di esprimersi e costruire un percorso, un viaggio lungo e articolato. L’abbandono dell’italiano come unica lingua per esprimersi e la scelta di non seguire una linea retta sono elementi fortemente differenzianti. Ira può essere ascoltato da un italiano, da un americano, da un tedesco o da un africano e produrre sensazioni e sentimenti intensi, reali e condivisi. Nelle note dell’album c’è molta vita e molta realtà. E proprio questo lo rende un disco universale.

Ira è un viaggio con un suo percorso articolato. E come ogni viaggio non può che chiudersi con un dolce e malinconico ritorno. Così, il brano conclusivo Cri è la degna conclusione di un album fatto di esperimenti, molteplicità e paure. Il cerchio si chiude, la fine ritrova l’inizio e i diversi stili musicali si incontrano generando un’armonia accogliente e intima.

Non ci resta dunque che aspettare il 14 maggio per vedere quale sarà la reazione del pubblico a Ira.

RECENSIONE
VOTO:
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Antonello Lopizzo
Mi occupo di marketing digitale in una web agency. Tra le mie passioni, in vetta c'è la musica, soprattutto quella italiana, poi i libri, seguono la tecnologia e strimpellare con chitarra e ukulele.
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