Più di un anno è passato dalla morte di Pop Smoke, il rapper assassinato in una casa di Hollywood Hills da quattro banditi mascherati. Ci sono voluti mesi per chiarire le circostanze del terribile delitto, ma ora abbiamo delle risposte: e sono raccapriccianti, a dir poco.
Le indagini hanno infatti portato alla confessione di un ragazzo solo quindicenne, parte della mini-gang, che avrebbe inflitto al rapper i colpo di pistola finali. Il tutto per rubare un orologio Rolex di diamante, che i criminali hanno poi rivenduto per 2000 dollari. La sua morte sarebbe sopraggiunta con tre colpi di pistola.
Il cantante si è trovato di fronte i ladri, penetrati di nascosto nella casa, appena uscito dalla doccia. Inizialmente collaborativo, Pop Smoke ha poi cercato di resistere all’aggressione. Risultato: la sua uccisione. La confessione del minore è stata ottenuta grazie alla registrazione di una conversazione tra lui e un compagno di cella in un centro di detenzione.
Lui e gli altri tre indagati, dei quali solo uno maggiorenne (vent’anni) sono tutti accusati di omicidio. Lo stesso Pop Smoke del resto al momento della morte aveva appena vent’anni: un’altra tragica scomparsa di un artista che s’è visto soffocare sul nascere una promettente carriera.