Caparezza torna sulla sua precedente incarnazione di Mikimix
Chi conosce poco Caparezza non sarà troppo familiare con la sua “versione” precedente: Mikimix. Un artista completamente diverso, che partecipò pure a Sanremo ma ne ricavò solo delusione e disgusto per sé stesso. Da lì, vuole la leggenda, Michele Salvemini decise di dismettere i panni di Mikimix e di trasformarsi in quello che oggi tutti conosciamo come Caparezza.
La rinascita risale al primo disco dell’artista pugliese con il nuovo pseudonimo: ?! (è il titolo), del 2000. Un album di rap alternativo in tutti i sensi, lontano sia dall’opulenza della musica leggera italiana che dall’obbligatoria verve auto-celebrativa dell’hip-hop mainstream. Caparezza aveva trovato la sua formula.
Nel corso degli anni successivi è tornato più volte sull’atto di questa metamorfosi, in particolare nel brano Habemus Capa, del 2006. Ma forse fino ad oggi non si era mai veramente “perdonato” per ciò che la sua carriera lo aveva portato a fare a vent’anni. Appare invece farlo in uno dei brani di Exuvia, il suo nuovo e già apprezzatissimo album.
Nella canzone Campione dei Novanta canta infatti: “Aggiungi il vecchio me dentro il Club 27 / Risorto nel 2000 e mi sembra evidente / Che fortuna fu la mia rovina / Ascolto roba new, è una robina / Il vuoto di una hit continua / In confronto Mikimix è Bob Dylan“. Il riferimento è chiaramente al rap di oggi, che in un’intervista dice è: “esaltazione dell’opulenza”.
“Forse l’exuvia più plateale della mia vita artistica. A lungo mi sono vergognato di Mikimix“, confessa il rapper “È stata una partenza sbagliata, un passo falso dal quale ho faticato a riprendermi. Stava nascendo il rap italiano, ma io andavo in una direzione diversa dagli altri”.
“Se sono qui, però” aggiunge “Lo devo anche a quel passo sbilenco e dopo più di 20 anni ho diritto di riappacificarmi con il passato, anche verso il futuro. Sono riuscito a far pace con il passato. Ho affrontato di petto, come non avevo mai fatto prima, alcune cose che non ho vissuto benissimo”. Non ci si poteva aspettare di meno da un artista sempre capace di cambiare.