Non è la prima volta che al Primo Maggio si tenta una censura: accadde già nel 1991 con Elio e le Storie Tese
Torniamo al 1991. E parliamo di Elio e le Storie Tese, un gruppo spesso frainteso, specie dai giovanissimi, come una band di caciaroni dediti alla demenzialità. In realtà parliamo di una delle migliori formazioni italiane di sempre, capace di tecnica eccelsa, testi ironici e intelligenti e produzioni iper-citazioniste e colte. Perché tiriamo fuori loro?
In queste ore si sta parlando molto, comprensibilmente, di censura al Concerto del Primo Maggio. Siamo ancora in una giungla di accuse e contro-accuse ma in tantissimi (compreso l’ex-premier Giuseppe Conte) sostengono quanto affermato da Fedez: la Rai avrebbe tentato di censurare il suo intervento al concerto su DDL Zan e Lega.
Non appena tale minaccia si è profilata, tuttavia, Fedez è subito corso a raccontare tutto via social, pochi minuti prima dell’esibizione. Risultato: nessuno ha osato più dirgli nulla e il rapper ha potuto tenere il suo discorso per intero. L’opinione pubblica è molto coinvolta nel caso ma la verità e che molti non sanno che non è la prima volta che accade qualcosa del genere.
Ad inizio anni ’90 gi Elii sono ancora agli esordi e hanno pubblicato un solo album, dal titolo volutamente improponibile: Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (1989). Nonostante questo il complesso è attivo già da anni sulla scena milanese e grazie a canzoni come Cara Ti Amo e John Holmes (Una Vita Per Il Cinema), si trascina dietro già un seguito di culto.
“Come Jim Morrison!”
Tuttavia, è proprio in occasione del Concerto del Primo Maggio 1991 che la loro fama esplode a livello nazionale, quando decidono si compiere un atto volutamente “ribelle”. Durante l’esibizione, infatti, iniziano a suonare la canzone Cassonetto Differenziato Per il Frutto del Peccato, solo per cambiare brano dopo pochi secondi e lanciarsi in una lunga invettiva politica.
Non è un caso: di lì a pochi mesi inizierà la cosiddetta Tangentopoli, l’insieme di processi condotti dal pool di Mani Pulite, guidato da Antonio Di Pietro, che metterà fine alla Prima Repubblica. Le avvisaglie ci sono già tutte, tra scandali e casi di corruzione. E gli Elii li elencano, con un ironico “Ti Amo” indirizzato ad esponenti della politica e delle istituzioni.
Alla faccia quindi del “divieto di fare nomi” avanzato a Fedez, gli Elii nel 1991 nominano tranquillamente Giulio Andreotti, Remo Gaspari, Francesco Cossiga e Giuseppe Ciarrapico. Risultato: dopo pochi minuti Elio viene letteramente trascinato via dal palco, “come Jim Morrison“, come urla lui stesso, sarcasticamente.
L’esibizione viene quindi ovviamente interrotta e la Rai manda frettolosamente in onda un’intervista di Vincenzo Mollica (nel video qui sopra con lo stesso Elio) con Ricky Gianco. Oggi è difficilissimo reperire un video dell’evento ma lo si può ascoltare per intero in una canzone intitolata Sabbiature, pubblicata dalla band nel 1998.