Il Codacons non poteva mancare alla festa: si scaglia contro Fedez e Rai
Sono queste ore febbrili nelle quali Fedez sta finendo sulla bocca di tutti. Sì, ancora più di prima. E il Codacons, ente più volte schieratosi contro il rapper e la compagna Chiara Ferragni, entra a sua volta a gamba tesa nella questione. In mezzo alla diatriba, cioè, tra il cantante, la Lega di Matteo Salvini e la dirigenza Rai.
Le circostanze, per i pochi che non ne sono informati, riguardano la tentata censura esercitata su Fedez prima della sua esibizione al Concerto del Primo Maggio 2021. Poche ore ed è successo di tutto. Il rapper ha pubblicato sui social la telefonata con la quale gli si chiedeva (sostiene lui) di sottoporre i suoi testi a verifica prima del concerto.
Tra repliche e smentite, ha pensato bene di intervenire anche l’immancabile Matteo Salvini, cercando da un lato di confermare la sua intenzione di un incontro/confronto con il rapper; dall’altro, di accusarlo di pubblicità occulta. Il motivo? Il cappellino marca Nike indossato da Federico Lucia sul palco a Roma.
La medesima accusa viene ora ripresa dal Codacons, che però, attenzione, si rivolge non tanto a Fedez quanto alla stessa Rai, imputando a sua volta anche il tentativo di censura. Si parla di “due circostanze gravissime”, riporta ADN Kronos, che riguardano quanto avvenuto nella giornata di ieri.
“La prima è l’ingiustificabile tentativo di censura che la Raiha opposto all’intervento del rapper. La seconda è l’immensa pubblicità occulta ad una marca sportiva fatta dal palco del concertone attraverso lo stesso Fedez, in palese violazione delle norme a tutela dei consumatori”.
“Presenteremo domani un esposto ad Antitrust e Commissione di vigilanza Rai affinché sia aperta una inchiesta volta a sanzionare chi ha permesso a Fedez di realizzare, attraverso il concerto del primo maggio e gli schermi Rai, un mega spot pubblicitario a favore della Nike, di cui il rapper indossava un cappellino con il marchio ben in vista”.
Il Codacons parla di “Pubblicità occulta ancor più grave [in quanto Nike] è stata più volte associata al fenomeno dello sfruttamento del lavoro in paesi sottosviluppati. E la pubblicità al marchio ad opera di Fedez è avvenuta nel corso di un evento dedicato proprio alla difesa dei diritti dei lavoratori“.
Insomma, una confusione immensa. Tra accuse reciproche e repliche, è difficile stabilire una realtà oggettiva dei fatti. In poche ore quella che sembrava una semplice polemica di circostanza sta diventando un caso nazionale; tanto che è una sorpresa che nessuno stia ancora parlando di #FedezGate et similia.