Brad Pitt: 10 interpretazioni da fuoriclasse
10) Johnny Suede (1991)
“Nessuno sapeva da dove venisse, né dove era diretto. Ma almeno secondo lui, da qualche parte stava andando.”
Brad Pitt ha avuto una ricca e proficua carriera ed è a tutti gli effetti una delle star più grandi della storia di Hollywood, ecco una carrellata dei ruoli migliori
“Nessuno sapeva da dove venisse, né dove era diretto. Ma almeno secondo lui, da qualche parte stava andando.”
Inizia così Johnny Suede, pellicola indipendente diretta nel 1991 da Tom Di Cillo, vincitrice del Festival di Locarno. La bomba Thelma & Louise non è ancora esplosa, e Brad Pitt non è che una giovane promessa dell’Oklahoma.
Per il regista, Pitt non era neanche la prima scelta. Ma questo piccolo gioiello della cinematografia underground è destinato a diventare un cult movie. Nel giro di pochi anni, Brad Pitt diventerà infatti una tra le più grandi star di Hollywood. E quest’interpretazione di un rockabilly stralunato, totalmente fuori dal mondo, resterà una parentesi unica nella sua carriera.
Johnny Suede non è un tipo sveglio, né è particolarmente abile con la chitarra. In compenso cura quasi ossessivamente il suo look, e in particolare si dedica a quel ciuffo esagerato, cotonato con precisione, pettine e lacca spray. All’alba degli anni ’90, quell’immagine retrò risulta abbastanza stramba. Ma quando un paio di Blue Suede Shoes, le scarpe amate da Elvis, cadono misteriosamente dal cielo, per Johnny è un segno del destino. Comincia così un’avventura ai limiti del surreale, tra amori maldestri e sogni che s’infrangono contro la realtà.
Nel 1991 Brad Pitt è ancora un attore decisamente acerbo. La sua voce dolce ma sottile non si presta particolarmente al Rock’n’Roll. Ma se volete conoscere le mille sfumature di quest’interprete multiforme, non perdetevi Johnny Suede. Una performance che rivela tutta la fragilità e l’ironia di quel ragazzo che non possiede solo un volto e un corpo perfetti.
Piccola nota a margine. Nel film compare anche un irresistibile Nick Cave in versione biondo platino. Cave e Pitt si ritroveranno nel 2007 per un altro capolavoro nella filmografia di Brad: L’assassino di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. Nick Cave e Warren Ellis firmeranno una maestosa, epica colonna sonora per un western dai contrasti caravaggeschi. Un altro titolo imperdibile, che ricorda per altro come Brad Pitt, anche all’apice della fama, non abbia mai perso attenzione per la cinematografia indipendente.
Nell’arco di oltre 30 anni di carriera, Brad Pitt saprà attraversare ogni genere e sfumatura del Cinema: dal futuro distopico e le visioni post-apocalittiche di Terry Gilliam ne L’esercito delle 12 Scimmie alla romantic comedy. Pitt di impone nello star system con una serie di blockbuster decisamente discutibili, dal western patinato Vento di Passioni al controverso Intervista col vampiro di Neil Jordan. E se la coppia Brad Pitt – Tom Cruise finirà candidata ai Razzie Award, il suo tormentato Louis denota invece la sensibilità di un interprete in cerca di sé stesso.
Negli anni ’90 Brad Pitt trova uno straordinario mentore in Robert Redford. L’allievo conserva fascino e stile fortemente personali, ma condivide col maestro un amore sfrenato per il Cinema. E soprattutto, la passione e il divertimento che traspariranno da ogni singola interpretazione.
Tra i grandi successi della seconda metà degli anni ’90, la migliore interpretazione di Brad è forse quella di Vi presento Joe Black, film di Martin Brest che riscrive all’inverso il celebre Canto di Natale di Charles Dickens.
Se nella fiaba originale Scrooge è un vecchio avaro e crudele, Anthony Hopkins interpreta il suo opposto. E al contrario, è un uomo che ha vissuto così degnamente la propria vita da meritare un regalo dalla Morte, che gli concede un gran finale, una grandiosa festa d’addio, ma soprattutto la consapevolezza della fine.
Della Morte Brad Pitt avrà allora gli occhi. Il suo ruolo è quello di un emissario malinconico dai modi gentili, inviato per carpire i segreti profondi dell’Amore tra gli umani. E anche nella veste di Joe Black, diviso tra l’amore per Claire Forlani e le disquisizioni esistenzialiste di Hopkins, Brad Pitt si rivelerà il perfetto comprimario, capace di conferire malinconia e spessore anche a una storyline decisamente commerciale, programmata per sedurre il grande pubblico.
Tra i film che segnano uno spartiacque nella carriera di Brad Pitt, troviamo anzitutto Kalifornia, pellicola che anticipa l’intreccio fatale di Natural Born Killers – Assassini nati. Non a caso, protagonista del film è Juliette Lewis, che sarà anche l’interprete di una indimenticabile Mallory. Juliette e Brad Pitt all’epoca erano una coppia anche nella vita reale. La loro love story si consuma tra prime pagine e luci della ribalta, mentre la stampa li sceglie come perfetta immagine di Belli e dannati, aggiornata allo spirito degli anni ’90, tra grunge e glamour.
La storia d’amore finirà tristemente, tra scoop e rivelazioni al vetriolo. Ma nel frattempo, in Kalifornia Brad offre la sua prima, grande prova da pazzo furioso. Abbandona l’aura del bel cowboy, per incarnare i recessi più oscuri di un serial-killer. Un personaggio esecrabile, totalmente in balia dei suoi demoni, che ha perso ogni senso della pietà o del limite. E il risultato è una performance vincente, che prelude l’incontro fatale col cinema di Quentin Tarantino.
Per questo ruolo, Brad Pitt ingrassa oltre 10 chili, e si fa realmente scheggiare un dente. Il suo Early Grayce è la quintessenza della brutalità del Sud, un essere sboccato, volgare e violento. E se il personaggio di Juliette Lewis, Adele Corners, risulta quasi una prova generale prima di Natural Born Killers, Brad sa imprimere al suo personaggio un carattere sanguigno, per un’interpretazione non solo solida e concreta, ma che sa distaccarsi dall’icona che appartiene a Woody Harrelson.
Siamo al 1993, e per un lungo periodo Brad eviterà ogni sorta di personaggio negativo, per collezionare successi e blockbuster, da Sette anni in Tibet al famigerato Troy. Ma sarà lo stesso attore a disconoscere quella prova da divino Achille, e più in generale, tutto quel genere di produzioni hollywoodiane.
Il dente scheggiato di Kalifornia, resterà il simbolo della sua vera anima di attore. E tornerà provvidenziale nel 1999, quando David Fincher scrittura Brad Pitt per la parte di Tyler Durden.
Dopo il passo falso di Troy, Brad Pitt abbandona ogni genere di “comfort zone”, uscendo dal tracciato delle grandi produzioni hollywoodiane, per tornare a sperimentare il linguaggio del cinema indipendente. Per altro, mentre diventa anche un grande produttore e talent scout, sceglie 2 tra i filmaker più radicali, provocatori e indomiti del panorama internazionale.
Nel 2011, Brad Pitt produce e interpreta The Tree of Life di Terrence Malick. Ma è nel 2006 che Babel di Alejandro González Iñárritu segna un passaggio epocale. Quando parliamo di Babel, ci riferiamo infatti a un’opera dalle fortissimi implicazioni politiche e sociali.
Non dimentichiamo che Brad Pitt, negli anni del matrimonio con Angelina Jolie, non occupa semplicemente le prime pagine dei rotocalchi, ma intensifica l’impegno civile. La coppia dei Brangelina, nella stagione più felice di un sodalizio che durerà oltre 10 anni, è costantemente in prima linea. Sfruttano la notorietà internazionale per raccontare gli orrori del mondo, dal Darfur al Cian e il Sudan, finanziano numerose ONG e istituiscono la Fondazione Jolie-Pitt.
Attualmente, Brad Pitt resta Pitt uno dei volti più importanti di Not On Our Watch: organizzazione delegata alla denuncia di ogni atrocità di massa. Babel di Iñárritu, resterà allora tra i suoi film più importanti, nella dissonante imperfezione di un racconto corale, che ambisce ad abbracciare ogni eco di dolore del mondo.
Iñárritu e il suo fido sceneggiatore Guillermo Arriaga, in termini di notorietà, hanno appena varcato i confini del Messico, e dopo lo sconvolgente Amores Perros, hanno conquistato gli Stati Uniti grazie a 21 Grammi. Il film che prende il titolo dal peso specifico dell’anima, presenta già quel realismo spietato, oltre all’assetto del grande affresco polifonico, trademark della coppia Iñárritu-Arriga. Brad Pitt scommette allora su un’idea di cinema decisamente indigesta, che mira a disturbare le coscienze, sconvolgere lo spettatore con la verità di una tragedia che non si consuma sul grande schermo, ma nel pianeta reale.
Il ruolo di Pitt in Babel, per altro è decisamente circoscritto. Il film è girato tra 3 continenti, e attraversa scenari distanti anni luce, uniti dalla molte declinazioni della morte. Tutti i personaggi combattono per sopravvivere, e così il personaggio di Brad Pitt, Richard Jones, che tenta di elaborare la scomparsa di un figlio, partendo con la moglie in vacanza in Marocco.
La vacanza esotica avrebbe dovuto solo dovuto aiutare un matrimonio in crisi. Ma la donna, interpretata da Cate Blanchett, sarà gravemente ferita in un attentato terroristico. Brad Pitt, nell’arco di poche sequenze offrirà una delle sue più intense prove drammatiche. E con la semplicità di un uomo disperato, che si dibatte contro la casualità del destino, segnerà un’altra pietra miliare della sua storia cinematografica.
Prendete la CIA e i servizi segreti, l’ossessione americana per il fitness e la nuova moda del dating on-line, in particolare, quei siti riservati a cinquantenni sessualmente frustrati. Vi sembra impossibile farne la trama di un film? Ce l’hanno fatta invece gli indomabili Fratelli Coen, che nel 2007 scrivono Burn After Reading – A prova di spia con un intento chiaro e preciso. Ovvero, confezionare il ruolo perfetto per tutti gli interpreti di un cast incredibile, tra cui George Clooney, Frances McDormand, ma soprattutto Brad Pitt e John Malkovich. Joel ed Ethan avevano sempre desiderato lavorare con loro. E il risultato è uno script esplosivo, irriverente e caustico, che valorizza ogni singolo personaggio.
Il primo film di Brad Pitt con i Fratelli Coen è anche il primo vero ruolo comico della sua carriera. Quando hanno presentato la sceneggiatura agli attori, i Fratelli Coen hanno chiesto a tutti di cercare la propria “Inner Nucklehead”. Letteralmente, la testa di cavolo interiore. E in quelle magnifiche teste doveva esserci davvero tanta scemenza repressa, pronta per essere liberata.
Brad Pitt, nei panni di Chad Feldheimer, darà veramente il meglio di sé. Il nostro eroe è infatti un personal trainer, o meglio un demente totale, che lavora svogliatamente in palestra mentre cerca la grande manna dal cielo. Questa zucca vuota penserà bene d’improvvisarsi signore della truffa. D’altra parte la sua collega Linda, una fantastica Frances McDormand, sente il peso dell’età e deve trovare i fondi per ben 4 diversi interventi estetici. Aiutarla, per Chad è un imperativo morale. Quindi, la strana coppia penserà di passare alla truffa, il ricatto e l’estorsione.
Non dimentichiamo che nella sua carriera, Brad Pitt ha sempre dovuto scontare il suo aspetto, e quel vecchio pregiudizio radicato, che fa di un bell’uomo un cattivo attore. Nell’avvenente Chad, scemo come l’acqua calda, Pitt troverà allora la sua rivincita. Esaspera ogni accento vanesio, arrogante e illogico, con risultati davvero esilaranti.
Non perdetevi la scena clou del film, quando i personaggi di Brad e George Clooney, in realtà amici per la pelle, arrivano alla resa dei conti. Il sorriso di Brad Pitt vi lascerà folgorati.