Dopo oltre 15 anni sentiamo ancora parlare di The Office (US), la serie con Steve Carell adattamento di Greg Daniels dell’omonima versione inglese ideata da Ricky Gervais. I meme e le GIF della serie spopolano infatti nel mondo dei social, anche tra chi non l’ha guardata (se non l’avete fatto, dovreste).
The Office (che trovate su Amazon Prime Video) aveva rivoluzionato il genere mockumentary raffigurando la vita di un’anonima azienda di una cittadina della Pennsylvania. Gli sketch imbarazzanti del protagonista, Micheal Scott, emergono in modo tanto inappropriato quanto geniale all’interno del contesto apatico e privo di grossi eventi della vita da ufficio: una situazione in cui molti di noi possono immedesimarsi.
Non molti conoscono invece la “sorellina minore” di The Office, inizialmente pensata come appendice e poi distaccatasi fino a dimostrare un suo potenziale distinto: si tratta di Parks and Recreation (2009-2015). La serie, dopo una partenza lenta, è diventata un “cult” negli USA, raccogliendo moltissimi fan e fanpage e altrettanto citazionismo sui social.
In Italia arriva soltanto sei anni dopo, nel 2012, sul canale Joi, il che contribuisce a renderla meno famosa.
Da dove nasce Parks and Recreation
Nel 2008 Greg Daniels fu incaricato di pensare ad un potenziale spin-off di The Office, visto il successo che la sit-com stava ottenendo. Cominciò a lavorarci insieme Michael Schur, uno dei geniali autori della serie nonché interprete occasionale di Mose, lo strambo cugino di Dwight Schrute.
Dopo che la comica Amy Poheler, loro amica ed ex collega del Saturday Night Live accettò il ruolo da protagonista venne prodotta la prima stagione di Parks and Recreation, distribuita dalla NBC.
Nel cast, oltre alla bravissima Poheler che ne diventa anche produttrice, anche Rashida Jones (già in The Office), Chris Pratt, Aubrey Plaza, Nick Offerman e Aziz Ansari, successivamente creatore e protagonista della serie Netflix Master Of None.
Famigliarmente chiamata dai fan Parks and Rec, la serie racconta le vicende di un’entusiasta burocrate, Leslie Knope, vicedirettrice al dipartimento di Parchi e Aree Ricreative del comune Pawnee, fittizia cittadina dell’Indiana. A sottolineare anche qui l’anonimità del contesto nella serie viene spesso ammesso come altre 5 o 6 città degli USA portino lo stesso nome.
Un ingrediente speciale di Parks and Recreation è la satira politica, assente invece in The Office, da cui però la sit-com riprende l’approccio mockumentary ad una realtà ultra locale, ma delsettore pubblico.
Si parla infatti di micro-politica, di funzionari amministrativi locali e di piccole battaglie pubbliche, come quella di costruire un parco al posto di un’orribile fossa. La scelta del tema sarebbe stata parzialmente ispirata alla rinnovata attenzione da parte del pubblico americano verso la politica dopo le elezioni americane del 2008.
Esattamente come per The Office, l’evoluzione di Parks and Rec ha seguito una logica in stile “trial and error”, con il lancio di una prima stagione “pilota” con alcuni elementi narrativi, poi corretti nelle stagioni successive. Come racconta la stessa Amy Poheler, infatti, l’accoglienza dei primi 6 episodi non era stata particolarmente positiva: la critica la considerava troppo simile a The Office e descriveva la protagonista Leslie Knope come sciocca e poco interessante.
Così, gli autori e i produttori, Poheler compresa, la rielaborarono profondamente. La seconda stagione presenta un salto di qualità evidente a livello di trama e personaggi e riscuote infatti un discreto successo negli Stati Uniti. Difficile pensarlo ora, visto l’apprezzamento di cui gode, ma anche The Office aveva avuto un destino simile.
Il primissimo Micheal Scott era fin troppo fuori dalle righe e scorretto politicamente ed è stato poi modificato per apparire più simpatico al pubblico, che dalla seconda stagione tende a provare empatia e tenerezza nei suoi confronti nonostante i suoi continui scivoloni.
Parks and Recreation: differenze da The Office ed elementi di originalità
Nonostante il tema più “serio”, Parks and Recreation si pone delle ambizioni decisamente meno realistiche di The Office, che in questo senso è un mockumentary più puro, con i suoi personaggi talmente normali da andare oltre al cliché, con l’eccezione forse solo del personaggio di Dwight, più caricaturale.
La regia e lo styling sono rudimentali, il cast sembra preso da un vero ufficio di una cittadina qualunque in America. The Office vuole però dimostrare proprio questo, cioè che osservando insistentemente una qualsiasi realtà, anche la più apatica, possono emergere tutte le sfaccettature più umane che rendono unica la gente comune. Insomma, un’inno alla normalità.
In Parks and Recreation, invece, l’elemento comico-parodico è reso più intenzionale ed esplicito ma in modo estremamente originale. Schur e Daniels combinano più o meno casualmente diversi tipi di comicità, magari più caricaturali ma costruiti intorno agli attori stessi e spesse volte improvvisati. Nell’insieme, ne deriva un piccolo capolavoro di comicità.
Le interviste, tipiche del mockumentary, diventano in Parks and Rec un espediente per entrare nei pensieri dei personaggi e approfondirne ulteriormente gli aspetti più eccentrici. Al contrario di The Office, inoltre, non c’è praticamente nessun riferimento alla presenza delle telecamere, che non hanno un ruolo interattivo nella storia. La narrazione ne risulta sicuramente più fluida, meno frammentata e più immersiva.
Infine, la scelta di focalizzarsi sul settore Pubblico vs. Privato, apre per Parks and Recreation ad un nuovo universo tematico: quello della “cosa pubblica” e del servizio del singolo per il bene comune, anche nel proprio piccolo.
L’ottimismo e l’entusiasmo di Leslie Knope riesce a far breccia nei cuori dei suoi colleghi reticenti (come vuole il luogo comune del settore pubblico) e passa con altrettanta efficacia allo spettatore, riuscendo in un’impresa quasi impossibile: rendere “sexy” la politica locale.
Perché guardare Parks and Recreation:
Leslie Knope èun modello d’ispirazione per lo spettatore: tenace idealista e femminista, lavora instancabilmente per un futuro migliore della sua comunità e dell’America in cui crede. Per quanto eccentrica e strampalata, Leslie crea con ognuno degli altri personaggi un rapporto di amicizia e supporto reciproco, molto più di quanto accade negli uffici della Dunder Mifflin e, forse, nell’ambiente lavorativo in generale.
A Pawnee, al contrario di quel che accade nella più verosimile Scranton, non ci sono storie di sconfitte irrimediabili, né in politica, né in amicizia né in amore. O comunque, si impara a rialzarsi e ricominciare, anche senza i giusti riconoscimenti della comunità.
Guardando Parks and Recreation ci si sente carichi e ottimisti sul fatto di poter cambiare le cose: basta avere tantissima forza di volontà, degli obiettivi virtuosi e, non ultimo, le giuste persone intorno a sé.
Curiosità
In Parks and Recreation ci sono moltissimi cameo, tra cui quelli di personaggi politici di spicco che interpretano loro stessi, come Joe Biden e Michelle Obama, tra i maggiori role model della protagonista.
Altri cameo più ricorrenti sono di Megan Mullally (la “Karen” di Will & Grace) che interpreta l’ex moglie del personaggio iinterpretato da Nick Offerman (di cui la Mullally è compagna reale nella vita), Paul Rudd (Ant Man), una fantastica Kathryn Hahn (ora in Wanda Vision), oltre che svariati comici del Saturday Night Live.
Nell’aprile 2020 è stata rilasciato “A Parks and Recreation Special”, che vede i protagonisti alle prese col distanziamento sociale dovuto al Covid-19.