Le 10 migliori interpretazioni di Daniel Day-Lewis [LISTA]

Un viaggio alla scoperta di una vera leggenda.

Danie Day-Lewis, migliori
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Daniel Day-Lewis è poco meno di una leggenda. E a contribuire a questo alone che è ormai mitologico intorno alla sua figura non ci sono solo i numerosi premi che costellano la sua lunga carriera. Sembra infatti che il suo ritiro dalle scene sia definitivo: Il filo nascosto resta ad oggi la sua ultima, meravigliosa, interpretazione.

L’attore che ad oggi ha vinto più Oscar come miglior attore protagonista pone un grande problema di scelta, perché praticamente ogni performance è meritevole di un possibile primo posto per tante ragioni. Questa classifica non è molto più che un omaggio all’arte di uno dei più grandi interpreti della storia del cinema, camaleontico e totalizzante, sempre capace di entrare in una profonda simbiosi con i suoi personaggi.

La migliori interpretazioni di Daniel Day-Lewis

10. Tomáš – L’insostenibile leggerezza dell’essere, Philip Kaufman (1988)

La trasposizione del romanzo di Milan Kundera porta sullo schermo l’intreccio di sensualità e politica che ha fatto la fortuna di questo cult immortale. I tre protagonisti trovano inevitabilmente un perno intorno alla figura di Daniel Day-Lewis, che per l’occasione trabocca di fascino.

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Le due femmes fatales impersonate da Juliette Binoche e Lena Olin cadranno sotto i colpi dell’irresistibile medico. Day-Lewis porta quindi per la prima volta in scena quel carisma che farà la fortuna di tanti altri suoi ruoli, definendo l’aura da Don Giovanni di questo neurochirurgo erotomane.

9. Danny Flinn – The Boxer, Jim Sheridan (1997)

L’ultima collaborazione tra Daniel Day-Lewis e Jim Sheridan è, delle tre, anche la meno riuscita probabilmente. In The Boxer resta comunque notevole il lavoro dell’attore sulla fisicità del lottatore, riuscendo davvero a restituire un pugile nerboruto ed estremamente credibile.

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Se sul ring Day-Lewis è un toro scatenato, fuori invece brilla per intensità nel reggere le trame politiche che tanto sono care al regista. Sheridan torna infatti, dopo Nel nome del padre, a parlare dell’IRA, l’organizzazione terroristica dell’Irlanda irredentista, ibridando sulle forme di un film sportivo quelle di un dramma di denuncia. E come accade in altre occasioni il punto di equilibrio, il polo unificatore è proprio Daniel Day-Lewis.

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8. Nathaniel – L’ultimo dei Mohicani, Michael Mann (1992)

Il cinema di Michael Mann ha la capacità di essere sempre fuori dallo spazio e dal tempo. L’ultimo dei Mohicani non è solamente un film di fiction storica, ma anche e soprattutto lo scontro di archetipi nelle forme dell’epica. Daniel Day-Lewis in questo caso è l’eroe per definizione, e la sua prova riesce a portare in scena tutte le sfumature di una narrazione maestosa.

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Così i tanti generi e registri che attraversano il film si intersecano nel protagonista. Nathaniel, anche detto “occhio di falco”, è capace di passare dalla fisicità più imponente all’intensità silenziosa di un amore struggente grazie alla straordinaria versatilità di Daniel Day-Lewis, che anche in questo caso non viene meno ai principi del suo approccio al personaggio.