I Bad Religion emergono inzialmente come una delle realtà fondamentali dell’hardcore punk anni ’80 ma è nel decennio successivo, re-inventandosi nell’ambito dello stile pop punk, che la formazione raggiunge la sua dimensione ideale. L’esperienza e la concretezza delle posizioni politiche spingono la loro musica, decisa, energica, impegnata.
Nella più fiera tradizione punk il complesso guidato da Greg Graffin e Brett Gurewitz mette a segno una sfilza di album dal conenuto solido, un punk moderno perfettamente memore della lezione del decennio precedente ma anche fresco, impregnato di riff e dalle atmosfere influenzate dall’alt rock dell’epoca. Celebri anche le armonie vocali spesso sfruttate dal gruppo.
I loro album Stranger Than Fiction (1994) e The Grey Race (1996) sono veri e propri gioielli che superano in qualità e contenuto quasi ogni altro lavoro pop punk dell’epoca, se si eccettua l’intoccabile Dookie dei Green Day. I Bad Religion sono attivi ancora oggi e vantano una carriera con diciassette dischi esemplari che attraversano la storia del punk dal 1982 al 2019.
Brano consigliato: 21st Century (Digital Boy) [versione 1994] Album consigliato: Stranger Than Fiction, 1994
Anni ’00 – !!!
I !!! (il nome di solito si pronuncia chk chk chk) sono uno dei nomi minori della scena dance-punk anni ’00. Come quella di molti gruppi contemporanei, la loro musica gioca molto sul recupero di sonorità fine anni ’70 / inizio anni ’80, indirizzandosi specialmente dalle parti del post-punk più intollerante e graffiante.
Non sempre compresi dai critici (e spesso nemmeno dal pubblico), i !!! si fanno notare inizialmente con lunghe composizioni garage perse in sfoghi elettronici e influenzate da un nichilismo tipicamente post-9/11. Nel corso degli anni la formazione si fa sballottare tra dance, elettronica, punk, garage e rock in una confusione di suoni ruvida e sempre d’impatto.
La loro discografia può perciò suonare come qualcosa di incontrollabile, di fortemente instabile a livello di suoni: ma proprio per questo è bello sguazzarci dentro. Oltre a rappresentare la vacuità morale di un’epoca i !!! sono da sempre anche sinonimo di anti-conformismo e di produzione musicale fuori dagli schemi. Vanno apprezzati per questo e per tutto il resto.
Brano consigliato: Me and Giuliani Down by the School Yard (A True Story), 2004 Album consigliato: Louden Up Now, 2004
Anni ’10 – Everything Everything
Gli Everything Everything sono una delle tante validissime realtà dell’indie rock anni ’10 passate inosservate forse perché troppo complesse da capire, forse perché non abbstanza commerciali. Eppure, il suono del quartetto inglese cela un paesaggio perfetto fatto di melodie memorabili, ritornelli “catchy” e tecnica sopraffina, il tutto riunito da un raro eclettismo.
Le radici della band affondano nel math rock anni ’00 ma riuniscono nei loro album influenze derivanti dall’R&B come dall’indie, dall’elettronica e dall’art rock, elementi che li rendono i degni eredi dei TV on the Radio ma anche una realtà del tutto a sé stante, autenticamente originale, nel panorama anni ’10.
Con cinque interessantissimi album all’attivo la band rappresenta un’altra ottima risposta da dare a chi continua a sostenere che nella musica di oggi non c’è niente “di valido”. Il loro terzo lavoro in particolare, Get to Heaven, è in assoluto una delle vette musicali dello scorso decennio.
Brano consigliato: Distant Past, 2015 Album consigliato: Get to Heaven, 2015