Un altro appuntamento con le band del passato e del presente da riscoprire
Prosegue la nostra rubrica dedicata alle cosiddette band “sottovalutate”, ossia non ai gruppi musicali poco noti ma a quelli non adeguatamente considerati. La storia della musica recente e meno recente è piena di esempi di artisti simili, famosi per un brano o un disco magari, ma ignorati per tutto il resto.
Riscoprire questi nomi minori può anche essere d’aiuto per riconsiderare il proprio approccio alla musica in toto, arrivando a basarlo meno sull’hype e più sull’esplorazione, l’approfondimento e la ricerca. Non c’è mai da pentirsene e un simile atteggiamento torna utile anche nella vita, in ogni situazione. Ricominciamo quindi la nostra lista, come al solito con un nome per decade.
Anni ’60 – The Byrds
I Byrds sono uno dei gruppi più influenti nell’America degli anni ’60. Il loro apporto all’evoluzione del rock negli Stati Uniti è quasi pari a quello dei Beatles in Gran Bretagna, anche se non altrettanto tenuto in conto. Il gruppo, che vede tra i membri storici Roger McGuinn e David Crosby, contribusce infatti alla nascita di diversi generi molto influenti.
Nella loro prima fase sono tra gli inventori del folk rock, interpreti di Bob Dylan (celebre la loro versione di Mr. Tambourine Man) e propositori degli intrecci di chitarra jangle. In un secondo momento, con Fifth Dimension (1966) sono tra i pionieri del rock psichedelico, esemplificato nella loro traccia Eight Miles High.
In una terza fase cambiano ancora, accogliendo il genio Gram Parsons e con lui gettando le basi del country rock, con il disco capolavoro Sweetheart of the Rodeo (1968). Tre band in una, capaci di produrre spunti validi fino alla fine del decennio e di proporre una musica sempre sfaccettata, inventiva, colorata e audace. Il meglio del rock dell’epoca.
Brano consigliato:Eight Miles High, 1966 Album consigliato: Fifth Dimension, 1966
Anni ’70 – Steely Dan
Gli Steely Dan vengono oggi considerati un po’ come tipica musica “da boomer”, ma il raffinato rock fusion proposto dall’infallibile coppia Walter Becker e Donald Fagen è sicuramente da rivalutare. Sempre sulla soglia del soft rock, i due decorano tutta la decade con una discografia che, se ascoltata attentamente, può fare la gioia di qualunque musicofilo.
Trail 1972 e il 1977 pubblicano un album all’anno, culminando nel famoso Aja, un dei migliori dischi mai registrati. Il perfetto songwriting dei due si sposa in ogni brano, anche nei meno eclatanti, con l’unione di elementi musicali provenienti da più generi e lascia quindi spazio alle influenze più disparate.
Nelle loro canzoni coinvolgono spesso una vasta gamma di musicisti e sessionmen di prestigio, come per esempio Jeff Porcaro (poi nei Toto), riunendo spesso vere orchestre e lavorando su un suono tipicamente pulito, studiato e ricercato. Dalla tecnica dei loro album, specie per i musicisti abituati a suonare con l’agevolazione del computer, c’è tutto da imparare.
Brano consigliato: Peg, 1977 Album consigliato:Aja, 1977
Anni ’80 – The Buggles
Questo nome richiamerà immediatamente un titolo alla memoria: Video Killed the Radio Star. Sì, il duo formato da Trevor Horn e Geoff Downes è famoso specialmente per questa hit del 1979, ma negli unici due album pubblicati i Buggles vanno ben oltre. Tanto per cominciare sono gli inventori di fatto, assieme a Gary Numan, del synthpop moderno.
Entrambi sono geniali musicisti polistrumentisti e per le loro dita passa tutta la musica new wave e synth/digitale d’inizio anni ’80. The Age of Plastic, il loro album di debutto, rimane uno dei dischi più sottovalutati di sempre, mentre dopo lo sciogliemento entrambi seguiteranno ad esercitare un’influenza enorme su tutta la scena musicale dell’epoca.
Trevor Horn sarà produttore per esempio di ABC, Frankie Goes to Hollywood, Pet Shop Boys e Yes (Owner of a Lonely Heart, esatto). Suo anche il progetto synth-sperimentale Art of Noise. Geoff Downes, dal canto suo, fonderà il supergruppo Asia ed è attualmente membro a pieno titolo degli stessi Yes.
Brano consigliato:Living in the Plastic Age, 1980 Album consigliato: The Age of Plastic, 1980