Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola (1970)
La vicenda raccontata nel film inizia sotto forma di testimonianze dei personaggi: capiamo così che i fatti a cui stiamo per assistere sono già avvenuti. Oreste, interpretato da Marcello Mastroianni, è un muratore con un matrimonio infelice. Ad una festa dell’unità conosce Adelaide (Monica Vitti) un’affascinante fioraia. I due si innamorano subito ed iniziano una storia clandestina, fino a che Oreste non decide di lasciare sua moglie.
Tutto procede bene fino ad una sera in pizzeria, la coppia conosce Nello (Giancarlo Giannini), un pizzaiolo toscano. Dopo poco tempo Adelaide comincia a tradire Oreste di nascosto con Nello. Scola si cimenta nel racconto di un rapporto complicato che vede tre protagonisti, interpretati da giganti del cinema italiano. Per stemperare l’atmosfera del film decide di far rompere la quarta parete agli attori, che spesso si rivolgono al pubblico. Il film è condito anche da un’ironia vincente, che dona a Dramma della gelosia un valore unico. La storia scorre con il giusto ritmo, con un’equilibrata caratterizzazione dei personaggi sullo sfondo di una stupenda Roma degli anni ’70.
L’occhio che uccide di Michael Powell (1960)
Mark è un operatore cinematografico timido e schivo. Suo padre era un biologo studioso del sistema nervoso, interessato in particolare alle reazioni di paura relative all’infanzia. Per i suoi studi lo scienziato utilizzò proprio suo figlio. A causa di questi esperimenti, Mark sviluppa una particolare ossessione per il voyerismo, riprendendoli con la sua cinepresa.
Powell dirige un ottimo thriller metacinematografico con chiare influenze hitchcockiane. La trama costruisce lentamente il problema psicologico che affligge il protagonista. Il titolo originale è infatti, Peeping Tom, un’espressione che identifica appunto “il guardone”, colui che spia gli altri. L’occhio che uccide è davvero una perla del cinema, divenuto presto un cult movie. Come sempre lo trovate su Amazon Prime Video.
Black Christmas di Bob Clark (1974)
Un uomo si arrampica in un convitto dove ci sono solo ragazze e vi si nasconde. Jess è una studentessa che continua a ricevere telefonate sconce, nessuno riesce a capirne la provenienza. Un’altra ragazza, Claire, decide di salire di sopra per preparare i bagagli per tornare a casa, visto che è Natale. Purtroppo la ragazza non tornerà mai dai suoi genitori: uno sconosciuto l’assale e la soffoca con una busta di plastica. Il suo corpo rimane in soffitta, sistemato su una sedia a dondolo.
Il giorno dopo arriva sul posto il padre di Claire, preoccupato dalla scomparsa e inizia le ricerche. Siamo senza dubbio davanti ad uno degli slasher più riusciti di sempre. Clark sperimenta con la macchina da presa e opta per una soggettiva per l’assassino, in modo da non rivelarne l’identità . Il film non è però composto solo da scene di tensione. I personaggi sono ben costruiti ed alcuni sono molto divertenti, come per esempio Mrs Mac. Anche se fuori stagione, vi assicuriamo che Black Christmasmerita una visione.