Manuel Agnelli: “Chi andrà in tour farà un suicidio commerciale”

Manuel Agnelli sulla sempre difficile situazione della musica dal vivo

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Credits: emabiker / YouTube
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Manuel Agnelli e le prospettive della musica dal vivo

Come sapete il 17 aprile a Roma si è tenuta una manifestazione particolare, in occasione della quale i lavoratori dello spettacolo, in difficoltà da mesi per la situazione COVID, hanno posizionato mille “bauli” in Piazza del Popolo. La situazione seguita ad essere critica e anche con le tanto sospirate riaperture, previste per lunedì 26 aprile, non è detto un miglioramento sia imminente.

Sulla questione si pronuncia Manuel Agnelli, in prima linea nel dare voce alle problematiche legate alla musica in questi mesi. In una lunga intervista a La Stampa (qui) il cantante si esprime sui punti più spinosi di quanto sta accadendo. Sulla riapertura dice: “È solo un primo passo, anche se importante, perché iniziano a prenderci seriamente, ma non possiamo dirci soddisfatti”.

“Capisco che si debba andare con prudenza e a piccoli passi, ma i teatri potevano operare in sicurezza meglio dei supermercati già prima. Nel mondo dei live musicali invece si opera con grande anticipo: non è che se il 26 si riapre, il 30 ci sono dei concerti. I calendari vengono fatti mesi prima, c’è la promozione, l’organizzazione”.

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“E più i nomi sono grossi, più tempo ci vuole. Le restrizioni complicano ancora di più la logistica e se limiti la capienza, vai incontro a un disastro economico. Non voglio fare passere il messaggio che adesso va tutto bene ed è tutto risolto”. Per quanto riguarda appunto la difficile organizzazione dei live, spiega perché anche organizzare concerti più “leggeri” sia difficile.

“Qualche collega già la scorsa estate lo ha fatto, ma non è questa la soluzione. Anche chi andrà in tour nei prossimi mesi farà una specie di suicidio commerciale. I live hanno costi di produzioni e di realizzazione che sono alti e lavorare in perdita non è una strategia ragionevole”.

“I soldi di un biglietto non sono un latrocinio, ma servono per offrire un prodotto con una certa qualità. Nessuno di noi sceglie di non suonare, sono rinunce. Io già so che fino all’estate del 2022 non suonerò dal vivo“, dice il cantante degli Afterhours. Insomma, si iniziano a compiere dei buoni passi ma l’uscita dal tunnel è ancora ben lontana.

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Fonte: La Stampa