4. Knock Knock, 2016
Un Keanu Reeves fedifrago che dovrà scontare una punizione severissima. Remake di Death Game, Roth confeziona un buonissimo thriller dove di fatto regna la bellezza incontrastata dei tre protagonisti.
La classifica sui migliori film di Eli Roth, discepolo di Quentin Tarantino e autore di film horror estremi e controversi.
Un Keanu Reeves fedifrago che dovrà scontare una punizione severissima. Remake di Death Game, Roth confeziona un buonissimo thriller dove di fatto regna la bellezza incontrastata dei tre protagonisti.
Due bellissime ragazze adescano il Reeves traditore, trascinandolo in una spirale di torture psicologiche e fisiche. Un classico film ansiogeno ma ben lontano dallo splatter a cui ci ha da sempre abituato il regista di Newton.
Reduce dal successo di Hostel, Roth decide di battere il ferro finché è ancora caldo. Modificando largamente la struttura del primo film, il regista decide di aprire un contenitore pieno di sangue e citazionismo diretto, avvalendosi di figure importanti per la sua formazione cinematografica. Tre nomi su tutti: Edwige Fenech, Luc Merenda e il grandissimo Ruggero Deodato, nei panni di un folle cannibale, ovviamente.
Un fatto molto simpatico riguarda proprio il regista di Cannibal Holocaust. Il giorno delle riprese in cui era presente Deodato, l’intera troupe si presentò con la maglia di Cannibal Holocaust, per omaggiare e ringraziare il grandissimo “maestro cannibale“
Un film quantomai attuale, visto che parla di un virus contagioso che un uomo contrae da un animale morto. Da lì in poi, accadrà un vero e proprio delirio ammiccante ad un certo tipo di cinema. Inutile dire che Cabin Fever trasuda sangue e citazioni che vanno da La Casa di Sam Raimi fino al Non Aprite Quella Porta del grandissimo Tobe Hooper.
Il dosaggio tra horror e comedy è pressoché perfetto, funzionale per disgustare lo spettatore ma farlo anche ridere di gusto. Un pregevole lavoro che segna un battesimo del fuoco di tutto rispetto per un giovane Eli Roth, qui appena trentenne.
Immancabile gradino più alto del podio al film più discusso di Roth. Un vero e proprio torture porn dall’estetica perfettamente coerente con il grindhouse americano d’un tempo. Due film in uno, erotico prima e horror violento poi.
Tutto inizia con un classico interrail di alcuni giovani americani che decidono di fare bagordi in giro per l’Europa. E tra sesso occasionale, consumo di droghe in quel di Amsterdam e altri divertimenti sfrenati (e irresponsabili, ricordiamo bene), eccoli giunti in est Europa alla ricerca di sesso e bevute a buon mercato. Non sanno che l’incubo è dietro l’angolo.
Riservato a spettatori dallo stomaco forte, Hostel causò non pochi problemi alla censura di tutto il mondo a causa di scene decisamente violente. Tra tendini di Achille tagliati in due, occhi estirpati come neanche Beatrix Kiddo in Kill Bill, il sangue usato è davvero tanto. E per gli amanti del genere, è un grandissimo piacere.