L’idea per Hot Fuzz nacque dalla volontà di creare un film d’azione inglese, che tenesse testa alla vastissima produzione americana del genere.
L’assenza, in Gran Bretagna, di un equivalente film poliziesco dalle sequenze spettacolari e dagli impavidi eroi mosse la creatività di Wright. Titoli come Bad boys 2, Point Break e La trappola di cristallo sono citati più volte e fungono da modello di riferimento. Ma anche da obiettivo di spassose parodie.
7) Riqualificare il bobby
Un altro motivo spinse la fantasia del regista della Trilogia del Cornetto. Fu quello di rendere la famigerata figura del Bobby inglese, il poliziotto comune, più attraente e intrigante.
Per Wright i bobbies non godono di una grande fama all’estero e non sono molto cool. Era giunto il momento di metterli in scena come dei veri duri.
8) La preparazione di Simon Pegg
L’attore protagonista ammise che lui ed il suo personaggio sono molto diversi. Dovette, per questo, immedesimarsi totalmente nella mentalità delle forze dell’ordine.
Per riuscire nell’impresa passò molto tempo con dei veri poliziotti inglesi. L’esperienza fu pregnante, poiché l’eccellente interpretazione di Pegg risulta decisamente autentica.
9) I cameo famosi
Proprio come accadde con i fan di Spaced, alcuni personaggi famosi vollero prendere parte al successivo film della trilogia in forma gratuita.
Cate Blanchett e Peter Jackson, i quali adorarono il primo film, vollero a tutti i costi apparire in Hot Fuzz. La prima impersona proprio l’ex-fidanzata di Angel, mentre il secondo un finto Babbo Natale che ferì l’agente in servizio. Anche l’attore britannico Jim Broadbent desiderò fortemente di recitare nel film di Wright, avendone notato il grande talento. Ottenne così la parte di Frank Butterman, il capo della polizia.
Il suo stesso autore trovò un modo molto peculiare per definire l’opera. Hot Fuzz presenta, infatti, un’unione di più generi e influenze cui solo la grande maestria di un artista come Wright poteva dare vita. Egli definì la sua creatura come il “figlio bastardo tra John Woo e Agatha Christie“.
La spiegazione è evidente: il film mostra la grande influenza che il regista cinese ebbe nel creare le sequenze action. Allo stesso tempo, la sottotrama gialla riporta alla grande scrittrice inglese di misteri.
Curiosità su La fine del mondo
11) I riferimenti letterari
Wright e Pegg, gli sceneggiatori, ammisero che per il terzo film della Trilogia del Cornetto si fossero ispirati principalmente alla letteratura fantascientifica inglese.
Un sicuro riferimento filmico è il classico L’invasione degli ultracorpi del 1956 di Don Siegel. Tuttavia, una grande fonte di ispirazione furono i romanzi di Douglas Adams e, soprattutto, di John Wyndham. L’autore di I figli dell’invasione è omaggiato nel film. La birreria Winshire infatti porta il nome del fittizio villaggio presente nel romanzo.
12) Una risposta deludente
Il film racconta la storia di un gruppo di amici che si ritrova dopo diversi anni per ritentare la missione di completare un epico pub crawl, il Miglio dorato. Verrebbe da pensare che gli attori sul set dovettero bere tonnellate di birra.
La domanda fu posta più volte dai giornalisti al cast. La risposta però può risultare deludente per molti, poiché la quantità di alcolici bevuti fu pari a zero. Inoltre fu molto ridotto anche il livello di improvvisazione sul set.
L’incidente in questione riguardò Simon Pegg durante le riprese. L’attore si ruppe una mano durante una scena di combattimento. Chiese alla produzione dei potenti antidolorifici. Un’assistente sul set gliene diede due.
Si dimenticò tuttavia di avvertirlo che avrebbe dovuto prenderne uno per volta, per evitare un effetto psicotropo. Ovviamente Pegg assunse entrambe le pasticche. Commentò così ciò che avvenne dopo: “Fu una nottata divertente“.
14) The King’s Head
Il protagonista, Gary King, interpretato da Simon Pegg, è definito e ama definirsi The King. La nomina è in linea con l’atmosfera medievale che ricopre l’intero film. Si dà il caso che il decimo pub della rocambolesca corsa dei cinque amici si chiami proprio The King’s head.
Il cartello della locanda raffigura quello che sembrerebbe un nobile inglese del Settecento. Invece immortalato non è altri che Simon Pegg stesso in un fotomontaggio, ritoccato per dargli un tono nobiliare e antiquato.
15) Il debito
All’inizio del film Gary restituisce all’amico Andy un debito, pari a 600 sterline, vecchio di 20 anni. Rappresenta un tentativo per convincere un titubante Nick Frost, nel ruolo di Andy, a partecipare alla rimpatriata.
L’ammontare è lo stesso che Edgar Wright deve al suo amico Simon Pegg dai tempi dell’ Alba dei morti dementi.
Infatti, il regista all’epoca era al verde. Per riuscire a realizzare il progetto dovette farsi prestare soldi da molti suoi amici. Pegg non rivolle indietro il denaro prestato. Da allora tra i due amici corre questa gag, che vollero inserire nel film.