Il nuovo disco dei London Grammar è un trionfo di indie soul caldo e intimista
I London Grammar sono tornati con il loro terzo album, dal titolo Californian Soil. Dopo un’assenza di ben quattro anni, il trio inglese si riconferma come una delle migliori realtà del panorama indie grazie ad un lavoro incisivo, accattivante e molto personale. Proprio il tipo di musica che ci vuole dopo un’annata come il 2020.
I suoni dei London Grammar in questo nuovo lavoro sono caldi, intensi. Accarezzano colori scuri ma estivi, passionali, ricreando un indie soul introspettivo ma anche silenziosamente esplosivo. E non potrebbe essere altrimenti visto l’impegno profuso soprattutto dalla cantante, Hannah Reid, nello scrivere queste canzoni come un manifesto della riappropriazione di sè.
La formula del disco è perciò basata su riflessioni profonde e musiche taciturne che però spesso e volentieri sfociano in climax memorabili. I London Grammar impreziosiscono il proprio stile, già noto per le atmosfere uniche, con giusto quel tocco di elettronica necessario a dare il giusto ritmo all’insieme.
Per il resto, la forza di questa collezione di canzoni risiede naturalmente nell’ugola di Hannah Reid, front-woman e tra le migliori voci femminili del panorama indie. Se si doveva dire che è la nuova Florence Welch, probabilmente è già stato detto nel 2013, ai tempi dell’esordio del trio. Qui siamo ormai ben oltre.
In conclusione, i London Grammar si affacciano agli anni ’20 dall’alto di un suono indie sicuro, compatto e votato ad una precisa direzione stilistica. Direzione chiara in ogni traccia: quella dell’introspezione, della ricerca, della riflessione, della catarsi. A questo punto, da loro non ci sono da aspettarsi che ottimi lavori. Come questo.