La recensione di Control. Un viaggio paranormale nella mente di Jesse Faden ed ennesima conferma di Remedy Entertainment.
5 candidature ai The Game Awards 2019 e la firma di Remedy Entertainment. Basterebbe questa prima frase per chiudere qui la recensione di Control. Game, set e match. Ma, complice la recente disponibilità su Xbox Game Pass con tanto di upgrade grafici annessi per le nuove console, sembrava giusto scrivere qualche riga in più. Un gesto d’amore nei confronti dei developers finlandesi. Un percorso narrativo e ludico iniziato con Alan Wake, proseguito con Quantum Break e che continua con quest’ultimo, ottimo titolo.
Jesse Faden, il nuovo direttore
Il Federal Bureau of Control è un’organizzazione federale che si occupa di fenomeni paranormali con sede, la Oldest House, nel centro di New York. È qui che si sta recando Jesse Faden, una ragazza tanto forte quanto fragile, piena di domande sul suo passato a cui cerca una risposta. Nel suo cuore invece, un unico desiderio. Scoprire la sorte di suo fratello Dylan, rapito dallo stesso FBC per motivi sconosciuti. Non aveva idea di ciò che le sarebbe capitato una volta entrata nella struttura.
Varcata la soglia, scoprirà che un’entità malvagia, l’Hiss, ha assunto il controllo del Bureau “corrompendo” soldati e funzionari. Il direttore sembra morto suicida e Jesse, inspiegabilmente ne assume la carica insieme a “l’arma di servizio” che si trova vicina al corpo senza vita. Inizia così Control, un thriller paranormale, un viaggio a tratti onirico alla ricerca della verità. Remedy si dimostra ancora una volta maestra della narrativa. Ci immerge in una storia contorta, confusa e claustrofobica, che rapirà il giocatore non appena inizierà la partita.
Un Bureau a forti tinte metroidvania
L’avventura si svolge interamente all’interno della Oldest House. Starà a noi, a mano a mano che si prosegue nella campagna, avere i giusti poteri cinetici e le chiavi d’accesso per proseguire nei diversi piani della struttura. L’idea, che si tinge di diversi elementi metroidvania, si sposa perfettamente con il level design e gli ambienti di gioco. Potremo decidere se buttarci a capofitto nella missione principale o, confrontandoci con i diversi NPC, attivare diversi incarichi secondari. Attraverso il loro completamento (fronteggiando spesso Boss Fight piuttosto spettacolari), sbloccheremo i succitati poteri e accumuleremo i punti abilità con cui potenziare i parametri della protagonista. L’esplorazione è quindi un elemento cardine della formula di Control. Non solo dal punto di vista ludico ma anche narrativo. Essa infatti illuminerà l’intricato racconto scritto da Sam Lake. Troveremo, durante la fase esplorativa, diversi documenti e tramite la loro lettura, recupereremo molte informazioni riguardo la trama.
L’unico problema è che quanto appena descritto, non viene facilitato da una chiara mappa di gioco. Spesso infatti, sarà necessario orientarsi con le indicazioni presenti nell’edificio. E pensare che, stando alle iniziali dichiarazioni degli sviluppatori, questa non era inizialmente prevista. La software house, solo successivamente al lancio, rilasciò una patch che ne migliorò leggermente la consultazione. Tutte le volte che moriremo, ripartiremo da un punto di controllo, l’area adibita al salvataggio e alla gestione del personaggio. Qui potremo anche utilizzare il teletrasporto, per muoverci velocemente da un punto dell’edificio ad un altro. In questo modo, faciliteremo gli spostamenti ed eviteremo il backtracking.
Il gameplay di Control è un solido action-tps all’insegna della spettacolarità. Jesse Faden potrà infatti combinare l’utilizzo della pistola ai suoi poteri cinetici. L’arma di servizio dona al giocatore una grande flessibilità, per permettergli di padroneggiare al meglio gli scontri a fuoco. Attraverso i componenti che raccoglieremo nel corso delle missioni, potremo sbloccare diverse forme arma, di cui 2 equipaggiabili ed alternabili in game. Inizieremo con un semplice revolver, per poi passare ad una doppietta, un lanciarazzi e altro ancora. Tutto questo mutando la conformazione del nostro “cannone”. Con le mod arma, specifiche per ciascuna forma, potremo poi potenziarla e aumentarne l’efficacia. La salute di Jesse, quando colpita, diminuirà piuttosto velocemente, per cui dinanzi ad un’apparente superiorità, una strategia ragionata risulterà spesso vincente. Essa inoltre non si rigenererà con il tempo, ma attraverso le uccisioni di ogni MOB.
Una peculiarità di questo solido gunplay, riguarda la ricarica delle munizioni. Esse infatti si ripristineranno con lo scorrere del tempo e non bisognerà trovare proiettili sparsi per l’area di gioco. Un espediente che funziona, rendendo più ostiche le battaglie. Mai farsi trovare scarichi al colpo di grazia. E proprio per questo, l’utilizzo dei poteri della protagonista risulterà fondamentale.
Grandi poteri, grandi responsabilità, anche dal punto di vista tecnico
I poteri cinetici, utilizzabili fino ad esaurimento della relativa barra dell’energia, saranno il braccio destro di Jesse e avranno una duplice funzione, offensiva e difensiva. Potremo ad esempio scagliare qualsiasi oggetto contro i nemici o impossessarci della loro mente. Fluttuare in aria e crivellare di colpi il malcapitato soldato o creare uno scudo di detriti per proteggerci dai mitra. Tutto questo all’interno di un environment “vittima” delle sparatorie. Esso infatti si modifica con gli scontri a fuoco, garantendo un effetto estremamente realistico e un’immersione totale nelle fasi più adrenaliniche.
Questo notevole aspetto tecnico, necessita di un chiarimento molto importante. Nelle versioni per le ormai “vecchie console” il titolo prestava il fianco a cali di frame rate che minavano spesso la fluidità di gioco. I rallentamenti erano evidenti, soprattutto nelle sparatorie più concitate. Su Xbox Series X e Playstation 5 la musica è molto diversa. Control infatti, mette a disposizione dei giocatori, due diverse opzioni grafiche che si traducono, in due modi differenti di godere dell’esperienza. La prima, 1440p, 30 fps e Ray Tracing attivo. La seconda invece, 1440p, 60 fps ma senza Ray Tracing. Il consiglio è quello di optare per quest’ultima che combacia perfettamente con l’esplosività e il divertimento che garantisce il gameplay di Control.
Il gioco si dimostra quindi solido sotto ogni punto di vista. La grafica, mischia sapientemente aree dalle tinte più accese ad altre più oscure. Un gioco di luci ed ombre che conferisce al prodotto quel senso di paranormale e claustrofobico più volte sottolineato. Ottima l’interpretazione degli attori e, a corredo del tutto, una solida regia. Unico “rimpianto”, l’assenza del doppiaggio italiano. Se consideriamo infatti la complessità del tema trattato, la lettura dei sottotitoli, soprattutto pad alla mano, complica molto la comprensione narrativa.
Control è l’ennesima conferma di Remedy Entertainment. Un titolo che unisce un grande racconto ad un grande gameplay e che riprende alcune apprezzate caratteristiche dei cugini Alan Wake e Quantum Break, costruendosi però un’identità tutta sua. Se quindi siete tra i fortunati possessori di una console next-gen, vi invitiamo a recuperarlo. O perché no, rigiocarlo.