LAURO, tutto in caps lock, è il nuovo album di… avrete già capito chi. Ormai è impossibile non conoscerlo. Potete amarlo, potete odiarlo, potete sforzarvi di ignorarlo, ma piaccia o non piaccia Achille Lauro è il cantante più famoso d’Italia, né più né meno. Più “famoso” di chiunque altro si auto-attribuisca il medesimo titolo.
Trionfante dopo Sanremo 2021, più popolare che mai con i suoi ultimi singoli, Solo Noi e Marilù, Lauro sforna un disco che dalle aspettative prometteva di essere introspettivo e personale. E per certi versi lo è, dato che sia quando parla per metafore che quando lascia andare confessioni, Lauro racconta storie di sé, di ciò che ha vissuto e visto.
Ma LAURO (l’album) non è “solo” un compendio autobiografico: è una bella collezione di canzoni, colorata, variegata. Prima di tutto, la musica. Inutile girarci intorno: è rock. Stavolta lo è davvero, tanto che in molti brani sembra di sentire non l’Achille nazionale ma i colleghi vincitori dell’ultimo Festival, i Maneskin.
Le chitarre sferzano pop/rock che si sposta volentieri su accenti punk, funky (in LATTE+) e con piacevoli influenze blues e persino jazz nei motivi più delicati. Certo, lo spazio per qualche momento elettronico; c’è ma l’anima rock del disco è ciò che vuole emergere e che rende a tutti gli effetti Lauro una “rockstar”. Anche qui, ben a differenza di altri autoproclamatisi tali.
Nei testi, poi, Achille sfoggia tutto il suo talento di cantastorie moderno: poetico ma sempre provocatorio, narra di ricordi d’altri tempi e di perdizioni di oggi, esplora relazioni e tradimenti, eccessi e traumi, errori e rimpianti. Il suo stile, come risultato, è più solido e preciso che mai. Due, in particolari, le sorprese piacevoli: le canzoni LATTE+ e FEMMINA.
Sempre più emancipato dall’iper-citazionismo di 1969 (2019) e fuoriuscito dal sogno/incubo dance di 1990 (2020), Achille pare deciso a stagliare la propria figura sopra tutta la “nuova” musica leggera italiana. Che, con lui, è rock in tutti i sensi possibili. LAURO è un album che dimostra tutte le buone capacità e le buone intenzioni di un artista ormai disinvoltamente affermato.