Quasi scontato, mandato a memoria dai cinefili di mezzo mondo, il classico di John Carpenter vale sempre una nuova visione. Essi Vivono appartiene a quella fase relativamente oscura del genio newyorkese, successiva ai fasti più commerciali con Kurt Russell e agli adattamenti kinghiani, che a partire da Il Signore del Male ne alienò gli spettatori occasionali riportandolo nei ranghi del culto (comunque celebrato da legioni di adepti).
Il bizzarro a dir poco complottismo alla Rod Serling di They Live! è leggibile come una sorta di innesto apocrifo alla sempre più dark Trilogia dell’Apocalisse, sviluppata successivamente fino al 1995.
Il film ripropone forse per l’ultima volta l’anima da vecchio hippie anti-sistema del regista: ancora piuttosto camp, sempre più povero, forse sempliciotto e semplicista nelle sue metafore antisistema (volutamente generiche e aperte alle più disparate letture). Ma è il film di un maestro assoluto: sicuramente molto più di un V for Vendetta dei suoi tempi.
Film facile da sopravvalutare o da sottovalutare, The Strangers sancì l’inizio di un culto carbonaro forse eccessivo, sicuramente duro a morire, nei confronti della figura di Bryan Bertino. Un credito apparentemente infinito da parte degli appassionati del genere, in grado di mantenere accesa l’attenzione sul regista americano anche a fronte di quella che, col senno di poi, si sarebbe rilevata come una carriera da one hit wonder.
La hit è dunque il suo film d’esordio, una delle proposte più complete e interessanti di quel piuttosto sterile periodo di home invasion di metà 2000; film paranoici figli dell’era del controllo post-terroristica, debitori più di Haneke che di Craven o Peckinpah, nel complesso dimenticabili.
Da ricordare invece l’abile campagna marketing del periodo, che collegò il film al nascente fenomeno dei creepypasta e ai proto-meme delle ancora fiorenti community forumistiche (con tanto di pretestuoso aggancio al tormentone Have You Seen This Man?). Meraviglie del primo internet.