Le 10 migliori interpretazioni di Christian Bale

Christian Bale è uno degli attori più influenti della sua generazione. Un interprete dai chiaroscuri estremi, anche più radicali delle trasformazioni fisiche, che pure l'hanno reso uno dei più controversi divi di Hollywood.

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4. American Psycho, Mary Harron, 2000

American Psycho e il ruolo della musica pop nel romanzo di Ellis

Nel 1991 American Psycho di Brett Easton Ellis esplode come una bomba nel panorama della letteratura americana. Patrick Bateman, il protagonista del romanzo, non è solo uno dei più perversi serial killer mai creati dalla mente umana. Patrick è l’allegoria di Wall Street e degli anni ’80, di un’America sempre più aggressiva, che consolida la sua posizione di predominio sul mondo occidentale.

Servono quasi 10 anni perché il romanzo trovi l’adattamento cinematografico di Mary Harron. E certo prendere quelle 500 pagine, quell’equilibrio perfetto di rigore e delirio, per tradurle in un film di 102 minuti, era una sfida insidiosa. La chiave di volta era individuare un protagonista dal carisma sinistro, malsano ma irresistibile, capace di dominare ogni singola inquadratura, e così le emozioni gli spettatori.

Quel protagonista è Christian Bale, e la sua incredibile interpretazione rende il film un cult movie. Il suo Patrick Bateman è l’icona definitiva degli anni ’80: uno yuppie ossessionato dall’estetica, dal lusso e le apparenze. La sua smania consumistica travalica il limite della patologia. Gli abiti di Valentino, l’esercizio fisico, i trattamenti estetici, la ricerca dei ristoranti e i club più esclusivi di Manhattan, sono tutti elementi di un’immagine costruita con cura maniacale, non per abbagliare, ma annichilire lo spettatore.

Fin dalla prima sequenza, entreremo nella routine quotidiana di Patrick Bateman. La regia esalta il corpo statuario di Christian Bale. Il suo training mattutino ricorda l’incipit di American Gigolò, il suo primo piano è la versione high-classed del caro vecchio Norman Bates. Ma se Psycho di Alfred Hitchcock racconta il lato oscuro dell’americano medio, Christian Bale incarna invece il vertice massimo della piramide sociale. Un rampollo dell’alto società, educato nelle migliori scuole, immune da qualunque forma di empatia, pietà e amore.

Christian Bale ostenta un look impeccabile, eppure c’è qualcosa d’inquietante in quel sorriso artificiale, studiato per dissimulare una violenza strisciante. American Psycho è la storia di come quella maschera di normalità inizi progressivamente a cedere. Il Nostro non si accontenta più di uccidere barboni, prostitute, esseri che non percepisce neanche come umani. Osa passare ai suoi pari, con una spiccata predilezione per i corpi femminili.

Sono solo le fantasie deliranti di uno psicopatico, o Patrick Bateman è effettivamente un assassinio seriale? La questione resta aperta. Ma il sorriso di Christian Bale, il lampo di follia nel suo sguardo, alimenteranno in eterno il mistero.

3. Trilogia de Il Cavaliere Oscuro, Christopher Nolan, 2005-2012

Christian Bale, Batman

                                                                                                    a cura di Matteo Furina

Della Trilogia de Il Cavaliere Oscuro si è detto praticamente di tutto. La cosa che forse è passata più in sordina, però, è paradossalmente la prestazione del protagonista: Christian Bale, che interpreta il Batman più intimista di sempre. 

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Nolan disegna sul suo attore un supereroe dall’umanità disarmante. Un Bruce Wayne dilaniato dal conflitto interiore, diviso tra la volontà di essere giusto, rappresentando un simbolo per Gotham, e il suo personale desiderio di vendetta. 

Nella Trilogia del Cavaliere Oscuro, il processo di creazione di Batman è interamente basato sulla fisicità. Batman diventa così un eroe dal volto umano, che picchia a mani nude i criminali. Il suo training, di conseguenza , è quello di chi vuol fare del proprio corpo un’arma letale. Il processo che farà di lui un’autentica macchina da guerra inizia nella memorabile sequenza di Batman Begins, che si svolge all’interno della setta delle ombre. Christian Bale mostra con ogni muscolo, ogni smorfia del volto tutta la fatica e la sofferenza che dovrà sopportare, fino ad acquisire le capacità necessarie per fronteggiare il crimine, sconfiggere il male. 

La fisicità sarà il fil rouge che accompagna Bale nell’arco dell’intera trilogia. Dalle ferite inflitte dai cani nel secondo film, fino alle più dolorose procedure mediche, mostrate nel terzo dopo un grave infortunio alla gamba, Batman è in continua sofferenza. Ma soprattutto, è un uomo che decide di sacrificare sé stesso, facendo della propria esistenza un simbolo di rinascita per la sua città.

Anche la parte emozionale del Cavaliere Oscuro è perfettamente visibile in ogni scena interpretata da Christian Bale. Dall’amore per Rachel, al senso di colpa per la sua morte, passando per la depressione, che segna l’inizio dell’ultimo lungometraggio. Il Nostro ci regala un compendio di emozioni, che sembra racchiudere ogni momento vissuto da qualunque anima sulla terra. Batman indossa una maschera, ma ciò che rende così speciale questa trilogia, è quello che accade quando Bruce è soltanto Bruce. Questo è il vero miracolo di Christian Bale.

2. Vice – L’uomo nell’ombra, Adam McKay, 2018

miglior trucco christian Bale in Vice

Siamo arrivati ai vertici assoluti di questa Top. E tra le più grandi interpretazioni di Christian Bale, un posto d’onore non può che spettare a Vice – L’uomo nell’ombra di Adam McKay. Non solo perché il Nostro mette a punto una perfetta replica di Dick Cheney, vice presidente e vero deus-ex-machina dell’amministrazione Bush. Ma perché sfida la più potente eminenza grigia degli Stati Uniti, un uomo capace di muoversi con costanza e discrezione, minando le fondamenta stesse della Democrazia.

Vice – L’uomo nell’ombra ci regala un Christian Bale in stato di grazia. Il rigore della ricostruzione storica incontra un’ironia inarrestabile, mentre il Nostro spazia magistralmente tra il registro della black comedy e un aperto atto di accusa contro il regista della strategia del Terrore, e il principale fautore della Guerra in Iraq.

Non è semplicemente la trasformazione fisica a stupire, benché Bale scelga d’ingrassare un immane numero di chili, quando avrebbe potuto semplicemente ricorrere a delle protesi. La sua performance si fonda come sempre su un talento brillante e una cura maniacale del dettaglio. Di Dick Cheney replica perfettamente il passo, la postura e la voce, che si distingue per un marcato accento del Sud.

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Ma soprattutto, un unico attore è in grado di interpretare l’evoluzione di un uomo dal 1963 al 2012. Un comunissimo ragazzo del Wyoming, privo di interessi oltre l’alcool e il cibo, che arriva alla Casa Bianca come semplice statista, ma conquista la fiducia di una lunga schiera di presidenti, conservando il proprio potere attraverso 50 anni di guerre, segreti, misfatti e derive sempre più autoritarie.

Si dice che l’interpretazione di Christian Bale abbia fatto infuriare il vero Dick Cheney. Di certo, anche se il film non ha registrato grandi incassi, il Nostro ha vinto un meritatissimo Golden Globe, per quella che resterà una delle sue interpretazioni più sfrontate, irriverenti e irresistibili.

1. L’uomo senza sonno, Brad Anderson, 2004

Christian Bale, addio cambi di peso

                                                                                                   a cura di Matteo Furina

L’uomo senza sonno rappresenta il punto più alto della carriera di Bale. Per questa performance, l’attore ha dovuto dare vita ad uno degli swing fisici più incredibili della storia del cinema. Il nostro protagonista, l’operaio Trevor Reznik è un autentico scheletro, un fantasma. La sua mente è perennemente tormentata da un incubo, un pensiero ricorrente che lo priva del sonno e lo riduce in condizioni fisiche disperate. 

Christian Bale e il suo corpo consumato diventano l’incarnazione autentica di un senso di colpa divorante, l’immagine dell’impossibilità dell’espiazione. Il suo sguardo, in ogni singolo momento, è stanco, vuoto, gli occhi spenti nel viso scavato. A tratti pare essere alla stregua di un malato terminale di qualche terribile morbo, eppure non è cosi. La sua psiche lo sta divorando dall’interno, e questo è perfettamente visibile in ogni frame, anche nella più rapida occhiata che diamo a Trevor.

Bale, anche nei momenti di raccordo del film, nei quali tenta di trovare una parvenza di normalità ad una vita nella quale aleggia una fotografia bluastra tombale, è sempre spento, distante, chiuso nella gabbia che la sua mente ha creato e che si rivelerà in tutta la sua devastante crudezza nel catartico finale.

Un’interpretazione che tocca le corde più intime di ogni spettatore, in costante preoccupazione per quell’uomo sul perenne orlo di uno svenimento ma che, una scena dopo l’altra, diviene sempre più ambiguo. Christian Bale ha perfettamente chiaro chi Trevor sia e lo incarna perfettamente, senza mai farci sperare, anche solo per un attimo, che possa redimere la sua vita.

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