Chiunque sia un gamer non può non aver sentito parlare dell’Xbox Game Pass. La Microsoft è riuscita a tirare fuori dal cilindro uno dei servizi più amati dai videogiocatori di tutto il mondo. Il Game Pass sta diventando praticamente un catalogo infinito di videogiochi, dove ogni mese si aggiungono nuovi titoli. Ha fatto molto scalpore, per esempio, l’acquisto di Bethesda da parte di Microsoft: 7,5 miliardi di dollari spesi, ma tanti benefici già visibili per tutti gli utenti Game Pass. Infatti, i giochi Bethesda sono stati già inclusi nel catalogo dei giochi del Game Pass per tutti gli abbonati.
L’inizio del Xbox Game Pass e la sua affermazione
Microsoft ci aveva visto lungo fin dall’inizio: la componente online avrebbe giocato un ruolo sempre più fondamentale con il passare del tempo e l’arrivo delle connessioni a banda larga. A novembre 2002, Microsoft lanciò il servizio dell’Xbox Live che cominciò a riscuotere sempre più successo: da 150.000 utenti nella prima settimana fino a 350.000 nei quattro mesi successivi. Nel 2004 il servizio toccò quota 1 milione di abbonati e nel 2006 ben 4 milioni: ormai i giochi incominciavano a introdurre sempre più modalità multiplayer che sfruttavano la possibilità del gioco online dell’Xbox Live.
Al giorno d’oggi il servizio dell’Xbox Live può vantare ben 90 milioni di utenti contro i 47,4 milioni di utenti del PlayStation Plus. Sony, infatti, ha dovuto rincorrere la Microsoft nel campo dell’online: inizialmente il PSN, il servizio online della PlayStation 3, era gratuito per tutti gli utenti. Nel 2010 però dovettero introdurre il PSN Plus, una versione a pagamento per l’online che poi divenne obbligatoria con l’avvento della PS4, includendo una selezione di giochi che cambia ogni mese che può essere scaricata gratuitamente da tutti gli utenti PSN Plus.
Successivamente, Sony fece un ulteriore passo in avanti lato online introducendo il servizio di PlayStation Now tra il 2014 e il 2017 nei vari mercati dove era presente PlayStation. Microsoft però non era rimasta a guardare e nel 2017 lanciò direttamente l’Xbox Game Pass, che lentamente ma inesorabilmente riuscì a superare il servizio di Sony, che non aveva mai realmente preso piede fra i videogiocatori. I numeri, infatti, non mentono: il servizio di Sony, nonostante sia stato lanciato con tre anni di anticipo, può vantare solo 2,2 milioni di utenti. Dall’altro lato invece, l’Xbox Game Pass ha già raggiunto quota 18 milioni di abbonati.
I vantaggi del business model del Game Pass
L’Xbox Game Pass sta rivoluzionando il settore del gaming da entrambi i lati: per i gamer, pagare un singolo abbonamento mensile significa accedere a centinaia di giochi diversi su più piattaforme (PC e Console Xbox); per gli sviluppatori, avere i propri giochi sul Game Pass significa avere già un’audience per il proprio prodotto, oltre ovviamente a degli incentivi economici da parte di Microsoft. Il business model del Game Pass viene accolto con favore da molti sviluppatori e publisher: dai titoli tripla A fino ai giochi indie.
Ma in generale, il business model del Game Pass viene usato anche da altri servizi. Il primo esempio che viene in mente è sicuramente Netflix, dove pagando un abbonamento mensile fisso abbiamo a disposizione un catalogo sterminato di film e serie TV da guardare. Ma anche altri business come i casinò online in Italia hanno lo stesso approccio: questi siti offrono un catalogo di giochi ampio e variegato, che cambia con il passare del tempo con l’introduzione di nuovi giochi. Il servizio è ottimizzato anche per dispositivi mobile e sono presenti varie offerte e promozioni per gli utenti. Pure lato musica esistono servizi come Spotify: milioni di brani, playlist e podcast a disposizione pagando un fisso mensile.
Anche il servizio di Amazon Prime funziona allo stesso modo: pagando Prime si ha accesso alla spedizione gratuita e rapida per milioni di prodotti, oltre a servizi aggiuntivi (come Prime Video). Insomma, il business model dietro al Game Pass è vincente e viene usato sempre in più campi. Complice anche la ridotta capacità di spesa dei consumatori, fornire un catalogo di giochi (o altri prodotti) che cambiano regolarmente pagando solo un prezzo fisso, diventa un’opportunità quasi impossibile a cui rinunciare.