Insomma un perfetto connubio tra un qualcosa di assolutamente ludico e discorsi decisamente più seri e impegnativi, il tutto mischiato con la solita incredibile abilità scrittoria.
Se amate questo brano, potete leggere la nostra analisi approfondita qui.
4) Mica Van Gogh, Museica
In questo brano, caustico come pochi davvero, Caparezza mette alla berlina le abitudini di un uomo medio moderno, mettendole a confronto con uno dei personaggi più controversi della storia dell’arte, Vincent Van Gogh. Il grande pittore olandese è sempre stato additato, come molti altri geni insieme a lui, di essere pazzo. Tuttavia, ci dice il rapper, questa è solamente un velo dietro al quale noi ci nascondiamo per non ammettere di essere in grado di capire la grandezza di un artista simile.
Nell’arco della canzone, Caparezza ci racconta della grandezza del pittore in confronto alle abitudine di cui tutti siamo schiavi.
Lui, London, Paris, Anvers Tu, megastore, iper, multiplex
A sedici anni girò tra collezioni d’arte Tu a sedici anni Yu-gi-oh, collezioni carte A vent’anni nel salon del Louvre E tu nell’autosalon del SUV, rimani in mutande
Lui olio su tela, e creò dipinti Tu olio su muscoli, e gare di body building Lui paesane, modelle, prostitute Tu passi le notti nel letto con il computer
Chi è dunque il vero folle? Il grande artista con le sue manie, fissazioni ma con la capacità di divenire un genio immortale che ha oltrepassato i limiti della storia o noi che viviamo le nostre vite tutte uguali, additando gli altri di pazzia? Caparezza non ha dubbi:
Questa è una deli brani più intimisti di tutta la discografia di Caparezza. Il rapper pugliese canta un’accorata lettera d’amore alla scrittura. Come spesso gli abbiamo sentito dire in questi molti anni di carriera, la possibilità di mettere nero su bianco le sue idee è la cosa che lo rende più felice.
In questa canzone il cantante immagina la città sacra della scrittura, China Town, alla quale sono ammessi tutti, senza distinzione alcuna.
Il mio Gange, la mia Terra Santa, la mia Mecca
Nel testo Caparezza racconta dei benefici salvifici della scrittura, in grado di dare voce a chi non ne ha e di fare esprimere tutti coloro che per un motivo o per l’altro non possono farlo.
Il prodigio che da voce a chi non parla, A chi balbetta
Infine il cantante di Molfetta parla anche di quanto possa essere divertente e quanto possa rendere felici scrivere.
Il luogo non è molto distante, l’inchiostro scorre al posto del sangue, basta una penna e rido come fa un clown, a volte la felicità costa meno di un pound
2) Eroe (Storia Di Luigi Delle Bicocche), Le Dimensioni del Mio Caos
Caparezza dopo decine di canzoni nelle quali denuncia l’oppressione dei più deboli, decide di scriverne una nella quale si mette in prima persona nei panni di un operai sfruttato a tutti i livelli.
Ovviamente non mancano critiche alle ingiustizie che premiamo chi invece andrebbe condannato come Erich Priebke, l’ex SS che lavora nello studio del suo avvocato o i banchieri di Lodi che nel 2005 rubarono i soldi dei correntisti persino morti.
Questo brano è un inno che tutti coloro che pensano di non farcela, schiacciati da una società che non fa altro che sfruttarli. Un invito per tutte queste persone a tenere duro, a pensare ai propri figli e cercare di non cedere alle tentazioni. Tutti voi che pensate di essere nullità dimenticate dallo Stato e che sembrate invisibili agli occhi di tutti, siete in realtà eroi che salvano la nostra libertà .
Un messaggio davvero forte e commovente tratta da una delle canzoni che Caparezza sentiva più sue anche a causa dell’esperienza vissuta col padre, musicista fallito e cha h faticato per mantenere la famiglia. Un vero must della sua discografia.
Questa canzone è forse il vero grande capolavoro di Caparezza. In grado di condensare tutte le ipocrisie della società razzista che teme il diverso. Capace in un colpo solo di attaccare tutti gli stilemi che fanno oramai parte della nostra cultura e che continuano a condizionare la vita sia di chi arriva ma anche di rimane.
Immedesimandosi nei panni di un alieno giunto sulla Terra, il rapper pugliese mette a nudo tutte le problematiche e le discriminazioni di sorta che un immigrato subisce regolarmente. Una perla sia per i giochi di parole che per la musicalità delle che per il ritmo.
Al primo posto onestamente non poteva che esserci questo pezzo. Se ne volete sapere di più vi rimandiamo al nostro approfondimento specifico, qui.
+1) Non Siete Stato Voi, Il Sogno Eretico
Per questo brano non abbiamo trovato un posto nella classifica in quanto, a nostro avviso, è come se fosse la summa di tutto quello che è il Caparezza-Pensiero. Con un ritmo monocorde che non gli si addice, il rapper pugliese attacca, quasi come un’arringa forense, ogni cosa che ritiene sbagliata nella società italiana.
Partendo dalla politica corrotta, passando per la mafia, il bigottismo religioso, l’incapacità di aiutare i cittadini disoccupati o in difficoltà , fino ad arrivare all’ipocrisia della guerra, di chi manda i giovani a combattere sul fronte per poi ricoprire con le bandiere le bare.