Michele Salvemini, in arte Caparezza, è uno dei più apprezzati cantautori del panorama nazionale. Visto il suo imminente ritorno col nuovo album Exuvia (qui il primo omonimo singolo), abbiamo deciso di ripercorrere la sua carriera parlandovi di quelli che, a nostro parere, sono i 15 migliori brani mai partoriti dalla mente geniale del cantante pugliese. Si tratta di una classifica di carattere personale, nata dopo una serrata discussione tra i i membri della redazione.
Dunque non sarà possibile che i nostri gusti coincidano perfettamente con i vostri. Tuttavia non abbiamo lasciato tutto al caso, anzi. Abbiamo cercato di utilizzare dei criteri oggettivi in modo tale da abbracciare tutta la carriera del rapper.
Le 15 migliori canzoni di Caparezza, i Criteri
Ovviamente raccontare in soli 15 canzoni tutta la poetica e la filosofia che sta dietro alla musica di un cantante come Caparezza non è impresa facile e il rischio è sempre quello di lasciare fuori qualche pezzo importante.
Abbiamo dunque deciso di seguire un’idea di fondo: raccontare tutta la carriera del rapper pugliese avendo un numero più o meno uguale di canzoni prese da tutti i 7 album usciti fino ad oggi. Gioco forza qualche CD particolarmente significativo vedrà alcuni brani lasciati fuori per fare spazio ad alcuni pezzi magari meno noti ma che meritano un posto in classifica.
Dunque non tutti i brani meritevoli sono finiti in questa lista, ma solamente quelli che, a parere nostro, possono mostrare fulgidamente l’evoluzione della musica di Caparezza, dall’esordio con ?! nel 2000 fino al suo ultimo lavoro pubblicato, Prisoner 709 nel 2017.
Fatte questa rapida, ma doverosa premessa, iniziamo.
Connubio perfetto tra cultura, critica sociale e musica, questo La Caduta di Atlante è uno dei apici dell’espressività di Caparezza. Il rapper pugliese racconta infatti la storia fittizia dell’amore non corrisposto tra Atlante, che sostiene il peso del mondo sulle spalle e Dike, dea della giustizia. Quest’ultima rifiuta le avances del primo che, in un raptus, la uccide strozzandola.
Tutto il brano è ovviamente una metafora del fatto che la giustizia abbia abbandonato la Terra da oramai molto tempo e che dunque questa non voglia più avere niente a che fare col nostro pianeta.
A me interessa poco il tuo pianeta bello e vandalo Piuttosto mi do fuoco, sto più lieta dentro il Tartaro!
Davvero rimarchevole inoltre come Caparezza dia ad Atlante il carattere di un tipo di persona che evidentemente non apprezza, di quelle che approcciano in modo quasi violento, beccandosi in risposta un immancabile due di picche.
Lascio ogni ragazza, con questo mio corpo, afona E tu sarai mia, ti voglio addosso, canfora Posso darti il mondo, il mondo, non la metafora”Disse: “Non sono di nessuno, nemmeno di Ulisse.
Inoltre, proseguendo nella sua narrativa, Salvemini descrive anche quella che può essere una delle tante conseguenze di un bullismo incontrollato: l’esplosione di violenza. Nel brano infatti si racconta di come il giovane ragazzo bullizzato esplode finendo per attaccare i suoi aguzzini e di come questa cellula di violenza instillata a scuola resti con le persone per tutta la vita.
Però chi è mansueto come me sa che quando le palle si fanno cubiche, come un kamikaze che si fa di sakè metto a fuoco intorno a me.
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Io sono molto calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente
Infine Caparezza torna a parlare di lui nell’ultima strofa. Dando forza alla sua lotta per i diritti degli omosessuali e facendo un appello ai professore e quindi al sistema scuola nel suo complesso. Esemplificativo di quest’ultima sfumatura della canzone è il video ufficiale, nel quale il cantante gira per la città rinchiuso in una gabbia, quella di una società che ha limitazioni e misure nelle quali lui evidentemente non si rispecchia e non riesce ad accettare.
Per lanciare il suo solito tagliente messaggio, questa volta Caparezza scomoda una delle menti più brillanti di sempre, Galileo Galilei, genio che dimostrò la sfericità della Terra ma che dovette abiurare a causa dell’opposizione della Chiesa.
Geniale anche il paragone finale con Gesù, nessun dubbio a proposito.
11) La Legge dell’Ortica, Verità Supposte
Di tutti gli album della carriera di Caparezza, Verità Supposte è sicuramente quello nel quale il rapper pugliese si leva più sassolini dalle scarpe. Nell’arco delle canzoni che compongono il disco, il cantante ne ha davvero per tutti. In questa La Legge dell’Ortica, l’obiettivo delle sue critiche sono i cantanti che formano il panorama musicale moderno.
Caparezza critica l’uso smodato delle solite tematiche abusate che si riducono sempre in scialbe poesie d’amore e che lui ritiene oramai banali e vetuste. D’altra parte lui si pone invece come baluardo di una musica sincera che non si interessa degli effetti che le parole possono avere sugli ascoltatori ma che vuole solamente mandare un messaggio, il suo Messaggio.
Per carità , molto meglio le banalità , parlare di emozioni, questo è il motto.
Della poesia me ne fotto, io stesso sono nato per un condom che si è rotto…
Ovviamente non ci sono riferimenti diretti o frecciate all’indirizzo di qualcuno. Michele Salvemini col su solito stile caustico vuole solamente mettere alla berlina l’omologazione, la retorica e il bigottismo degli artisti attuali che non vogliono pungersi con le critiche del pubblico. Mentre lui beh, lui segue la Legge dell’Ortica.