Ricordi e bugie, Jim Carrey in un’autobiografia folle | Recensione
In libreria è arrivato Ricordi e Bugie, il romanzo scritto da Jim Carrey e Dana Vachon, un romanzo folle e allucinatorio, che racconta alla perfezione il mondo di Hollywood e il dietro le quinte della vita di un attore
“Che cosa ho appena letto?” Questo è il primo interrogativo che sale alla mente una volta chiusa l’ultima pagina di Ricordi e Bugie, il romanzo edito da La Nave di Teseo e firmato dall’attore Jim Carrey e dallo scrittore Dana Vachon.
Il romanzo racconta di un attore di successo, Jim Carrey, diventato un volto di Hollywood, una maschera con cui inseguire il bisogno di ridere. Un blockbuster antropomorfo, con braccia, gambe e un’anima scheggiata che insegue il bisogno di un affetto che rimane sospeso in una necessità che non trova la propria realizzazione.
Il Jim Carrey che appare sulle pagine – a volte grasso e barbuto, altre spigoloso e appeso intorno a un ghigno – è un personaggio fittizio, costruito intorno a guru, diete, cani provenienti dai servizi segreti israeliani. Ma, allo stesso tempo, è l’attore di Hollywood che racconta se stesso.
Ricordi e bugie, un tentativo di trama
Nascondendosi dietro un alter-ego che ricalca il bisogno di far ridere – e riderete molto in questo romanzo, assicurato – Jim Carrey racconta la sua depressione, la sua ansia da prestazione, quel suo bisogno di farsi amare anche attraverso il suono di un’ilarità condivisa. Un modus operandi che ricorda anche quello di Robin Williams.
Il Jim Carrey “reale” si trasforma allora nel personaggio della propria storia e si racconta. Lo fa nascondendo la confessione in un racconto che passa attraverso invasioni, incendi, donne usate quasi come bambole gonfiabili à la Marylin Monroe. E in quegli stralci di ricordi, sommersi dalle bugie, l’attore racconta i suoi incubi, la paura dell’oblio, il terrore di ritrovarsi al punto di origine.
I suoi primi spettacoli a Las Vegas avevano sempre avuto l’effetto di logorargli l’anima. Aveva paura di invecchiare lì, di morire lì. Negli incubi si vedeva con la faccia invecchiata e prosciugata come un deserto, un’immagine che adesso era tornata. […]
Ricordi e bugie è un romanzo di cui, inoltre, è difficile riassumere la trama. A volerlo fare a ogni costo, per amor di sintesi, si potrebbe dire che l’opera pubblicata da La Nave di Teseo è il racconto di un attore prossimo alla crisi esistenziale che si innamora di una donna bellissima, sperduta ma anche manipolatrice.
Un’autobiografia che non esiste: il folle viaggio nella distopia di Jim Carrey
Un uomo che cercherà di ridare valore al proprio nome – e al suo bisogno di concorrere al premio Oscar dopo essere stato brutalmente ignorato per anni – attraverso il ruolo di un dittatore cinese scritto per lui da Charlie Kaufman, regista del recenteSto pensando di finirla qui, ma, soprattutto, sceneggiatore di quel gioiello che è Eternal Sunshine of the Spotless Mind.
Per Kaufman questo Carrey “personaggio” cerca di diventare Mao Zedong, il famoso dittatore cinese. L’attore cercherà di tornare tra le grazie di una Hollywood d’oro che gli ha voltato le spalle:
Carrey avrebbe voluto tornare a quel momento. Lo desiderava da morire, riavere quell’adulazione. Quel potere, quel calore industriale, e una tregua – che fosse lunga o breve – dal grigio aldilà delle celebrità , dal regno fiocamente illuminato di John Barrymore e Bela Lugosi.
Ci sono tantissime verità in Ricordi e Bugie, ma chi si avvicinasse al libro aspettandosi la canonica autobiografia anche un po’ autocelebrativa rimarrebbe deluso.
Il romanzo che Jim Carrey ha scritto con Dana Vachon si colloca fra il distopico ed il surreale. Sembra inoltre richiamare il tono da farsa e quasi grottesco di un altro capolavoro letterario che è Guida Galattica per gli autostoppisti.
Il lettore si trova dunque davanti a quella che ha tutte le caratteristiche di una violenta distopia, dove sotto accusa non è la società nella sua totalità , ma il mondo hollywoodiano. Un mondo fatto di falsi miti, di attori interscambiabili come figurine di un vecchio album da collezione.
Una macchina capitalista che non ha altri ideali a parte l’avidità e la violenza, e anche un’agenzia per i fabbricanti di armi. E Hollywood diventa quindi il teatro in cui si consuma una serie di (dis)avventure, che portano il protagonista a sfidare alieni con Nicolas Cage e Gwyneth Paltrow, prendendosi gioco di Tom Cruise, di cui non si può fare il nome, e lanciare frecciate non proprio invisibili ai giornalisti ed ai paparazzi.
Ricordi e bugie è un romanzo folle e assurdo – nell’accezione migliore del termine -, che trascina il lettore dove egli non si aspetta di trovarsi. Il libro lascia addosso la sensazione di non saper etichettare la sua esperienza di lettura, nello stesso modo in cui nessuno è forse mai stato davvero in grado di comprendere Jim Carrey e di vedere al di là della sua maschera triste.
Un romanzo che a volte scivola in quel non-sense a cui Joe R. Lansdale ci aveva già preparato con La Trilogia del Drive-In. Eppure quanta bellezza e quanto coraggio c’è in un romanzo che non vuole somigliare a niente e nessuno. Un romanzo che vuole parlare al pubblico senza necessariamente salire in cattedra, ma condividendo assurdità e sciocchezze di un mondo dorato che esiste solo nell’immaginazione di chi è ancora ben disposto a pagare il biglietto del cinema.
Forse non sarà un libro per tutti, ma Ricordi e Bugie è uno di quei romanzi che ti rimangono nella mente anche a distanza di giorni dalla sua conclusione e che ti fanno riflettere, tra le risate, più di quanto potrebbe fare qualsiasi autobiografia più canonica. Se volete addentrarvi nel libro, potete acquistarlo direttamente qui!